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n°
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4 - LA
RIPRESA
Adele Pellegatta, Gianni Quillico, Giorgio Bonino, Agostino De Berti
Gianni Sanga
Hugo Miolini
Nazareno Marinoni
M. Carminati, M. Filippi, F. Kannheiser, F. Sgarrella
Elle Di Ci Audiovisivi, ISG Audiovisivi, Audiovideo Messaggero di S. Antonio
30 min.
V-15004 |
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«Dov'è carità e amore, qui c'è Dio»; sotto la
direzione di una giovane maestra, un piccolo coro di bambini sta provando il
canto in un locale annesso al duomo di Orvieto. Tra i bambini c'è anche Damiano,
costretto a muoversi in carrozzella per una paralisi alle gambe. Sul piazzale
del duomo di Orvieto, Silvio il madonnaro sta colorando il suo Cristo da «II
tributo» di Masaccio. Accanto lavora una minitroupe da ripresa cinematografica,
formata dal regista Duccio, dall'operatore Oscar, dalla segretaria Amelia, da un
fonico e da un elettricista.
La prova di canto è finita e il maestro ricorda
l'appuntamento dell'indomani con «quelli della troupe», fatto che ha già
elettrizzato i bambini. Ma più immediato è il problema di accompagnare a casa
Damiano; in base ai turni che si sono dati gli stessi bambini, oggi spetterebbe
a Sergio che però ha un impegno; si offrono di sostituirlo Lorella e Daniele che
rinuncia così alla sua partita di pallone. Il regista inizia le riprese. Su uno
schermo televisivo scorrono le immagini del «Pianto per Cristo morto» di Luca
Signorelli e il regista Duccio mette in evidenza quale concetto deve esprimere
il filmato: «C'è amore più grande di chi da la vita per i propri amici?»; «Gesù,
come il seme, è morto per vivere e dare la vita.
Senza dono non c'è vita, senza
amore non c'è dono». Sarà possibile esprimere attraverso un film concetti così
profondi? I bambini sono perplessi, ma non bisogna perdersi d'animo: il Vangelo
è un copione ricchissimo dove trovare le parole per spiegare significati così
importanti. In una località di campagna presso Orvieto, la troupe sta
predisponendo una ripresa accanto a un piccolo gregge. I bambini leggono: «Io
sono il Buon pastore. Il Buon pastore offre la vita per le sue pecore...».
Continuano le riprese, appare sullo schermo uno spezzone della Via Crucis: «Gesù
ha dato la sua vita per noi». I bambini rispondono: «Ti adoriamo, o Signore, e
ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo».
Anche Silvio, il
madonnaro, è stato coinvolto nelle riprese e assume, quasi senza accorgersene,
alcuni atteggiamenti che richiamano situazioni tipiche del Vangelo. Il regista
Duccio mette in evidenza come ogni piccolo sacrifìcio, anche quello dei bambini,
possa essere visto come una realizzazione del messaggio di Gesù. Le riprese si
sono protratte a lungo e i bambini sono stanchi. Pensavano fosse un gioco e
invece... La cinepresa inquadra ora le tavolette che raccontano il miracolo di
Bolsena che ha reso Orvieto e Bolsena note a tutto il mondo cristiano. Nel 1263,
un sacerdote boemo che andava pellegrino a Roma, mentre celebrava la messa in
Santa Cristina a Bolsena, fu preso dal dubbio sulla reale presenza di Cristo
nell'eucaristia. All'atto di spezzare l'ostia vide uscire il sangue che bagnò il
corporale, ora conservato nel duomo di Orvieto.
I bambini leggono alcuni brani
di una sacra rappresentazione medievale intitolata appunto; «Il miracolo di
Bolsena». È venuto il momento di concludere le riprese, Duccio invita tutti a
una cena in cui aleggia l'atmosfera del commiato. Silvio, che sta per
allontanarsi definitivamente dal gruppo, sottolinea il distacco: «Ci rivedremo
un giorno?». Dopo un canto che i bambini gli dedicano, saluta tutti e si
allontana nella notte. |