La Chiesa della Beata Vergine Maria Addolorata è la seconda parrocchia di Taviano e in origine era la cappella dell’antico convento dei Frati Minori Riformati, i quali l’avevano dedicata a S.Antonio da Padova.
La data di fondazione è controversa, mentre per quanto riguarda le vicende della chiesa e del convento sono scarse le fonti da cui attingere notizie poiché le corporazioni religiose non erano soggette all’autorità del vescovo e quindi alle ricognizioni dovute alle Sante Visite. Con la soppressione degli ordini mendicanti, inoltre, i loro documenti furono distribuiti o dispersi, oppure arricchirono qualche biblioteca privata.
Nella sua Relatio Historica padre Diego da Tequile fa risalire la data della fondazione del convento al 2 Novembre 1643: “Magno amore omnium Oppidanorum, Ottavini Concilio, et consensu precedente, servatisque ut fas erat servandis, sed instante precipue devotione maxima, quam habuit, et servat fratribus Reformatis Illustrissimus Andrea de Franchis, et Illustrissima Aloysia Caracciola eius Uxor, ambo in temporalibus Patroni, et Marchioni, semita fuit haec anno Domini 1643, 2 die Novembris parum longe ab Oppido”.
Il cronista scrive nel 1647 quando, come specifica egli stesso, la casa non si presentava ancora ultimata.
Le Note dei conventi compilate nel 1646, però, fissano l’anno della fondazione nel 1642. Questa discordanza è probabilmente dovuta al fatto che mente le Note si riferiscono al documento di accettazione, conservato nell’archivio della provincia religiosa e ora perduto, la Relatio Historica si riferisce alla data nella quale i frati minori piantarono la croce e quindi alla data di inizio materiale della costruzione dopo aver ottenuto “i requisiti di Roma e del Vescovo Diocesano” (“consensu precedente, servatisque ut fas erat servandis”).
Il convento di Taviano fu la prima casa che i frati riformati costruirono dopo l’elevazione della Custodia di S.Nicolò a Provincia regolare, chiamati dall’entusiasmo del popolo e dai marchesi Andrea de Franchis e Luisa Caracciolo sua moglie. La richiesta fu accolta dal ministro provinciale padre Francesco da Seclì.
L’opera fu finanziata oltre che dal richiedente anche dal procuratore dei frati Paolo de Paula (o Paulo de Pascha), dall’università e dalle offerte del popolo. I superiori designarono primo presidente il padre Girolamo Rollo da Tequile che si distingueva per la sua vita esemplare.
Come la maggior parte delle dimore minoriche di Puglia, il complesso fu edificato poco al di fuori dell’abitato, sicuramente su progetto ed esecuzione degli architetti e delle maestranze della serafica Riforma di S.Nicolò, come si rileva dalla Relatio Minoica composta da p. Giovan Battista Moles da Turi nella quale si legge con chiarezza che fu “fondato” ed “eretto” a spese (“sumptibus”) di Andrea de Franchis, ma con il lavoro dei frati minori (“sed labore Fratrum”). Il disegno e la direzione dei lavori dell’edificio religioso sono probabilmente da attribuire all’architetto fr.Silvestro da Tequile.
Come luogo dove erigere il convento fu scelta la contrada di San Nicola che allora era in aperta campagna, sufficientemente lontano da garantire serenità e pace e abbastanza vicino da poter essere raggiunto senza fatica.
Padre Bonaventura da Lama nella sua Cronaca parla del convento (ora trasformato in abitazione privata) come “il maggior vanto ch’abbia questa terra” fondato “su d’una spianata Collina, godendo la vista di Terra, e di Mare, ch’è l’Ionio, che circonda la bella città di Gallipoli”. Esso, fin dalle origini, quando non era ancora ultimato, raccolse una comunità di tredici religiosi. Ciò si rese possibile perché Andrea de Franchis assegnò ai frati il ricavato del dazio che si riscuoteva dal macello, l’elemosina di una messa al giorno e le offerte della lana e del formaggio. Il marchese assunse tale impegno con strumento notarile. Col passare degli anni la fraternità divenne ancora più numerosa tanto che nel 1724 dimoravano in convento venti religiosi. Nel 1708 il ministro provinciale p. Serafino da Parabita vi aprì uno dei piccoli studentati teologici della provincia. Allora insegno qui teologia p. Tommaso da Taranto. Nel 1717 divenne studentato di filosofia e assunse l’incarico di docente p. Tommaso da Maglie. Durante il XVIII sc continuò ad essere ritenuto sede idonea per la formazione di chierici, per cui i superiori sentirono l’esigenza di un suo ingrandimento. P. Antonio di Alliste nei primi decenni del Settecento contribuì a renderlo più efficiente, aggiornando la biblioteca, come ancora documentano diversi volumi della raccolta conventuale, ora custoditi nella Civica Biblioteca di Taviano.
Per interessamento del Ministro provinciale p. Tommaso da Latiano il convento venne risparmiato dal decreto murattiano del 7 agosto 1809.
La presenza di un numero sufficiente di frati fece sì che il regime napoleonico non chiudesse questa casa, che nel 1848, dopo la restaurazione, accolse una piccola comunità composta da quattro sacerdoti e di tre fratelli non chierici.
Invece, come tutte le dimore della provincia, fu colta dalle leggi di soppressione del 1866. Per mancanza di documenti ignoriamo la data in cui i frati la dovettero abbandonare e il 12 agosto 1867 venne firmato il verbale di cessione dello stabile al comune e, nello stesso tempo, il giardino fu affittato. L’amministrazione del Fondo per il Culto, il 29 giugno 1869, cedette pure al comune la libreria francescana, perché impiantasse una civica biblioteca.
Il complesso, passato prima al clero secolare, venne poi acquistato dal pubblico demanio che lo vendette al conte Ambrogio Caracciolo, il quale vantava diritti patronali e che lo trasformò in una sua abitazione.
1 Testi tratti dai seguenti volumi:
Mario De Marco Taviano dalle origini ai giorni nostr Ed. Del Grifo – Lecce
Benigno F. Perrone I Conventi della Serafica Riforma di San Nicolò in Puglia (1590-1835) vol. III Concedo Editore
Antonio Schito Cento anni con Maria 1894-1994 pubblicato per la celebrazione dell’anno centenario del Miracolo
verificatosi in Taviano nel febbraio 1894 e in distribuzione presso la parrocchia.