Carissimi Sacerdoti e Fedeli, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha scelto
la mia povera persona come successore di S. E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato sulla Cattedra di San
Bellino Vescovo, in Adria-Rovigo.
Quando lunedì scorso il Nunzio Apostolico in Italia mi ha comunicato questa decisione del
Santo Padre, sono rimasto sconcertato. E anche ora non vi nascondo la mia trepidazione
nell'assumere il servizio pastorale di Vescovo, in questo tempo carico di fermenti, ma anche
gravido di tante tensioni. Tuttavia "se mi atterrisce l'essere per voi, mi consola l'essere con
voi. Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello è un nome di pericolo, questo di
salvezza" (S. Agostino).
Con questi sentimenti di timore e di fiducia in Dio vi saluto. Vi saluto tutti, sacerdoti,
religiosi, laici, nel nome del Signore: "Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore
Gesù Cristo". Saluto con altrettanta stima e cordialità tutte le autorità,
tutte le persone che hanno responsabilità pubbliche e sono impegnate nel promuovere una
convivenza giusta e fraterna.
Un saluto particolare lo rivolgo a voi giovani, che siete il futuro della chiesa e della
società; a voi, famiglie, "cellule" primarie del tessuto sociale, "culla" dell'amore e
della vita; a voi emigranti; a voi malati, poveri, sofferenti nel corpo o nello spirito.
Saluto con affetto e gratitudine i Consigli pastorali e tutti voi, collaboratori pastorali e in
particolare - permettetemi questa predilezione - voi catechisti, che educate le giovani
generazioni e gli adulti alla vita di fede e collaborate nell'edificazione delle comunità
cristiane mediante l'annuncio del Vangelo.
Saluto e ringrazio voi religiosi, religiose e persone di vita consacrata, che testimoniate il
regno di Dio nella Chiesa e nel mondo con una più intima adesione a Cristo e con il
servizio generoso ai fratelli.
Ma il saluto più cordiale lo rivolgo a voi, carissimi presbiteri, che considero in modo
particolare miei fratelli ed amici, insostituibili collaboratori nell'opera pastorale. Il mio
primo impegno sarà quello di vivere con voi, come frutto prezioso dell'Ordine Sacro, la
comunione fraterna, perché essa risplenda come faro luminoso della presenza di Dio in
mezzo alla nostra gente.
Per questo prego con voi lo Spirito Santo: perché realizzi in mezzo a noi il miracolo di
Pentecoste: il miracolo dell'unità nella diversità, e perché possiamo dire
con S. Ignazio di Antiochia: "Il collegio presbiterale, degno del suo nome, degno di Dio, si
è dimostrato unito al Vescovo come le corde alla cetra... Ma anche i laici hanno formato
un solo coro, prendendo tutti la nota da Dio, concertando nella più stretta armonia, per
inneggiare a una sola voce al Padre, per mezzo di Gesù" (Lettera agli Efesini
3-6).
Vengo a voi per essere strumento di questa comunione e per edificare con voi la Chiesa di Dio che
è in Adria-Rovigo, conservando, nel pluralismo delle opinioni, l'unità della Fede e
la comunione nella Carità. Con l'apostolo Paolo vi assicuro: "Non intendo fare da padrone
sulla vostra fede, ma essere collaboratore della vostra gioia, perché nella fede voi siete
già saldi" (cf. 2 Cor 1,24).
Vengo per costruire con voi una Chiesa che arda dal desiderio di portare il Vangelo agli uomini e
alle donne del nostro tempo e sappia "inquietare" il cuore di tanti fratelli che ancora non hanno
scoperto di essere amati da Dio. Il nostro proposito è quello di incarnare il Vangelo
nella cultura della nostra gente e di far sperimentare a tutti come la fede cristiana rende
più vera, giusta e bella la vita personale, familiare e sociale, rinnova i rapporti di
amicizia, dà senso alla fatica del lavoro, all'impegno educativo e all'azione
sociale.
Non mi presento con un programma pastorale già pronto: questo sarà frutto del
nostro dialogo e della nostra quotidiana collaborazione. Desidero continuare innanzitutto
l'azione apostolica svolta con tanto zelo, saggezza e bontà dai miei predecessori, e in
particolare, da S. E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, di cui sono stato condiscepolo nell'Istituto
di Liturgia di S. Giustina a Padova e di cui conosco l'impegno pastorale. Condivido il suo e
vostro zelo per l'indispensabile promozione delle vocazioni al sacerdozio ministeriale: infatti
è l'Eucaristia che fa la Chiesa, ma senza prete non si fa l'Eucaristia e non si fa la
Chiesa.
Mi conforta il pensiero che nella Chiesa di Adria-Rovigo, che ora è anche la mia Chiesa,
potrò contare sulla collaborazione generosa di voi, Presbiteri, Religiosi e Religiose e
Fedeli laici, soprattutto di quanti partecipano alla vita dei numerosi movimenti e associazioni
ecclesiali. Sarà mia premura mettermi in ascolto delle vostre attese, promuovere la vostra
partecipazione responsabile nella Chiesa e nella società, sostenere il vostro impegno
generoso, stimolare le energie latenti, incoraggiare coloro che sentono di più la
stanchezza, dare a tutti stima e fiducia.
Nei miei 41 anni di sacerdozio ho cercato di voler bene alle persone che ho incontrato nelle
comunità parrocchiali a cui il Signore mi ha inviato. Ma in questi giorni mi sto
chiedendo: avrò la capacità di amare tutta la mia Chiesa polesana? Avrò un
cuore così grande da saper amare, uno per uno, tutti i sacerdoti, i religiosi, i laici e
soprattutto i malati, i poveri e quanti hanno smarrito la fede?
Chiedo il vostro aiuto per essere, in Cristo, servo dei fratelli per amore, disponibile
all'ascolto e al dialogo, in comunione con tutti, per contribuire con voi a far risplendere nella
Chiesa particolare che è in Adria-Rovigo il volto della Chiesa santa di Dio.
In questa solennità di Pentecoste invocate su di me la più abbondante effusione
dello Spirito Santo. È Lui infatti, il misterioso Protagonista che, mediante il Successore
di Pietro, pone i Vescovi a reggere la Chiesa di Dio (cf. At 20,28).
Affido il mio ministero episcopale alla Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, certo
di poter contare sempre sulla sua protezione e sul suo aiuto.
Vi benedico tutti di cuore.
Udine, 29 maggio 2004
Vigilia di Pentecoste
+ Lucio Soravito de Franceschi
Vescovo eletto |