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9 - VENDUTO DAI FRATELLI                    
10 - IL TRIONFO DI GIUSEPPE

Osamu Dezaki

Tezuka Productions Co., Osamu Tezuka, Seya Shinji

Yoshimura Masateru, Sugino Akio, Kobayashi Junji, Shimada Hideaki

Okada Kazuo, Saito Masami

Hattori Katsuhisa

Luciano Scaffa, Guerrino Gentilini 

Rete italiana Rai Uno

Elle Di Ci

24, 24 min.

V-20005

Venduto dai fratelli   (Genesi cap. 37,1-36; cap. 41,1-41)

Venduto dai fratelli [modifica] Da Isacco nasce Giacobbe. Giacobbe ha dodici figli, e fra questi il suo preferito è senza dubbio Giuseppe, il penultimo, perché il patriarca vede in lui una purezza che non vede negli altri. Giuseppe gioca col suo fratellino più piccolo, Beniamino, e il suo canarino blu, quando riceve in regalo dal padre una tunica nuova. Quella stessa giornata Giacobbe chiede al figlio di recarsi a Sichem, dove i fratelli più grandi sono occupati con il gregge.

Giunto laggiù Giuseppe si siede a mangiare con i fratelli e racconta loro di aver sognato undici covoni di grano che si inchinavano a un covone di grano posto al centro da lui. I fratelli non hanno dubbi: significa che loro presto dovranno inchinarsi a Giuseppe. Per evitare questo lo gettano dentro un pozzo e, qualche giorno dopo, lo vendono a un vecchio mercante. L’anziano commerciante si comporta bene con lui e lo conduce con sé nella terra d’Egitto per venderlo come schiavo al miglior offerente.

Passa per la via principale Putifarre, capo delle guardie del faraone, che, notando il canarino blu, decide di comprarlo, prendendo Giuseppe come suo custode. Sua figlia, che è molto malata, ha infatti sognato un uccellino blu. Putifarre conduce lo schiavo e l’animaletto alla figlia che subito guarisce. Giuseppe vive così nel palazzo del capo delle guardie, rispettato e amato come un figlio.

Dieci anni dopo il faraone è tormentato da incubi e chiede aiuto ai suoi indovini, ma nessuno sa rispondergli. Putifarre gli presenta allora Giuseppe, che è in grado di interpretare i sogni. Il faraone svela ciò che vede nel sonno: sette vacche grasse divorate da sette vacche magre. Il verdetto dello schiavo è perentorio: a sette anni di abbondanza succederanno sette anni di carestia, se qualcuno non immagazzina il grano in tempo l’Egitto cadrà in rovina. Il faraone decide allora di nominare Giuseppe suo secondo, ordinandogli di conservare il cibo e poter così salvare la sua terra dalla rovina.


I
l trionfo di Giuseppe   (Genesi cap. 42-46)

Giuseppe diviene così viceré del faraone e, grazie a lui, l’Egitto riesce a superare i sette anni di carestia. Una folla interminabile, proveniente da tutti i paesi, si reca nella capitale dell’Impero per acquistare il grano conservato nei magazzini. Giuseppe stesso provvede a tutto ciò mentre il popolo, esultante, elogia il faraone e il suo primo ministro.

Tra coloro che vengono a comprare il grano vi sono anche i fratelli di Giuseppe. Questi li fa catturare e condurre in sua presenza. Fa credere infatti che siano spie e vuole punirli. Si fa dire inoltre da dove provengono e chi sia loro padre. Dopo aver sentito che Giacobbe è ancora vivo a stento trattiene le lacrime ma non si scompone e chiede ai fratelli di condurre in Egitto Beniamino, perché vuole farlo suo schiavo. In cambio gli darà il grano che gli serve. Per costringerli a tornare fa poi rinchiudere in carcere Simeone, uno di loro, quello che forse più degli altri aveva costretto i fratelli a vendere Giuseppe.

Tornati al campo, i figli di Giacobbe raccontano tutto al padre ma questi non vuole perdere, dopo Giuseppe, anche Beniamino e quindi rifiuta le pretese di colui che crede uno sconosciuto. Dopo sette mesi però il bestiame muore a causa della carestia e il patriarca è costretto a cedere. Beniamino e i suoi fratelli giungono così in presenza di Giuseppe che, dopo aver visto il loro sincero pentimento, rivela la propria identità e li riabbraccia. Dopo alcuni giorni ecco venire in Egitto anche Giacobbe che, felicissimo, può rivedere il figlio tanto amato.

Dieci anni dopo il patriarca muore circondato dai figli. Viene sepolto nella tomba in cui già riposano Abramo, Sara e Isacco.

 

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