La Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria in Rosolini viene aperta al Culto il 25 Gennaio 1959. Era Parroco allora il defunto Don Ardilio. La Parrocchia conta adesso circa 7 mila abitanti ed è formata da famiglie provenienti da vari ceti sociali. La chiesa, originariamente costruita dai Padri Francescani, rimase per tanti anni senza tetto e quindi inservibile; soltanto alcuni anni dopo fu rifinito il tetto, il pavimento e il minimo indispensabile. Accanto alla Chiesa, vi era un frantoio di proprietà della famiglia Valve di circa 200 mq che la Chiesa, successivamente, acquistò per la somma di lire 3 milioni dalle Suore Domenicane di Catania che ne erano proprietarie. Per le opere Parrocchiali c’era solamente un vecchio circolo attiguo alla Chiesa. Il tetto di questo circolo cadeva quasi sempre dopo ogni violento acquazzone, ed ogni volta bisognava pensare a ripararlo alla meglio. Davanti al circolo, c’era un orticello dove nel passato vi si faceva pascolare il gregge. Le cose erano in questo stato quando il 4 novembre 1960 moriva il Parroco Don Ardilio. Gli succedeva il Parroco Don Cappello il quale nell’ottobre 1961 era costretto, per ragioni di salute di lasciare la Parrocchia. Questa veniva allora affidata al parroco Don Xerri fin dal 5 ottobre 1961. Nel 1962, l’orticello veniva trasformato in un ampio cortile per le riunioni ed i giochi dei ragazzi. Mancava sempre un locale decente per le riunioni dei grandi e per il catechismo. Nell’ottobre del 1965, dopo più di 10 giorni di pioggia continua il tetto del vecchio circolo crollò definitivamente. Bisognava correre ai ripari, ma non come lo si era fatto tante volte senza nessun risultato, quindi il parroco confidò la cosa a Mons. Vicario Generale che lo incoraggiò a rifare il tetto con un buon solaio in cemento armato.  Nella stesura del progetto  si  pensò  di  prendere  tutto il frantoio e  di  costruire  il  circolo  più  grande  e  un  grande  salone. Il progetto dell’Ing. Salvatore Agosta veniva accettato e i lavori incominciavano il 18 novembre 1965. Nel frattempo, il Parroco si fa autorizzare dal Vescovo e dal questore e inizia una questua cittadina per raccogliere i fondi per la costruzione, mentre i muratori approntavano l’opera. Nel maggio del 1966 tutto era già finito.Circolo e salone. Successivamente si decise di adattare il salone a sala cinematografica parrocchiale e si iniziarono le pratiche. Dopo un anno la Regione Siciliana autorizzava l’adattamento del salone a cinema parrocchiale. Terminati i  lavori, sono  stati  collaudati  e  rilasciato  regolare  licenza  per  l’esercizio  del  cinema  parrocchiale da parte della questura,  viene  inaugurato  da  Sua Eccellenza  Mons. Calabretta, Vescovo di Noto, il giorno 30 settembre 1967 alle ore 18,00 con la proiezione del film “CRISTO IN INDIA” e gli spettacoli cominciano regolarmente il 1° ottobre. Tutta l’opera costò circa 9 milioni di lire, compresi l’arredamento del cinema e il macchinario di proiezione. Il cinema parrocchiale fu necessario in questa zona un po’ abbandonata del paese. I fedeli ebbero così modo di divertirsi sanamente e di avvicinarsi alla chiesa. Il parroco sperava così di mantenere un contatto più stretto coi parrocchiani. Il cinema funzionò ai sensi della legge sulle sale parrocchiali le domeniche e i giorni festivi, nonché tre giorni la settimana. Fu un primo passo per il rinnovamento al quale ci invita il Concilio Vaticano II. Nel 1969 il Parroco Don Xerri decise di restaurare la chiesa in quanto ridotta male, così chiesta l’autorizzazione di Monsignor Vescovo e con l’aiuto dei parrocchiani, il 5 marzo  iniziarono i lavori. Si demolì l’altare maggiore, che era rimasto incompleto e si diede una nuova disposizione del presbiterio, si pitturarono le pareti, si rifece il pavimento, si ordinò una nuova campana e l’altare di rame ,dono della compianta insegnante Giovanna Di Giacomo. Terminati i lavori, la nuova chiesa ristrutturata viene inaugurata da mons. Vescovo il 12 luglio. Nel gennaio del 1970, la madre di Don Xerri venne operata della cataratta e non avendo altri familiari che potessero accudirla, chiese al Vescovo di essere esonerato dalla parrocchia e potersi recare con la madre in continente, dove viveva tutta la sua famiglia. Così il 3 aprile 1970, Mons. Vescovo nella sua bontà, accolse la richiesta e autorizzò il parroco a lasciare la parrocchia.