Un Uomo da Ricordare
Mi hanno chiesto di ricordare il prof. Scategni: lo faccio volentieri con la riserva che non ero suo amico: non lo conoscevo bene, la differenza d’età era tanta e, perciò, non ci poteva essere la necessaria confidenza che converte la conoscenza in qualcosa di più grande, ma gli ero affezionato. Questo sì.
Lo conoscevo sin da bambino, abitavamo l’uno di fronte all’altro. Da piccolo, il ricordo è legato alla sua presenza fisica: non tanto per l’altezza, che pure, per quei tempi, era elevata, quanto per la sua mole, vale a dire per il combinato altezza-robustezza che ne faceva uno degli uomini più imponenti di Taviano. Per noi ragazzi era un metro di paragone. Quando, dopo la maturità, sono entrato nel Circolo Cittadino, ho avuto modo di sentirlo e parlargli spesso, ed è stato così che penso di averlo conosciuto un pochino.
Non è stato mio insegnate di educazione fisica: ho fatto il liceo a Gallipoli e lui, invece, aveva messo radici a Casarano, ma posso dire che, oltre ad aver dato piena dignità alla materia che lui insegnava, di solito negletta e riempitiva dell’orario scolastico, deve essere stato anche un maestro di vita per i suoi allievi. E’ questo il giudizio che i suoi allievi, tra i quali molti miei amici, davano di lui. E un’altra cosa mi sento di dire: il rapporto andava ben oltre gli anni scolastici; a distanza di venti e più anni, il Professore si ricordava degli allievi e gli allievi del professore. E di ciò il Professore, lo si capiva sentendolo raccontare certi episodi, andava fierissimo.
Mi piaceva come raccontava i fatti, e spesso succedeva che ne raccontasse: era preciso nei particolari, dava un certo pathos alla narrazione non disgiunto, però, da inserti di umorismo.
Ma il prof. Scategni era, soprattutto, un uomo di altri tempi. Ed io lo ricorderò in quanto tale.
Non ho conosciuto, nella vita di tutti i giorni, qualcuno che seguisse le norme del bon ton come lui: dal modo di porgersi all’ossequio alle signore, alla pratica della discrezione. Ed era un uomo di altri tempi anche per i valori che perseguiva: lavoro, sacrificio, famiglia, onestà. Qualcuno, che non lo conosceva bene, con superficialità, gli ha addebitato una qual quota di formalismo. Niente di più errato: il suo formalismo era un rigido appello alle regole del vivere civile, un alveo, dove confluivano i suoi comportamenti, le cui sponde erano edificate con valori in cui credeva.
La nostra società è così confusa, incerta, traballante perché sono in via di estinzione gli uomini come il prof. Scategni.
Alfonso Mele