San Benedetto
Proclamato
patriarca del monachesimo occidentale e Patrono d’Europa, a riconoscimento del
grande influsso che ha esercitato con la sua opera nell’affermazione della
civiltà europea. Nasce a Norcia verso il 480, dove passò gli anni della sua
infanzia. Adolescente, verso il 497, si recò a Roma per proseguire gli studi
umanistici, come soleva farsi presso le famiglie facoltose del tempo. Mosso però da un profondo
amore per la solitudine, decise di abbandonare Roma, all’età di vent’anni,
per recarsi presso i monti Simbruini, tra le insenature rocciose e selvagge di
Subiaco. Qui per tre anni trascorse una vita in profonda solitudine, noto solo
ad un prete di nome Romano, dal quale ricevette il primo segno di abito
monastico. A causa della nequizia di un prete di nome Fiorenzo, partì verso il
529 per la via Latina, arrivando a Cassino e di lì si spinse verso la vetta,
dove sorgeva un tempio pagano. Arrivato a Montecassino, San Benedetto inizia la
sua grande opera con la costruzione del monastero e la bonifica non solo
spirituale, purificando residui del paganesimo, ma anche agricola. Vista l'opera
di promozione umana che man mano andava ad affermarsi, alla
generosità dei monaci vengono affidate vaste estensioni di terreno e la loro
presenza si espande nei dintorni. Con il programma di preghiera e lavoro (ora
et labora) aiutavano le popolazioni e insegnavano loro la buona coltura dei
campi. Non sappiamo con precisione l'arrivo dei monaci nella nostra terra e la data di fondazione della
prima prepositura
(monastero alle dipendenze di Montecassino)
in S.
Castrese, ma le fonti storiche
ci riferiscono la sua esistenza prima del sec. X. Nel privilegio
dell’imperatore Lotario III, del 1137, si fa menzione della chiesa di San
Benedetto di cui, nel 1668, rimangono solo i ruderi (rudera
supersunt). La seconda prepositura, che rimane attualmente al centro del
paese, ha la cappella dedicata a San Benedetto. Con la soppressione
dell’ordine, i monaci abbandonano il nostro territorio nel 1807. Nulla ci è
pervenuto circa il culto di questo santo, anzi fino a poco tempo fa non si
riconoscevano neanche le tracce presenti nella toponomastica. Dopo attente
ricerche, la comunità si è riappropriata
del cospicuo patrimonio monastico e, nel 1992, ha celebrato il
simbolico ritorno di San Benedetto. La statua,realizzata da un artista di
Ortisei, è stata ispirata all’immagine del Santo raffigurato in un affresco,
che ancora si può ammirare nella prepositura e la facciata di
quest’ultima in miniatura,è stata posta ai
sui piedi. Per arricchire il culto popolare al santo, è stato composto
un inno nel 1997, con le note esplicative che seguono: