Un invito entusiasmante

 

 

Era l’ottobre del 1999, avevamo nove anni ed eravamo impegnati con una lezione di catechismo. L’insegnante spiegava la parabola del “Figliol  prodigo”, ma eravamo piuttosto annoiati perché l’argomento ci era stato ripetuto più volte.

Ad un certo punto qualcuno busso alla porta. Si fece avanti un giovane alto, capelli neri e ricci, volto simpatico. Si presentò come il responsabile dei ministranti e rivolse a noi ragazzi l’invito a far parte di tale gruppo. Il nostro primo atteggiamento fu quello del rifiuto.

Indossare la tunica bianca! …

Mettersi accanto al sacerdote! …

Stare di fronte all’assemblea ed essere notati da tutti! …

No, no! Non era proprio per noi.

In seguito ad alcune prove, però, cominciammo ad incuriosirci e a coltivare pian piano la passione per il “servizio”. Da allora siamo diventati più assidui alla messa, abbiamo apprezzato il ruolo del ministrante e “servito” anche nei giorni feriali, oltre ai festivi.

Ogni volta che saliamo sull’altare proviamo un’emozione sempre nuova. Sappiamo che essere ministranti è un privilegio non comune, che il sacerdote rappresenta Cristo e noi coloro che lo aiutano nel suo ministero. Ciò ci rende orgogliosi e non proviamo più disagio a manifestare la nostra appartenenza al gruppo.

 

 

Man mano che il tempo passa e diventiamo più grandi, cresce anche il nostro senso di responsabilità. Ci rendiamo conto che molti di noi, oggi, hanno bisogno di essere aiutati a crescere buoni e incoraggiati a manifestare la propria fede; ben volentieri, perciò, aiutiamo il responsabile ad avvicinare e preparare altri ragazzi ad essere ministranti. Questo ci dà una carica nuova, ci fa sentire più grandi, fieri delle nostre scelte e maggiormente impegnati a dare buon esempio a tutti quelli che ci stanno intorno.

Chi l’avrebbe detto che, nonostante i diversi impegni quotidiani (e per noi ragazzi di oggi non sono pochi se si pensa alla scuola, alla palestra, alle lezioni di musica,…), noi avremmo continuato ad essere così assidui al servizio della Messa, così costanti nell’impegno preso, così entusiasti nel trasmettere agli altri la nostra gioia di essere ministranti?

Ci auguriamo che altri ragazzi seguano il nostro esempio e che il nostro entusiasmo non si spenga con il passare degli anni.

 

                                Mattia Francioso e Silvio Perchia 




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