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Ancora stanno aperte per te le braccia e il cuore del buon Gesù.
(Madre Speranza)
Madre Speranza é nata in Spagna, nel Sud di Spagna, a Santomera, in provincia di
Murcia. Oggi Santomera é una graziosa cittadina dove non manca nulla: municipio,
scuole, ricca di coltivazioni dei limoni e del cotone. Ma 90 anni fa era una
zona molto, molto povera e compromessa dalle frequenti inondazioni del fiume
Segura o dalle "rambladas", cioè dalle abbondanti acque che dalle colline
circostanti si incanalavano su fossi naturali o artificiali e - nei periodi
delle grandi piogge - distruggevano raccolti, colture e case.
Qui nacque Madre Speranza il 30 settembre 1893, la prima di nove figli. Al
battesimo le fu imposto il nome di María Josefa. Il babbo si chiamava José
Antonio Alhama Palma ed era nato nel 1862, il 16 gennaio. La mamma si chiamava
María del Carmen Valera Buitrago ed era nata nel 1873, il 9 ottobre. Il babbo
morto a Santomera nel 1929, come tutti gli abitanti di Santomera allora, non
aveva un lavoro fisso e sicuro: andava a giornata per qualche lavoro nei campi,
quando veniva chiamato. Non aveva neanche una casa sua, come molti in Santomera,
allora.
Un certo Antón el Morga lavorava alcuni campi che aveva in affitto dai Sig. Don
Manuel Campillo González: fu questo signore Antón che dette lavoro al babbo
della nostra Madre e gli dette anche una baracca nei suoi campi per poter
vivere. In questa baracca nacque Madre Speranza. La baracca non esiste più; era
fatta di paglia e fango e fu trascinata via da una alluvione. Era situata in un
piccolo triangolo di terra, dove ora sono solo limoni; era accanto alla
stradetta che conduceva al Molino attivato dall'acqua del fiume Segura
attraverso i due canali di Zaraiche e del Merancho. Distrutta questa baracca un
altro buon signore di Santomera, Don Manuel Sevilla, regalò al babbo della Madre
e alla sua famiglia un'altra mini-casetta, sempre in Santomera, in località
Siscar. E qui morì il babbo della Madre Speranza nel 1929. La mamma della Madre
é morta invece nel 1954, il 24 luglio. Tutti la ricordano come una santa donna,
di carattere, di forte fede, di grande coraggio.
Quando morì il marito e quando il figlio maggiore si sposò, la mamma si ritirò
in un mini-appartamento esistente in Santomera per anziani poveri. Una
realizzazione meravigliosa che sarebbe da imitare anche nei nostri tempi. Un
benefattore Don Manuel Campillo González aveva sofferto la morte della sua amata
giovane sposa: Dña. María Murcia; in sua memoria costruì in Santomera 12
mini-appartamenti (ingresso e cucina, una stanza e un pezzetto di orto) che
avrebbero potuto occupare i poveri di Santomera; avevano in comune solo una
piccola cappella per la recita quotidiana del Rosario; le famiglie che abitavano
di fronte, dall'altra parte della strada, avevano l'obbligo morale di dare una
mano a questi anziani quando non fossero stati più autosufficienti. Qui, al n.
7, morì la mamma della Madre ed é sepolta insieme al marito nel cimitero di
Santomera.
La Madre era la prima di 9 figli, gli altri erano: Juan nato nel 1896 - Antonio
nato nel 1898 - María Remedios nata nel 1901 - Francisco nato nel 1903 - María e
Jesús María (gemelli) nati nel 1906 - María del Carmen nata nel 1908 - Manuel
nato nel 1917. Di questi sono ancora viventi solo 2 sorelle: María e María del
Carmen. Madre Speranza fu battezzata lo stesso giorno della nascita. L'esterno
della Chiesa parrocchiale é del tempo della Madre, mentre l'interno é stato
tutto rifatto dopo che la Chiesa fu adibita a magazzino dai rossi al tempo della
guerra civile 1936-39.
