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La facciata

La parte più interessante delll’edificio è rappresentata dalla facciata divisa da spesse cornici orizzontali intersecate da larghe lesene verticali che raggiungono un equilibrio compositivo quasi rinascimentale. All’interno di questa struttura di base, riquadri minori contengono bassorilievi figurati e altri ricchi ornamenti armoniosamente distribuiti.

Partendo dall’alto troviamo: (1) S.Pietro, a sinistra, e S. Andrea, a destra; sotto (2) due tori in pietra, quali simboli di vita destinati al sacrificio, come Cristo; il rettangolo centrale (3) doveva essere destinato ad accogliere una grande figurazione sacra, forse a mosaico. Tre rosoni animano l’ordine mediano. Quello centrale (4) di cui restano la cornice esterna a decorazioni musive cosmatesche e i bassorilievi con i simboli degli Evangelisti negli angoli, è molto simile a quello della Cattedrale, ma di qualità inferiore. Nella parte bassa della facciata si aprono tre portali fiancheggiati da animali in pietra. Ai lati di quello centrale, ornato da due leoni, sono due serie di bassorilievi figurati contenuti entro pannelli rettangolari. Da sinistra in alto troviamo: (5) la Morte del Giusto, tra i migliori di tutta la facciata: S.Pietro libera il giusto dalle catene; la bilancia che pesa la sua anima pende dalla parte di S.Michele Arcangelo ma un demonio, che mostra un cartiglio su cui è scritto “mi affliggo perché prima era mio” tenta di rubare sul peso abbassando la bilancia dalla sua parte e viene punito da S.Pietro con un colpo di chiave; (6) la Morte del Peccatore: due demoni torturano il corpo del peccatore incatenato, che poi viene gettato dentro un pentolone mentre S.Michele si allontana. La bilancia pende dalla parte dei diavoli; (7) Il leone e il taglialegna: questa scena allude forse all’astuzia dell’uomo nel liberarsi dall’influenza del demonio; (8) Il leone e il soldato: la forza divina si abbatte sull’uomo peccatore, attaccato ai beni mondani, simboleggiato dal soldato; (10) Cristo lava i piedi a S.Pietro e a S.Andrea; (11) Vocazione dei SS.Pietro e Andrea; (12) La volpe finta morta e i corvi: concisa illustrazione di una favola in cui la volpe è simbolo demoniaco e i corvi rappresentano le anime attratte dai beni materiali: (13) Il lupo studente e il montone: illustrazione di una favola satirica in cui il lupo si fa studente e vuole imparare a leggere ma i suoi occhi, anziché dal libro, sono attratti dall’ariete che fugge: (14) Il leone e il drago; il leone che mette in fuga il drago simboleggia Cristo che sconfigge il male.

Tutti i rilevi descritti fin qui appartengono alla stessa epoca, tra la fine del secolo XII e i primi del XIII e sono opera di un unico gruppo di scultori, tra cui si distingue per la maggiore qualità l’autore del rilievo n.5.

(15) Tutt’intorno al portale maggiore sono disposte altre sculture appartenenti al pieno XIII secolo. Nell’architrave e negli stipiti un tralcio vegetale che nasce da una croce e si dirama in eleganti volte allude al Paradiso . Ai lati tre coppie di bassorilievi si alternano a gruppi di finte gallerie a colonnine tortili, scanalate e fogliate, il cui fondo è inciso a motivi geometrici e rosette di grande effetto decorativo. I bassorilievi, simmetrici rispetto al portale, rappresentano in basso il lavoro dell’uomo, simboleggiato dal contadino che ara spingendo i buoi; al centro una cerva che divora il serpente mentre allatta il piccolo; in alto un pavone. Tutte queste sculture alludono al cammino che l’uomo deve compiere per liberarsi dal peccato e giungere alla Redenzione: il lavoro umano è il risultato del peccato mentre la Redenzione per mezzo di Cristo è simboleggiata dai cervi che divorano il serpente; il pavone allude all’immortalità dell’anima e l’albero della vita che nasce dalla croce simboleggia il Paradiso. Sopra la porta centrale un arco (16) è il troncone di una cornice circolare, forse appartenente ad un rosone. Ai suoi lati sono collocate due aquile e due lastre con ornamento a mosaico di gusto cosmatesco. Sopra le due porte laterali architravate, sormontate da archi con ai lati due aquile, vi sono due formelle contenenti l’una (17) S.Michele Arcangelo che trafigge il drago e l’altra (18) un Santo vescovo. Entrambe le porte sono affiancate da due arieti.


Interno

 

Fu trasformato nel secolo XVII. E’ a tre navate absidale e presenta somiglianze con quello della cattedrale.

Navata sinistra: 1° altare (19) Madonna e santi, 1597; 2° altare (20) Ultima Cena; 3° altare (21) Madonna e due Santi, bassorilievo in marmo del secolo XIV.

Transetto sinistro: altare (22) Antico altare di san Giovanni Arcivescovo Martire la cui pala si trova attualmente al centro dell'abside.

Transetto destro: (23) Crocifisso ligneo, di buona fattura (fine XV – inizio XVI secolo); sull’altare di buoni marmi (24) S.Pietro ordina un vescovo, di un pittore tardo seicentesco.

Navata destra: 3° altare (25) Adorazione dei Magi, di pittore manierista umbro della seconda metà del secolo XVI; 2° altare (26) Predica di S.Paolo, tela del secolo XVII.

Il Battistero è del 1487, le acquasantiere, il tabernacolo, il crocifisso, sono opere notevoli della metà del XV secolo.

La necropoli antica

Sulla destra della chiesa, il muro dove si apre l'ingresso alla vecchia canonica è in gran parte composto di materiali antichi.
Altro materiale lapideo antico, non soltanto di età romana ma anche altomedievale e romanica, si trova nel chiostro della canonica e nei terreni intorno la chiesa: il più antico tra essi doveva appartenere alla grande necropoli che si estendeva nella zona e che fu in uso dai tempi pre-romani fino ai primi tempi cristiani.
Fin dalla sua costruzione, avvenuta probabilmente nel 419, la chiesa fu scelta dai vescovi spoletini come luogo privilegiato per la propria sepoltura: nei secoli XVI e XVII furono ritrovati molti di quegli antichi sarcofagi.