Stefano viene generalmente rappresentato giovane e imberbe, rivestito della dalmatica diaconale, con la stola. Attributi particolari sono le pietre, simbolo del martirio, che compaiono più spesso a partire dal sec. Xii, rosse di sangue e dorarte. Meno specifici sono altri attributi come il Libro dei Vangeli, simbolo del Diaconato o la palma del martirio.
Figure del protomartire, si ritrovano già a partire dal sec. V, nel grande mosaico, peraltro interamente rifatto, dell’arco trionfale di San Paolo fuori le Mure a Roma, tra gli affreschi di Giovanni VII nella Chiesa di S.Maria Antiqua, pure in Roma (sec.VIII); tra gli affreschi carolingi di Malls in Tirolo (sec.X) e in quelli del sec. XII a Schwarzrheindorf nei pressi di Bohn. Al sec. XII appartiene ancora una statua-colonna del portale Nord della chiesa di Valcabrere, presso Saint-Bertrand-de-Comminges (Haute-Garonne). Del secolo successivo sono invece una statua sul portale della cattedrale di S.Stefano a Sens, che rappresenta ilgiovane diacono, rivestito della dalmatica, mentre ofre alla vista con entrame le mani il Libro dei Vangeli ; una statua sul portale meridionalesul transetto della Cattedrale di Chartes; una sul portale Nord del transetto della Cattedrale di Meaux; una’altra ancora sulla porta detta di Adamo, della Cattedrale di Bamberga. Vanno ricordati ancora per il sec.XIII, il Paliotto di Goslar, e una statuetta in argento dorato di scuola mosana, staccata da un reliquario del 1220 ca. e ora a New York.
Per il trecento va subito citato il Santo Stefano di Giotto (Firenze, Museo Horne) che faceva probabilmente parte di un polittico ora smembrato, (Washington, National Gallery; Chaalis, Museo Jvicino nel tempo agli affreschi di S. Croce.
Nel Quattocento sono fondamentali la statua eseguita da Lorenzo Ghiberti per la Chiesa di Orsammichele a Firenze; il portello del dittico di Melun, rappresentante S.Stefano patrono di Etienne Chevalier, di Jean Fouquet (berlino Staatliche Museen) e il S.S. di dubbia paternità carpaccesca del Philbrook Art Center di Tulsa (Oklahoma)
Per il cinquecento vanno ricordati il dipinto di Pier Francesco Bissolo (Milano, Pinacoteca di Brera), una statua della pala offerta alla Cattedrale di Sens dall’arcivescovo Salazar, del 1515 ca. e la statua lignea di Tilman Riemeschneider, rappresentante il santo seduto, nel Museo di Wurzburg.
Infine, El Greco: nell’Entierro del Conde de Orgaz, S.Stefano s S.Agostino ne depongono il corpo nel sepolcro; la tela, commissionata nel 1578m dal parroco della chiesa di S.Tome di toledo( nella qule ancora si conserva) fu dal pittore stesso definito "la mia opera sublime". Nella ricchissima dalmatica del santo, è raffigurata la sua lapidazione.
Assai più diffusi sono però sono gli interi cicli o le scene particolari della vita del Santo tratte dalle più note fonti di devozione: gli Atti degli Apostoli la Vita fabulosa sancti Stephani protomaryris del sec.X, el aLegenda aurea del sec. XIII. L’arrestodi S., la sua comparsa davanti al Sinedrio e la sua lapidazione formano il soggetto di affreschi carloingi nella cripta di Saint_Germain di Auxerte(ca. 850). Nel reliquario di Gimel (Correze) del sec. XII si vede Cristo che appare al protomartire, quattro Ebrei ai quali il santo si rivolge, che si chiudono le orecchie con le mani per non sentire le sue parole, e unfine il santo che vien fatto uscire dalla prigione per essere condotto al supplizio. Pure del del sec.XII è una vetrata della cattedrale di Le mans, che reca la leggenda di S.Stefano in una serie di medaglioni: i carcerieri lo fanno uscire dalla prigione per essere condotto al supplizio, la lapidazione (in questo episodio compare assai spesso la figura di Saulo che custodisce le vesti dei carnefici), il corpo inanimato del martire viene lasciato insepolto, ma le belve non osano profanarlo, la sepoltura, e - ultimo episodio - un prete che risuscita al contatto della cassa contenente le spoglie mortali del martire.