Quando la Madre aveva l'età di 6/7 anni la buona mamma pensò che non poteva far
di meglio per la sua bambina che portarla a servire presso il Signor Cura, il
parroco, e così fece; la affidò al parroco Don Manuel Aliaga e in modo
particolare alle 2 sorelle che vivevano con lui, Signora Inés e María. Furono
esse che insegnarono alla nostra Madre a leggere e scrivere e le dettero tutta
l'istruzione che poterono fino al 1914. La Madre non ha frequentato altre scuole
e istruzioni certamente fino al 1914, fino all'età cioè di 21 anni quando partì
per farsi religiosa. Nel 1901 fece la prima Comunione.
Nel 1914 la Madre aveva 21 anni e decise di partire per farsi suora. Aveva
scelto la data del 15 ottobre per partire. Alla mamma che era a letto malata e
che le chiedeva se potesse rimandare di qualche giorno la sua partenza, rispose:
"È che vorrei cominciare la mia vita religiosa il giorno di Santa Teresa d'Avila,
perché Essa é stata una grande santa e io vorrei che essa mi aiutasse a farmi
santa". "Va, figlia mia, - le rispose la mamma - Va tranquilla e il Signore ti
aiuti a farti santa, grande santa". Entrò in un convento di Clausura delle
"Figlie del Calvario", a quel tempo anche le monache di clausura potevano
dedicarsi all'insegnamento e alla scuola. Andò nel Convento di Villena.
Era la
Congregazione più povera, ridotta solo a 7 suore, tre delle quali di 94, 81 e 79
anni e le altre quattro di oltre 60 anni. Con il suo arrivo la Congregazione
divenne di 8 suore. Rimase a Villena fino al 1920/21: quando dal Vescovo di
Murcia e Cartagena fu incaricata insieme al Padre Otero e altre 2 suore di
promuovere e trattare la fusione di questo Istituto in via di estinzione con
l'Istituto che oggi si chiama "Misioneras Claretianas (Missionarie Clarettiane)
e che allora si chiamava "Hijas de la Enseñanza de María Inmaculada ("Suore per
l'insegnamento di Maria Immacolata").
Una volta realizzata la fusione con le Clarettiane, fu destinata nel 1921 al Convento di Vélez-Rubio, sempre nel sud di
Spagna, sempre per l'insegnamento alle bambine interne. Vi restò solo un anno,
perché nel 1922 fu trasferita a Madrid, nel Convento che le Clarettiane avevano
nella zona di Vicálvaro. Il motivo di tale trasferimento deve essere stato
questo: cominciarono a notarsi nella Madre Speranza segni straordinari del
soprannaturale. Si ritenne conveniente portarla a Madrid dove poteva essere più
facile un confronto con i Padri Clarettiani, fin da allora molto apprezzati,
stimati e di spirito i quali meglio avrebbero potuto dire se quanto si notava
nella Madre era vera presenza del soprannaturale o fantasia o imbroglio.
Più tardi negli anni 1940/42 per lo stesso motivo la Santa Chiesa credette
conveniente segregare la Madre dalla sua Congregazione e tenerla sotto
osservazione al S. Offizio, sempre per accertare la veridicità di questi fatti
straordinari. La Madre ne ha parlato sempre di questo con commovente
riconoscenza perché il Signore ha voluto dare a Lei e a noi - attraverso la Sua
Chiesa - la certezza di questo Suo intervento e presenza tra noi. E' in questi
anni che in modo particolare il Signore si rivela alla Madre Speranza la quale
"deve arrivare a far sì - scriverà più tardi nel suo diario il 5-XI-1927 - che
tutti gli uomini conoscano Dio non come un padre offeso e disgustato per le
ingratitudini degli uomini suoi figli, ma come un padre buono che cerca con
tutti i mezzi la maniera di confortare, aiutare e far felici i suoi figli, e che
li segue e li cerca con amore instancabile, come se Lui non potesse essere
felice senza di loro".
