Phos - Giovani n. 5

Eravamo partiti dalla domanda “perché dovrei credere in Dio ed essere cristiano-cattolico?”, ma prima di parlare del cristianesimo avevamo cercato di capire perché sia decisivo per la vita porci queste domande e trovarvi risposta (n.1); abbiamo poi parlato di alcune “prove” dell’esistenza di Dio (n.2), e, dopo aver visto cosa siano la religioni (n.3), abbiamo visto alcune “prove” che Dio si sia rivelato già agli ebrei, fino a 2000 anni fa (n.4).

Ora siamo pronti per chiederci se sia vero che ad un certo momento della storia, che chiamiamo significativamente anno “0” contando gli anni prima (a.C.) e dopo (d.C.) quel fatto, Dio si sia addirittura fatto uomo, perché lo abbia fatto e cosa possa cambiare nella nostra vita oggi. 

 Gesù Cristo è davvero l’unico Dio, fatto uomo?

 Notiamo intanto che in nessun’altra religione c’è un fondatore che dice di essere Dio stesso (Buddha, ad esempio, dice di essere l’“Illuminato” da Dio ma non Dio stesso, Maometto dice di essere il Suo più grande ed ultimo “profeta” ma non Dio stesso), cosa che invece Gesù di Nazareth fa pian piano capire di essere, con le sue parole e con le sue azioni, come ad esempio i miracoli. Dobbiamo cioè osservare che il “cristianesimo” non si pone nella storia come una nuova teoria, filosofia e neppure come una nuova religione accanto ad altre religioni, ma come l’annuncio di una notizia unica (“Vangelo” significa infatti “la straordinaria notizia”): Dio stesso, quel Dio cercato da tutte le religioni e in fondo da tutti gli uomini di tutti i tempi, quel Dio che aveva già parlato agli ebrei attraverso fatti e profeti, 20 secoli fa si è fatto uomo, uno di noi in carne ed ossa!

La “salvezza” dell’uomo si è allora compiuta in Lui: ogni ricerca umana della verità, cioè del senso vero della vita, ed anche ogni religione è perciò sorpassata; ogni tentativo di liberazione dal male (e dalla morte) e tutto ciò che l’uomo ha sempre profondamente desiderato, si è compiuto con la Sua presenza. Il cristianesimo non è dunque una religione, che pretende di essere più vera delle altre o l’unica vera, ma è l’annuncio che Dio (che abbiamo detto non può che essere “uno”) ha preso un’iniziativa che non ci saremmo mai aspettato:  è venuto Egli stesso! C’è qualcosa di ancora più straordinario nella notizia cristiana: Gesù di Nazareth, che pur aveva dato tanti segni perché pian piano gli uomini potessero riconoscere che era veramente Dio, alla fine (ecco perché il centro della Bibbia è il Vangelo ed il centro del Vangelo, a partire dal quale leggere e capire tutto il resto, è alla fine) ne ha dato uno decisivo e definitivo, inequivocabile: due giorni dopo la Sua morte vince definitivamente la morte, trasformando il suo stesso corpo in una nuova dimensione di vita, aldilà delle normali condizioni fisiche di spazio/tempo. Ed è ciò che chiamiamo “resurrezione”, una parola difficile per esprimere qualcosa di unico, che non è mai accaduto nella storia, per nessuno, neanche per i fondatori delle diverse religioni. Sarà proprio la constatazione di questo straordinario ed unico avvenimento che renderà coloro che ne sono stati testimoni certi che Gesù è veramente Dio, il Messia (= Cristo) atteso da secoli, il Signore dell’universo e della storia, la Verità assoluta, l’unico “mediatore” tra Dio e gli uomini, capace cioè di riconciliare l’umanità con Dio, capace di vincere il nostro peccato e la nostra morte, capace di renderci partecipi della Sua stessa vita, facendo di noi, da uomini destinati a morire e restare per sempre lontani da Dio (inferno), uomini “salvati” e “divini”, cioè partecipi appunto di Sé. L’annuncio che Gesù è risorto dice anche che non è un morto, uno del passato, ma un vivo, presente. Il cristianesimo (Chiesa) infatti non solo Lo annuncia, ma Lo dona; perché Gesù non è solo una verità da capire e da obbedire, ma vita divina da ricevere e “unione con Lui” da vivere! Come sempre (e in questo caso più che mai, vista l’importanza della questione, da cui dipende tutta la nostra vita terrena ed eterna) ci chiediamo: abbiamo delle “prove” per dire con sicurezza che Gesù di Nazareth è davvero Dio fatto uomo (il Cristo), ed è risorto e vivo, per renderci partecipi della Sua stessa vita?

