Comunità tra gli uomini che
ascolta, celebra, ama.
Stiamo vivendo
un grande e serio momento della vita ecclesiale. La Chiesa si è messa sulle vie
dell’uomo, diciamo che “ha preso il largo”. Con il passo dell’uomo “venuto da
lontano”, così si presentò l’attuale Pontefice nel suo primo apparire al mondo
quale Supremo Pastore della Chiesa. Continuando un crescendo di missionarietà,
la Chiesa cerca di essere ciò che il Concilio Vaticano II° ha chiesto che
fosse, secondo il disegno di dio, “germe validissimo di unità, di speranza e di
salvezza…strumento di redenzione di tutti, luce del mondo e sale della terra,
inviata a tutto il mondo”(LG9). In questa prospettiva ci chiediamo:”Che
cos’è la Parrocchia?”
Il CdA al
n.458 così la definisce: ” Comunità stabile di credenti, idonea a celebrare
l’Eucaristia, guidata da ministri ordinari in qualità di collaboratori del
Vescovo…E’ la Chiesa posta in mezzo alle cose degli Uomini…Vive profondamente
inserita nella società umana ed è intimamente solidale con le sue aspirazioni e
i suoi drammi. E’ chiamata a promuovere rapporti umani fraterni, ad essere la
casa aperta a tutti e al servizio di tutti o, come amava dire Giovanni XXIII,
la fontana del villaggio alla quale tutti ricorrono per la loro sete. Spetta ad
essa iniziare a raccogliere il popolo nella normale espressione della vita
liturgica; ad essa conservare e ravvivare la fede della gente di oggi; ad essa
fornirle la scuola della dottrina salvatrice di Cristo; ad essa praticare nel
sentimento e nell’opera l’umile carità opere buone e fraterne ” .
Dio non solo
ci fa dono della vita con la sua gratuità e il suo mistero, ma ci fa dono della
Chiesa e così mette sui nostri passi la grazia e la pace di Gesù con la sua
ricchezza di misericordia e di salvezza, di liberazione e di speranza.
Forse siamo
troppo immersi in questo dono di grazia per cui, come dice il Papa nella
lettera di resoconto del Grande Giubileo, Novo millennio ineunte n.38,
corriamo il serio pericolo di lasciare insidiare ogni cammino spirituale e la
stessa azione pastorale pensando che i risultati dipendono dalla nostra capacità
di fare o di programmare. Certo, continua il Papa, Iddio ci chiede una
reale collaborazione alla sua grazia e dunque ci invia a investire, nel nostro
servizio alla causa del regno, tutte le nostre risorse di intelligenza e di
operatività. Ma guai a dimenticare che senza Cristo non possiamo far nulla.
Dice il card. Martini “Tutto comincia dall’ascolto della Parola di Dio e alla
Parola ritorna, come alla sorgente e alla meta che ci è dinanzi. In principio è
la Parola e tutta la vita altro non è che una risposta umile e riverente alla
Parola”.

Chi cerca il
Signore e ha bisogno di amore è esigente con la Chiesa. Sta a noi, che siamo
membra vive della Chiesa, darle un volto dal cuore materno; sta a noi far
scoprire che la Chiesa è dono, dono di Dio. E allora vivere la carità come
volto credibile di una comunità non è semplice scelta, ma identità stessa
di quella comunità, nel senso che la carità appartiene allo statuto generico
dell’essere comunità…La vita umana si misura sull’amore, come tutto deve essere
animato dall’amore. La fede non basta, non servono i carismi, non sono
sufficienti i vari ministeri, neppure il dono delle cose nella povertà e il
dono di sé nel martirio: ovvero ciò che rende tutto fecondo e salvo, benedetto
e gradito a Dio è l’AMORE. Non si tratta di un amore vago, evanescente,
incontrollabile, è un amore che passa nel vivo della vita, nel dovere di ogni
giorno, nell’accoglienza, nella pazienza, nella bontà nell’obbedienza…Non
scordiamolo, l’amore sarà il nostro vero segno di riconoscimento e sull’amore
saremo giudicati da Dio. Ma come amare? C’è una sorgente e un modello da cui
attingere l’amore ogni giorno, ed è l’Eucaristia. Nasce dall’amore di Dio che in
Gesù si fa sacrificio, presenza, comunione senza riserva, senza risparmio.
L’Eucaristia è la manifestazione continua dell’amore di Dio per noi: in quel
pane spezzato è Cristo che continua a donarsi e al tempo stesso impegna l’uomo
ad amare ogni uomo alla sua maniera.
Don
Antonio Mergola