Dal 1924 collabora con un santo Sacerdote Domenicano,
Padre Arintero, di Salamanca nella diffusione della devozione all'Amore
Misericordioso; scrive anche su una rivista mensile "La vita soprannaturale". Il
lavoro di questo Santo sacerdote, benedetto dal Signore e confortato
dall'appoggio di tante buone persone, nel giro di pochi anni aveva diffuso
questa devozione un po' in tutto il mondo, in particolare in Spagna, Francia e
America. Le idee forza di tutto il messaggio che la Madre sente di dover portare
al mondo e per il quale dà la sua vita possono essere queste: Il vero amore è
Dio stesso, la Sua essenza. In Dio tutto è a servizio dell'amore.
Come il cuore
pulsa per tutte le membra, così l'Amore di Dio per tutti gli uomini. L'amore di
Dio predilige chi ha più bisogno e chi, carico di difetti, si sforza di
correggersi. L'amore di Dio non impone, ma si mette a servizio. L'amore di Dio
non é permaloso, fa finta di non vedere. L'amore di Dio è costante, di sempre.
L'amore di Dio dissimula le mancanze e scusa. L'amore di Dio è ansia di
riabbracciare. La Madre dice di non poter avere paura del giudizio di Dio alla
fine della vita.
Dopo 40/50 anni di questo messaggio che fino agli anni 1940 poteva sembrare
una "dottrina nuova" mentre era antica quanto Dio che è eterno, questo messaggio
è divenuto la dottrina ufficiale della Chiesa, del Magistero. Il Papa Giovanni
Paolo II nella Enciclica "Dives in misericordia" dice che la Chiesa è autentica:
"quando professa e proclama la misericordia - il più stupendo attributo del
Creatore e del Redentore - e quando accosta gli uomini alle fonti della
misericordia del Salvatore, di cui essa è depositaria e dispensatrice".
L'8 dicembre 1929 la Madre scrive nel suo diario: "nella Cappella di Gómez
Herrero il buon Gesù mi ha fatto comprendere come desiderava che si facesse
l'Immagine del Suo Amore Misericordioso e i simboli che dovevano completarla...
immediatamente fui a incaricarla allo scultore Cullot y Valera... che interpretò
bene l'idea e concordammo per il prezzo di 15.000 pts". Si tratta del Crocifisso
che ora è nel Santuario dell'Amore Misericordioso in Collevalenza. Un Gesù che è
in croce non adirato o costretto, ma sereno, per amore, perché per amore ha
accettato la morte di croce: un Gesù ancora vivo sulla croce, mentre supplica il
Padre: «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno». Un Gesù in croce
che ha alle Sue spalle una grande Ostia: per ricordare che Egli perpetua ogni
giorno questa Sua offerta per noi nell'Eucarestia. Un Gesù che ha ai Suoi piedi
una corona da Re; sì perché Dio vuole regnare su noi con il Suo amore e vuole
riportare tra noi uomini un regno di amore; "amatevi come Io vi ho amato" - dice
il vangelo aperto.
La notte di Natale del 1930, il 24 dicembre, in un appartamento affittato
dalla Contessa De Fuensalida a Madrid in Calle Velázquez, 97 ha inizio la
Congregazione delle Suore Ancelle dell'Amore Misericordioso: - La Madre Speranza
- la sua sorella Madre Ascensione (al battesimo: María) - Madre Pilar - Madre
Aurora - Suor Soledad - Virtudes - Cándida - Teresa - Inés. Si comincia nella
povertà più assoluta: manca tutto, in casa c'è solo un materasso sul quale tutte
e 9 poggiano il capo mentre dormono per terra, in cerchio intorno al materasso.
Nel giro di appena 5/6 anni una esplosione di opere e attività per rimediare
a un grosso bisogno della Spagna di quel tempo: l'analfabetismo. L'ignoranza
poteva essere facile pretesto per introdurre qualunque convinzione. Sorgono in
questi anni - come risposta a questo bisogno del povero - le Case di Madrid -
Alfaro - Larrondo - Bilbao – Colloto - Hecho - Ochandiano - Menagaray - Santurce
- Sestao - San Sebastián - Villava. Case capaci di accogliere anche 300/500
bambini e bambine. Decisamente per i poveri, per i più poveri per quelli che non
possono pagare. Almeno il 25% dei bambini accolti in casa devono essere bambini
che assolutamente non possono dare nessun contributo; se lo dessero la Casa non
lo può tenere ma lo deve dare per altri poveri. Un clima di famiglia, di una
grande famiglia: le Suore e gli educatori non possono prendere cibo distinto da
quello che si passa a tutti i bambini, se c'è qualcosa di più buono è chiaro che
va per i bambini. Come in una casa: la mamma prima serve i figli, poi il marito
poi per sé quello che resta.