Numerosissime sono le opere duecentesche : i diversi episodi della leggenda del santo (disputa con i dottori, predicazione, arresto e condanna, lapidazione e sepoltura) figurano nel timpano del portale sud del transetto di Notre-Dame di Parigi: al vertice del timpano, Cristo riceve l’anima del martire. Identica distribuzione delle storie si ha sul frontone del portale Sud del transetto della Cattedrale di Meaux. Vanno ricordati ancora altri notevoli frontoni: portale centrale della cattedrale di Sens (predicazione, cacciata dalla sinagoga, lapidazione), porta di santo stefano nella cattedrale di Bourges (ordinazione, arresto, lapidazione, visione di Cristo benedicente), portale di santo stefano nel transetto della Cattedrale di Auxerre (ordinaziine, prdicazione, arresto, lapidazione). Importanti sono pure dello stesso secolo, alcune vetrate: della cattedrale di Chartes (disputa con i dottori, traslazione delle reliquie a Gerusalemme e a Costantinopoli), de ella Cattedrale di Bourges, di quella di Lione (ordinazione, processo, durante il quale egli si difende dall’accusa di empietà, lapidazione, visione di Cristo in gloria fra gli apostoli.)
Gli affreschi della Cappella dei SS. Lorenzo e Stefano in S.Croce a Firenze, sono la più antica opera nota di Bernardo Daddi, che fu tra i vicini discepoli di Giotto; ancora del trecento appartengono gli affreschi della cupola occidentale del S. Stefano di Cahors, quelli di St-Nazaire a Bèziers, nei quali figurano la disputa con i dottori, la condanna e il ritrovamento del suo corpo grazie alle indicazioni di Gamaliele; gli affreschidell’Oratorio di Lentate sul Seveso, che preludono - come quelli di Mocchirolo - alle forme del "gotico internazionale" e quelli di S.Lucchese a Poggibonsi. Vanno infine ricordate le oitture di Dadesio (Svezia).
Per il quattrocento non è da tralasciare un polittico frammentario (Francoforte Stadelsches Institut) di Martino di Bartolomeo (secondo il Berenson ; secondo altri di Bartalo di Fredi), nel quale figurano: il santo neonato, rapito da Satana, viene trovato ed allattato da una cerva bianca; il santo abbatte gli idoli col segno della croce ed esorcizza un indemoniato; seguono poi le storiepiù comuni dell’ordinazione, disputa con i dottori e lapidazione.
Il Beato Angelico fu a Roma dal 1445 al 1449 e dal 1452 al 1455, anno della sua morte; del periodo romano restano gli affreschi della Cappella Niccolina in Vaticano, con storie dei ss. Stefano e Lorenzo, per i quali il maestro si valse della collaborazione di Benozzo Gozzoli e di Giovanni d’Antonio. Questi affreschi sono la testimonianza del ritorno dell’Angelico, nella fase estrema della sua arte, all’esperienza "masaccesca" della gioventù, riscontrabile nell’affermazione monumentale dei volumi. Fra le storie di S.Stefano figurano l’ordinamento, la predicazione, la distribuzione delle elemosine,il giudizio e la lapidazione.
Filippo Lippi lavorò tra il 1452 e il’64 agli affreschi del coro del Duomo di Prato con storie di S. Stefano e del Battista che rappresentano il compimento più alto della poetica lippesca. Vanno ricordate ancora alcune pitture della scuola tirolese di Michael Pacher, un tessuto di Tours, proveniente dalla Cattedrale di Auxerre e ora nel museo di Cluny, e una vetrata della Cattedrale di Chalons-sur Marne, dle 1498 ca. Fra il 1512 e il ’30 Vittorio Carpaccio lavora per la scuola di S.Stefano aVenezia; il ciclo è ora smembrato tra gli Staatliche Musee di Berlino (ordinazione dei sette diaconi), la pinacoteca di brera a Milano (disputa nel sinedrio), il Louvre di Parigi (predicazione) e la Staatgalerie di Stoccarda (lapidazione). Secondo il Boschini il telero perduto è quello del processo e ad esso si riferisce un disegno a penna e acquerello nella Galleria degli Uffizi a Firenze, svolgente appunto questo tema. Vanno ricordate ancora una vetrata di S.Stefano di Beauvais (Engrand Le Prince, 1524), con scene dell’infanzia del santo; una di San Romano di Rouen proveniente dall’antica chiesa di St-Etienne-des Tomeliers (Arnoult di Mimega, ca. 1510) e infine un’altra della Cattedrale di Bourges (Le-Scuyer, ca. 1518) in cui il cclo di S. è unito a quello di s. Lorenzo. Per il seicento e’ fondamentale il trittico dipinto da Rubens per l’abbazia beneddina di St-Amand-les-Eaux rappresnatante la disputa nel Sinedrio e la sepoltura (Valenciennes, Museo) Infine è da ricordare un tessuto del Tesoro della Cattedrale di Tolosa.
