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7 - ISACCO - ISMAELE
8 - IL DESTINO DI ISACCO

Osamu Dezaki

Tezuka Productions Co., Osamu Tezuka, Seya Shinji

Yoshimura Masateru, Sugino Akio, Kobayashi Junji, Shimada Hideaki

Okada Kazuo, Saito Masami

Hattori Katsuhisa

Luciano Scaffa, Guerrino Gentilini 

Rete italiana Rai Uno

Elle Di Ci

24, 24 min.

V-20004

Isacco e Ismaele  (Genesi cap. 20,8-21)

Il figlio primogenito di Abramo, Ismaele, è già un ragazzo, un aspirante guerriero, abile nell’uso delle armi, sicuro delle proprie capacità, ma di indole modesta. Il patriarca lo ama molto ma Sara vede di cattivo occhio sia lui che la madre Agar.

Un giorno gli chiede addirittura di cacciarlo dall’oasi, ma Abramo la rimprovera per il proprio egoismo. Ismaele riceve in regalo dal padre un bellissimo arco robusto che utilizza per cacciare dal proprio territorio alcuni predoni, salvando così la vita ad alcuni pastori. Abramo è fiero del proprio ragazzo, ma Sara continua a insistere: Ismaele deve essere cacciato o sarà lui a divenire erede al posto di Isacco. Il patriarca decide dunque di chiedere consiglio al Signore che gli ordina di abbandonare nel deserto il figlio e sua madre, promettendo però di salvarlo e di renderlo un grande e glorioso guerriero, che avrebbe portato anche in altre terre la discendenza di Abramo.

Il giorno dopo il patriarca è costretto a svegliare Agar e a ordinargli di abbandonare l’oasi col figlio. Gli regala inoltre un agnellino, Meya, capace di trovare le sorgenti d’acqua. Ismaele e sua madre vanno via dal campo, pianti in lontananza dal povero Abramo. Nel deserto, il caldo e la sete fiaccano i due poveretti. Un angelo del Signore si presenta allora ad Agar e gli promette la prossima salvezza. L’agnellino scopre così un'oasi, dove Ismaele e sua madre possono finalmente ristorarsi. Dopo un lungo viaggio i due giungono nei pressi della regione di Faran, dove Ismaele crescerà, si sposerà e diverrà capostipite del popolo degli Ismaeliti, i progenitori degli Arabi.


Il destino di Isacco
  (Genesi cap. 21,22-33; cap. 22,1-19)

Isacco cresce forte e bello, sotto gli occhi fieri del padre. E’ anche lui, come il fratello Ismaele, un’abile guerriero e, durante un viaggio, Abramo gli regala persino una spada per combattere e difendersi dalle insidie del deserto. Compra inoltre una pelle di coniglio per la moglie, pelle che attira l’affamato Loco, convinto che sotto di essa si nasconda della carne.

Segue così il patriarca fino al suo accampamento, dove vi è l’incontro con il padrone delle oasi di Canaan, Abimelech. Questi vuole essere risarcito da Abramo per la perdita di due dei suoi uomini, uccisi dai pastori del patriarca. Quest’ultimo però non accetta le sue richieste perché quegli uomini avevano tolto loro il possesso di un pozzo, fonte di vita nel deserto. Abimelech sembra non sapere nulla di ciò e si scusa con Abramo. Nello stesso momento Isacco torna, portando legato Picom, servitore di Abimelech. Era stato lui a ordinare di attaccare i pozzi di Abramo. Dopo essersi riconciliato con il patriarca, Abimelech si allontana.

Quella stessa notte Dio appare ad Abramo e gli ordina di offrirgli in olocausto suo figlio Isacco. Il patriarca, benché a malincuore, è costretto ad obbedire. Conduce così il figlio sulle montagne e gli fa preparare un altare per il sacrificio. Isacco comprende che sarà lui la vittima e accetta coraggiosamente il proprio destino. Abramo sta già per colpire il figlio quando Dio lo ferma: Isacco non dovrà essere ucciso. Il patriarca, felice, ringrazia il Signore e insieme al figlio prega in suo nome.

 

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