Nell'aprile del 1936 la Madre viene a Roma, prende in affitto una casa delle
zone allora più povere di Roma, in Via Casilina 222, presso la Villa Certosa di
proprietà delle suore Namur. Sono anni difficili della guerra civile in Spagna
prima, e poi della seconda guerra mondiale in Italia. Sono gli anni di timore,
di paure, di bombardamenti, di fame. Si prodiga in tutti i mezzi - a soccorrere
i feriti nei bombardamenti, - a dare un aiuto ai perseguitati politici - a dar
da mangiare a chi non ha niente e la "tessera" non poteva soddisfare le
necessità di tante famiglie. Fidando nella Provvidenza ha potuto aprire una
mensa per dar da mangiare a 100, a 500, a 1000 persone al giorno: Evidentemente
tutto gratis, per amore di Dio. Tutto senza mezzi, adattandosi a ripulire e
usare anche vecchi bidoni di strutto e barattoli di legumi come pentole e
piatti. Come sempre con la Provvidenza e con il lavoro delle sue figlie, le
Suore. Hanno aperto anche un laboratorio militare per fare le camicie per i
soldati, pur di poter lavorare.
Nel 1950 un grande lavoro per accogliere pellegrini in visita a Roma per
l'Anno santo; per un anno intero, ogni giorno 500 pellegrini significava una
generosa disponibilità alla accoglienza, riflesso di quella disponibilità
infinita con la quale Dio sempre ci accoglie. Durante questi anni le nuove
fondazioni in Italia: a Todi, a Gubbio, a Pavia, a Genova, a Vazzola per gli
anziani, a Borsea per l'asilo, a Francenigo per l'asilo e la parrocchia, a
Fratta Todina, a Colfosco, a Rieti, a Perugia ecc...
Il 14 maggio 1949 la Madre aveva scritto sul Suo diario quanto aveva capito
dal buon Gesù: "Anni più tardi tu, aiutata da Me, con più angustie, fatiche,
disgusti e sacrifici organizzerai l'ultimo laboratorio che servirà di grande
aiuto materiale e morale per tante giovani che potranno avere la fortuna di
esserci ammesse. Vicino a questo laboratorio ci sarà una organizzazione più
grande e magnifica di un Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso, una
Casa per infermi, una Casa per pellegrini, una Casa del Clero, il Noviziato
delle mie Ancelle, il Seminario dei miei Figli dell'Amore Misericordioso... Ma
tu non ti dimenticare: perché il grano possa produrre molto frutto é necessario
metterlo sotto terra, coprirlo, farlo maturare con acqua, sole, freddo, neve
fino a che non si imputridisce e scompaia: solo poi può fruttificare e produrre
frutto abbondante. E tutto questo ancora non basta: perché possa trasformarsi in
alimento per l'uomo deve ancora essere triturato, macinato, ridotto in farina,
vagliato e setacciato per toglierne la crusca e infine essere impastato con
acqua e ben cotto per poter essere di alimento all'uomo o, meglio, per divenire
alimento principale per la vita dell'uomo.
Non ti dimenticare: anche tu dovrai passare per tutta questa "lavorazione"
prima di arrivare a essere quello che Io desidero di te; solo allora anche i
Figli e le Figlie si potranno nutrire di te e in questo Santuario potranno darmi
tanta gloria con il soave profumo del sacrificio, dell'orazione,
dell'abnegazione e del costante esercizio della mia carità e del mio amore verso
chi ha più bisogno.