Raffigurazioni di episodi della vita del protomartire o di fatti miracolosi avvenuti dopo la sua morte, si trovano oltre che nella quasi totalità dei cicli finora esaminati, anche in alcune scene dedicate unicamente a questo o q quello avvenimento. Così il racconto leggendario della sua sostituzione nella culla con un piccolo demonio e della sua salvezza., dovuta a una cerva bianca che lo avrebbe allattato, compare tra le miniature del breviario del duca di Bedford (sec.XV; Parigi, biblioteca Nazionale).La disputa ne Sinedrio figura nella predella della Pala dello Spirito Santo a Manresa, di luis Borrassa, pure del sec XV.
L’episodio che ricorre con maggior frequenza è però quello della lapidazione; nei secoli del Medioevo esso è diffusissimo nelle miniature : Sacramentario di Dragone (sec. IX; parigi Biblioteca Nazionale); Benedizione di S. Aethewold (sec. X; Londra British Museum); Sacramentario di St-Denis, nel quale le pietre sono dorate (se. XI; Parigi, Biblioteca Nazionale); Graduale di Prun (sec. XI), menologio di Basilio II (sec.X; Roma, Biblioteca Vaticana)
Per il sec. XII vanno ricordati l’architrave di Chamborn (Puy-deDome) un capitello di St_Lazare di Autun, uno di S.stefano di Lubersac (correze); i bassorilievi del portale e del chiostro di S.Trofini di Arles, in cui l’anima del martire sale al cielo portata da due angeli. Ancora sono degni di nota le miniature del Sacramentario di Limoges (Parigi, Biblioteca, Nazionale), un reliquiario in argento dorato del Duomo di Genova, un rerliquiario in smalto "Chamleve " della chiesa di Malval, una mitra ricamanata del Tesoro della cattedrale di sens, e un’altra di Seligenstadt, ora nel Museo Bavarese di Monaco. Al sec. XIII appartiene un gruppo sculòtoreo nell’abside della Cattedrale di Limoges.
Del trecento vanno ricoradate le miniature dell ore del maresciallo Boucicault (Parigi, Museo Jacquemart_andre) e del Quattricento, quelle del già citato Breviario del Duca di Bedford (Parigi, Biblioteca Nazionale). Nel 1516 Lorenzo Lotto terminava la Pala di s. Bartolomeo, la cui predella si trova all’Accademia Carrara di Bergamo: una delle storie è appunto la lapidazione di S.Stefano. Si ricordano ancora, sempre del Cinquecento, l'Hortulus animae du Gerard Horebout, il timpano del portale di Saint Etienne-du-Mont a Parigi, un dipinto di Felix Chretien nella Cattedrale di Auxerre datato al 1550 e una vetrata della Chiesa di Cweffonds presso Montier-en-Der, nella quale i carnefici sono vestiti da lanzichenecchi. Per il seicento sarà sufficiente ricordare il Poussin si S. Stefano di Caen (1620 ca.) e la Pala di S.Stefano di Tolosa, di Gervais Drouet (1670). E' del 1720 il timpano scolpito da Jean-Baptiste e Edme Bouchardon per l'antica cattedrale di Diogene, reimpiegato nell'Ottocento nel portale di S.Benigno. E' degna di nota inoltre la pala dipinta nel 1739 da G.B. Pittoni per la chiesa degli Agostiniani di Diessen. Del !853 è la Sepoltura di Stefano di Delacroix (Arras, Museo).
L'apparizione del vecchio Gamaliele al prete Luciano per indicargli il mezzo con cui ritrovare le reliquie del martire, figura in una vetrata della Catedrale di Chalons-sur-marne (sec.XII),in una della cattedrale di Bourges (se. XIII) e in una di Rouen (sec. XIV). Il ritrovamento delle reliquie di Stefano a Gerusalemme è il tema di una miniatura del Lezionario di Echternach( sec.XI; Bruxelles, biblioteca); esso figura ancora nelle già citate vetrate di halons-sur-Marne e di Bourges; in una predella con storie di ss Stefano e lorenzo di Bernardo Daddi ( Roma, Pinacoteca Vaticana), in un tessuto del Museo di Cluny (sec.XV) e nelle miniature del Breviario del duca di Bedford. Nel sec XVI tale soggetto compare in una vetrata della cattedrale di Sens, datata al 1502 ca.
Alcune vetrate del Duecento (Chartes e Bourges) possno concludere la rassegna dell'iconografia relativa al protomartire con la traslazione delle reliquie a Costantinopoli.