Un evento inciso nel bronzo e trasformato in “memento”

 

Il 24 novembre non è più per noi un giorno qualsiasi del calendario perché non indica solo la commemorazione della scomparsa di Don Luigi ma, soprattutto, l’inaugurazione di un nuovo inizio che si innesta direttamente sul Suo operato pastorale ed umano, da cui trae linfa vitale. La targa, su cui è inciso il Suo nome, indica la sua presenza diffusa in tutto lo spazio davanti alla chiesa, dove siamo riusciti tutti insieme, attraverso l’iniziativa di Don Albino e la mediazione del Sindaco, a trattenere quasi fisicamente Don Luigi per sempre in mezzo a noi.

Il 24 novembre, dunque, può costituire il momento entusiasmante della consegna del testimone da parte di Don Luigi nella staffetta, a cui ciascuno partecipa con la propria vita in questo mondo. Ma possiamo anche guardare al significato di questo giorno come ad una pietra miliare, che sta ad indicare al tempo stesso il punto di arrivo e il nuovo punto di partenza, costituendo, inoltre, un utilissimo punto di orientamento.

In quest’ordine di pensieri si configura la pubblicazione del libro DON LUIGI ANTONAZZO. PARROCO (1952-1998), che abbiamo realizzato io e don Albino, provandone per primi gioia e gratificazione. Le testimonianze presentate nel libro, infatti, non solo ci hanno arricchiti di impressioni, notizie, arguzie, battute di spirito, descrizioni, commenti ed emozioni; ma anche, o forse, soprattutto, ci hanno trasmesso una grande carica di energie  spirituali e morali. Desidero precisare che abbiamo voluto fare questo lavoro, non soltanto per rendere un omaggio alla memoria del nostro parroco, ma anche per lanciare a noi stessi una nuova sfida, una provocazione, nel senso più costruttivo e coinvolgente della parola; uno stimolo a riflettere e a mobilitarci per recuperare il tempo perduto.

 

 

Ci sono all’interno del nostro passato di comunità parrocchiale notevoli ricchezze che meritano di essere portate alla luce e valorizzate per mezzo di un impegno individuale e collettivo. Ciascuno di noi, personalmente o nella storia della propria famiglia, dispone di esperienze e materiali, che possono trovare efficace utilizzo in una crescente qualificazione della nostra vita comunitaria, parrocchiale e cittadina. In un simile clima di entusiastico rinnovamento di energie, voglio rilanciare il progetto di una storia della nostra chiesa e della sua comunità parrocchiale, convinto che tutti possiamo superare freddezza e scetticismo, se soltanto osservassimo quello che si è fatto fin ora e quello che è in corso di realizzazione, all’interno e all’intorno del nostro, pur sempre, Convento.

A questo progetto sono continuamente invitati a collaborare tutti i parrocchiani e i cittadini, per mezzo di ricordi personali ed eventuali oggetti legati alla storia di questa comunità e con la certezza che un tale lavoro può realmente gratificare chi vi partecipa e arricchire e allietare chi ne vorrà usufruire.

 

                                                           Augusto Fonseca




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