E il 24 febbraio 1951 aggiunge nel Suo diario: "Il buon Gesù mi ha detto che
è arrivato il momento di realizzare la fondazione dei Figli del Suo Amore
Misericordioso". Così è sorta Collevalenza e la Congregazione maschile dei Figli
dell'Amore Misericordioso fondata a Roma il 15 agosto 1951 e arrivata a
Collevalenza il 18 agosto 1951. Da quel giorno hanno preso via anche le altre
tre Case dei Figli dell'Amore Misericordioso in Italia a: Fermo, Campobasso,
Perugia, Macerata, Spinaceto, Fornò; in Spagna a: Lujua-Larrondo, a La Nora del
Rio, a Villava, a Sodupe; in Brasile a: S. Paolo, a Mogi Das Cruzes. Mentre le
Suore hanno aperto altre tre Case in Germania a: Ludwigshafen, a Mingolsheim, a
Germersheim e due in Brasile a: Mogi das Cruzes.
Per Collevalenza tutti questi anni sono serviti per realizzare quel progetto
pensato dal Signore e comunicato alla Madre nel maggio 1949. Quando la Madre
venne a Collevalenza trovò alloggio presso la Casa parrocchiale per i Figli e
presso la Casa Valentini per le Suore. Nel 1953 si costruì la Casa dei Padri.
Nel 1954 si iniziò il Seminario. Nel 1955 la Cappella dell'Amore Misericordioso
che fu eretta a Santuario il 30 novembre 1959 da S. E. Mons. Alfonso Maria De
Sanctis, allora Vescovo di Todi. In occasione della sua morte, avvenuta in una
clinica di Roma, quando la Sua salma di passaggio per Todi sostò per una Messa
Esequiale in Santuario, tantissimi pellegrini che gremivano il Santuario
poterono essere testimoni della gioia grande della Madre quando il Signore volle
farle conoscere la gloria e la ricompensa che Lui aveva dato a Sua Eccellenza
per aver eretto il Santuario dell'Amore Misericordioso.
Nel 1960-61 il pozzo per l’acqua dell’Amore Misericordioso e le
Vasche-Piscine per l'immersione dei malati e dei fedeli. Una storia questa del
pozzo, ricca di tanti imprevisti e sorprese. Ai pellegrini la Madre ha sempre a
tutti raccomandato grande fiducia nel Signore, intensa supplica a Lui con la
preghiera della Novena all'Amore Misericordioso, e di bere e usare "molta acqua"
dell'Amore Misericordioso. Migliaia e migliaia sono i pellegrini che hanno
ascoltato il suo invito: fra le tante migliaia abbiamo potuto raccogliere la
testimonianza di almeno 400/500 persone che dicono di aver avuto un segno
tangibile di Dio. Nel 1962 si costruì la Casa della Giovane. Nel 1965 il
Santuario consacrato dal Vescovo di Todi Mons. Fustella e solennemente
inaugurato dal Card. Ottaviani insieme a 62 Vescovi da tutto il mondo. Nel 1967
la Casa 'A' del pellegrino, poi la Casa 'B'.
Il 22 novembre 1981 un vero trionfo per la venuta del Papa Giovanni Paolo II
a Collevalenza. Meraviglioso ed entusiasmante il fatto che un Papa sia voluto
venire a Collevalenza, ma più sorprendente ed entusiasmante quanto lo stesso
Santo Padre ha detto a Collevalenza: "Fin dall'inizio del mio servizio sulla
Cattedra di S. Pietro ho ritenuto come mia particolare missione annunciare al
mondo il messaggio di Dio Amore Misericordioso".
8 Febbraio 1983: dalle ore 8 di questa mattina Madre Speranza continua la sua
missione dal cielo presso Dio Amore Misericordioso
Madre Speranza continua la sua missione dal cielo presso Dio Amore
Misericordioso ma resta tra noi con il suo sorriso e con la sua preziosa eredità
che ci ha lasciato:
nei suoi scritti,
nella testimonianza e nell'esempio di una costante e totale accoglienza e
disponibilità verso "chi ha bisogno";
nella sua "passione" per i sacerdoti.
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