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Situata nella parte alta del borgo la chiesa dedicata a San Giacomo è citata già in un documento del 1124.
Essa venne costruita sui ruderi di un vecchio castello.
Sul finire del 1500 venne fatto l%u2019ingrandimento della chiesa parrocchiale. Fu innalzato dalle fondamenta il Coro e venne realizzato il meraviglioso porticato sostenuto da 36 colonne di granito che circonda in quadrilatero tutta la chiesa. Alla sua consacrazione, avvenuta il 5 settembre 1599 ad opera del Vescovo Bascapè, successore di Carlo Borromeo, si presentava con un ambiente unico e cinque cappelle laterali. Oggi, rimaneggiata, si presenta in stile barocco, circondata da un quadrilatero sostenuto da colonne in granito. Nel sagrato antistante la chiesa si affaccia la cappella-ossario %u201CPietas Sorisii%u201D, riccamente affrescata con rappresentazioni di anime purganti.
La festa della consacrazione però venne fissata nella terza domenica di settembre di ogni anno, e in quell%u2019occasione era concessa l%u2019indulgenza di 40 giorni ai visitatori.
Di particolare pregio il Coro, dipinto nel 1733 ad opera di Tarquinio Grasso, con tre tele che raffigurano la vita di San Giacomo Maggiore patrono del paese.
La chiesa è ricca di sacri arredi, la maggior parte dei quali donati da Sorisesi che si erano trasferiti in altre città e che hanno voluto restituire splendore alla chiesa ,spogliata dai francesi nel 1636 e 1644.
Si devono al pennello del Toni il quadro dell'Addolorata e, sotto il portico, ormai vittima del tempo e delle intemperie, l'affresco del Mosè con le tavole di pietra.
Di buona scuola sono anche l'affresco sopra la porta con il Bambino che dà le chiavi a San Pietro e l'altro sopra il portone della casa parrocchiale.
Altre opere di pregio è il Coro (gravemente sfregiato nel 1978 col furto dei putti intarsiati nella struttura) ed il davanzale dell'organo (quest'ultimo, notevole lavoro del Serazzi).Di valore è anche un quadro di Andrea Majnardi dipinto nel 1603. Rappresenta la Madonna del Carmine in atto di porgere gli abiti ai Carmelitani.
Sotto il portico al lato ovest si può apprezzare un affresco della Madonna attribuito a Gaudenzio Ferrari. Dal volto di questa Madonna traspare un non so che di divino che lo rende particolarmente pregevole. Questo affresco è stato fu trasportato a spese di Mons. Mongini da una porta pubblica di Gozzano nel 1818.
Di particolare pregio sono: l%u2019altare maggiore fatto con marmi di Carrara, e pietre di varia provenienza e i sacri arredi che costituiscono un vanto per la Parrocchia e la prova tangibile dello splendore del Santuario della B. V della Gelata da cui provenivano molte donazioni.
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