Un anno intero per ricordare…

 

E’ passato diverso tempo da quando abbiamo decorato la facciata della Chiesa per la ragione che ben conosciamo.

Ogni tanto, però, mi capita di incontrare qualche forestiero o qualche nostro concittadino che mi chiede il motivo questa trovata tanto particolare e insolita.

Rispondo immediatamente spiegando che sono trascorsi i primi 50 anni di vita della Parrocchia e del Santuario, entrambi istituiti nel lontano 1952, presso la Chiesa del Convento, da mons. Corrado Ursi che nominò, contemporaneamente, don Luigi Antonazzo parroco della nuova Comunità di Taviano.

E’ stata una trovata veramente ingegnosa mettere quel numero luminoso sul frontale della Chiesa. L’abbiamo notato ogni volta che ci siamo passati davanti, soprattutto di sera, tanto da aver fatto quasi l’abitudine alla sua nuova immagine.

Diverse persone mi hanno confidato il dispiacere perché, a conclusione dell’anno, dovremo togliere tale decorazione.

Cinquant’anni di vita corrispondono a cinquant’anni di storia locale! A tal proposito mi piace richiamare alla memoria l’elevato interesse che ha suscitato la mostra fotografica, curata dal Centro Studi Valle di Ottaviano, sui cinquant’anni di vita trascorsa insieme intorno al Convento.

Posso immaginare quanti avvenimenti si sono rincorsi in questo lungo periodo! I più grandi avrebbero da ricordare infiniti aventi accaduti nel corso di mezzo secolo di vita parrocchiale, però molte cose si dimenticano facilmente; potrebbe accadere anche a noi lo stesso inconveniente per ciò che abbiamo vissuto nel corso di quest’anno.

Allora bisogna aiutare la memoria; impresa ardua fermare i ricordi per chi come me dimentica facilmente. Mi propongo, a conclusione dell’anno, di raccogliere le immagini riprese con la videocamera e montarle in modo da avere una videocassetta commemorativa che metteremo a disposizione di quanti la desiderano.

Quante emozioni, esperienze, avvenimenti ci hanno accompagnato! Per fare un esempio: dal matrimonio nella stessa celebrazione di due coppie, al funerale in contemporanea di due amici crudelmente uccisi.

Volge ormai al termine un periodo di impegno quotidiano culminato nei festeggiamenti dell’Addolorata.

Vi propongo ora di chiudere gli occhi per partire in un viaggio; con l’aereo della fantasia voleremo tra le immagini, i ricordi, le emozioni anche di semplici avvenimenti che, per la storia della nostra Parrocchia, resteranno importanti e, perciò, indelebili.

Ci sembra di ascoltare le musiche e i canti del Concerto di Capodanno con i quali i cori parrocchiali ci auguravano buon anno.

Ci pare di risentire gli auguri gioiosi preparati dai ragazzi in occasione della festa della mamma o del papà o le raccomandazioni delle catechiste impegnate a far comprendere ai ragazzi il valore della Parrocchia ed il senso di appartenenza, simile a quello che ci tiene stretti alla nostra famiglia.

Potremmo rivedere il luccichio degli arredi sacri rimessi a nuovo ed esposti insieme al tesoro della Madonna, come le notizie lontane nei secoli conosciute grazie alla mostra dei documenti ricercati e rinvenuti nell’Archivio Storico del Comune; riprovare la commozione nell’apprendere dalle parole del Sindaco l’approvazione da parte della Prefettura della richiesta di dedicare all’indimenticabile Don Luigi il nostro “Largo Convento” dove, ultimamente, sono stati eseguiti i lavori per il rinnovamento del sagrato a cura dell’Amministrazione Comunale.

Quale emozione, poi, nel veder rimontare l’altare restaurato di San pasquale, collocato in altra parte della chiesa per lasciare visibile l’affresco raffigurante l’adorazione dei pastori e la tela della Porziuncola rimessa al suo posto con non poche difficoltà e peripezie!

Che dire, inoltre, dei giochi pirotecnici creati con i fuochi di artificio, nella simulazione dell’incendio del campanile, in occasione delle due feste di febbraio e di settembre, della bella cartolina commemorativa, riprodotta in questa pagina, con lo speciale annullo postale e della simpatica esibizione dei giovani bersaglieri?

 

 

 

Non sono mancati poi anche spazi di formazione e riflessione con la catechesi quaresimale curata da don Antonio Mergola e gli interventi di sacerdoti che, nel corso del settenario, hanno offerto spunti di riflessione sulla parrocchia che vive nella nostra epoca.

La presenza dei frati a Taviano, per la preparazione all’ordinazione di fra Massimo Tunno, ci ha fatto respirare aria buona di francescanesimo.

I pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo per Padre Pio, ad Assisi per San Francesco, a Tours per San Martino, a Gallipoli per San Gabriele dell’Addolorata ci hanno fornito momenti di alta spiritualità.

E poi e poi e poi …

Un amico, notando le molteplici iniziative, mi ha confidato, da buon osservatore, che la nostra Parrocchia può essere definita “un quartiere sempre aperto” . L’idea, anche se non è molto poetica, mi è subito piaciuta perché è efficace e corrisponde alla verità.

A tal proposito credo di poter dire che tanto è stato fatto, ma molto ancora resta da fare. Perciò mi piace pensare ai progetti che nel futuro cercheremo di sviluppare o completare con l’aiuto di Dio e di quanti hanno buona volontà.

Ritornando con i piedi per terra, desidero ringraziare quanti, in ogni circostanza, hanno sostenuto e continuano a sostenere, anche economicamente, le iniziative del Santuario e della Parrocchia.

Lavorare insieme è difficile, ma anche entusiasmante, e i frutti già si vedono.

Un suggerimento: venite ad ammirare l’affresco della Natività restaurato e scusate se, ultimamente, ripeto spesso l’espressione “ne vale proprio la pena!”

E mentre scrivo, stando proprio vicino a quella immagine, auguro a tutti buon Natale e buon Anno nuovo!

 

                                                                       Don Albino

 

 




Torna all'indice