Storia del santuario
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DAL PASSATO AI GIORNI NOSTRI

Il Santuario della B.V. del Carmine, anticamente denominato S. Maria della Lura, ‘era forse già nel XIII secolo come piccola cappella campestre.

Il primo documento che ne parla con certezza è un atto notarile del 1519.

Era una chiesetta di modeste proporzioni, dedicata alla natività di Maria.

L’essere discosta dal centro abitato faceva sì che spesso rimanesse abbandonata e in essa non si celebrasse.

Da ciò sorse il desiderio da parte dei popolani di affidarla nel 1519 ai Carmelitani di S. Maria del Carmine di Milano, che iniziarono la loro presenza a Rovello.

Nel corso del XVII secolo i Carmelitani iniziano a solennizzare la festa della B.V. del Carmine, effettuando la processione con la statua della Madonna, la terza domenica di luglio.

Nell’ottobre 1652 papa Innocenzo X decide la soppressione di tutti i piccoli conventi con meno di sei religiosi.

Tra questi vi è anche quello di Rovello, che viene soppresso nel 1653 con l’assegnazione del conventino, della chiesa e dei relativi beni alla parrocchia.

Ma la richiesta presentata da Francesco Pagani, nobile del luogo, per erigere una cappellania con diritto di patronato, rimette in discussione la decisione dell’arcivescovo di Milano Alfonso Litta.

Dopo alterne vicende, nel 1677 viene concesso a Cesare Pagani, di erigere la cappellania sulla chiesa di S, Maria della Lura, ed il marchese dona la bella statua in legno della Madonna, che ancor oggi si venera.

Nel 1707 muore il marchese Cesare Pagani, e la cappellania Pagani si trasforma in cappellania Porro.

Nel corso del XIX secolo la chiesa diventa sussidiaria della parrocchiale e viene ampliata in due riprese, dapprima tra il 1804 e il 1808, successivamente nel 1872 – 73. si celebra la messa quasi quotidianamente e vi si tiene la dottrina cristiana per gli uomini, alla domenica.

Nel 1925, viene totalmente ricostruita nelle forme che attualmente conserva, su progetto dell’Architetto Ugo Zanchetta di Milano.

Nel 1935 il nuovo santuario viene solennemente inaugurato e benedetto, ma non consacrato.

La decorazione pittorica viene completata tra il 1925 e il 1943, dal pittore Vanni Rossi con un pregevole ciclo di affreschi, raffiguranti, tra gli altri, i misteri del rosario.

Nell’ultimo decennio si aggiungono nuove opere, tra le quali i portati in bronzo dello scultore Giorgio Galletti e gli affreschi dei due ovali del transetto, opera di Emiliano Viscardi.

In occasione della consacrazione del 15 luglio 1995 è stato rifatto l’altare in marmo, abbellito da due mosaici, sono state allestite vetrate policrome alle finestre della chiesa, che illustrano il “Cantico delle creature” di San Francesco.

                                                                                                Franco Premoli

 

 

                           

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Ultima modifica: lunedì 25 settembre 2000