Splendete come luce
Il cristiano vive nel mondo consapevole di essere entrato, grazie al Battesimo, nel giorno stesso di Dio: il giorno senza tramonto. E' entrato nella luce e nella vita piena attraverso le porte della rigenerazione e deve vivere come figlio della luce.
San Paolo ci continua ad esortare perché mai dimentichiamo di essere figli del giorno: noi non siamo della notte (cf I Tess. 5,5): essa è ormai al suo termine e noi viviamo già nelle prime luci dell'alba. Dobbiamo, perciò gettare via le opere delle tenebre e indossare gli abiti nuovi, quelli della luce.
E' evidente l'insegnamento che ci propone quest'ultima espressione: butta ciò che è peccato, che è gozzoviglia e ubriachezza, impurità e licenza, contese e gelosie ...... deve essere completamente rigettato cosicché il cristiano, rivestito del suo Signore, splenda nelle tenebre di quella luce che lo ha fatto diventare suo Maestro.
Una luce che illumina, una luce che riscalda, e ancor più una luce che non può venir meno, ma che tende ogni giorno di più a crescere per splendere come il sole nel pieno giorno, per confondersi con la stessa luce che è il suo Signore.
Questo impegno ad essere luce, a vivere come luce non è soltanto un bel discorso di Gesù che ci è dato da apprezzare solo sul piano delle immagini poetiche o retoriche. E' il cammino che dobbiamo sempre percorrere nella comunione con lui, è l'impegno che da parte nostra dobbiamo sforzarci di realizzare sempre più chiaramente nella vita di ogni giorno.
Il Signore ci ha chiamato dalle tenebre della nostra umanità per rigenerarci come luce che deve splendere e che deve illuminare il cammino nostro e dei fratelli (cf I Pt. 2,9); ci ha illuminati e posti sul tavolo per far luce (f Mt. 5,15): guai a noi se ci nascondiamo sotto il tavolo o, peggio, vogliamo soffocare la luce.
(Vitaperchè n.2)