Dovremmo soffermarci a lungo, evidentemente, sulle parole che Gesù ha detto e sui miracoli che ha compiuto, per capire come anche nella Sua vita terrena Egli manifesti di essere Dio stesso e non semplicemente un uomo che parla di Dio. Dovremmo anche studiare le prove (letterarie, storiche e perfino archeologiche) che ci dimostrano come i Vangeli scritti (la cui redazione è posteriore anche di decenni rispetto ai fatti che ci raccontano) siano fedeli alla verità dei fatti. Non avendo però qua lo spazio per farlo, ci chiediamo solo la cosa più decisiva, da cui intanto tutto il resto dipende: che prove abbiamo della resurrezione di Gesù di Nazareth?

La resurrezione di Gesù Cristo è un fatto unico e irripetibile, che ha un lato storico (accaduto in un luogo, Gerusalemme, e in un giorno ben preciso, giorno che i cristiani celebreranno come nuova Pasqua ed anche nuova festa settimanale, chiamandolo non più “giorno del sole” ma “Domenica”, cioè appunto “Giorno del Signore”, incontrando Gesù nell’Eucarestia) ed un lato meta-storico, cioè che va oltre lo spazio e la storia, presente in ogni luogo e contemporaneo ad ogni tempo (proprio perché il Corpo di Gesù esce dalle normali condizioni di spazio-tempo).

Allora, come facciamo per conoscere tutti i fatti storici di cui non siamo stati testimoni diretti, dobbiamo chiederci se siano attendibili, cioè credibili, coloro che dicono di esserne stati “testimoni oculari”, diretti. Infatti, anche se nessuno ha visto Gesù Cristo mentre risorgeva, ma ne hanno constatato tutti dopo due giorni il sepolcro vuoto (nonostante la sorveglianza armata dei romani), molte persone (in particolar modo gli Apostoli, ma non solo loro) hanno avuto per 40 giorni delle “apparizioni” di Gesù Risorto! Tali apparizioni non sono spirituali (né come un fantasma o un’allucinazione) ma concrete, cioè pur essendo un corpo trasformato, non riconoscibile subito, che passa attraverso i muri ed è in più posti contemporaneamente, il corpo è proprio quello di Gesù, toccabile, con i segni della passione, e che mangia in loro presenza.

Ci chiediamo: quelli che ci dicono di averLo visto vivo dopo la morte, potrebbero aver mentito? Dobbiamo anzitutto renderci conto che, avendo Gesù fatto capire di essere Dio, morendo in Croce, morte che pur Egli aveva annunciata fin dall’inizio, getta i suoi discepoli non solo nello sconforto, ma nella delusione, come una solenne smentita di ciò che aveva detto di essere, per cui non c’era più alcun motivo di credere in Lui, e quindi di inventare qualcosa a Suo riguardo. Ciò però che costituisce la prova più forte che non mentono quando ci dicono di averLo rivisto vivo dopo la Sua morte, è che la loro vita cambia radicalmente, totalmente e per sempre, proprio il terzo giorno dopo la Sua morte: passano dalla delusione più cocente ad un entusiasmo che nessuno potrà più contenere, dalla paura di fare la stessa fine ad un coraggio inaudito che li porterà ad annunciare “la Notizia” in piazza, di fronte ai capi religiosi e politici del tempo, a costo del carcere, delle torture, dell’esilio e perfino della morte. Attraverseranno tutto il mondo allora conosciuto per portare la Notizia, per fondare comunità cristiane (Chiesa) ovunque, a costo di qualsiasi persecuzione. Tutti gli Apostoli infatti (tranne Giovanni, che muore di morte naturale) moriranno martiri, cioè si faranno uccidere pur di non tacere e tradire il grande annuncio che Gesù è veramente risorto ed è l’unico vero Dio e Salvatore dell’uomo.

Ora, è già raro che della gente dia la vita per un ideale che ritiene giusto, anche se poi fosse sbagliato, ma è invece certamente impossibile che dia la vita e muoia per un ideale che è falso sapendo che è falso (e se avessero inventato loro la resurrezione di Gesù, gli altri potevano anche essere ingannati, ma loro sapevano che non era vero)!

Tanto più che quella “Notizia” percorre da 2000 anni la storia e cambia la vita di chiunque l’accoglie (ancora oggi, dopo 2000 anni ci sono 1.800.000.000 di cristiani).

Il cristianesimo non è allora una nuova religione, ma l’annuncio di questa notizia che è per tutti, con tutto ciò che ne consegue per la vita: Cristo è veramente risorto e solo in Lui c’è salvezza!