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17 - LA TERRA PROMESSA          
18 - GERICO

Osamu Dezaki

Tezuka Productions Co., Osamu Tezuka, Seya Shinji

Yoshimura Masateru, Sugino Akio, Kobayashi Junji, Shimada Hideaki

Okada Kazuo, Saito Masami

Hattori Katsuhisa

Luciano Scaffa, Guerrino Gentilini 

Rete italiana Rai Uno

Elle Di Ci

24, 24 min.

V-20009

La terra promessa   (Numeri cap. 20; cap. 21:21-32; Deuteronomio cap. 34)

La Terra Promessa [modifica] Il viaggio verso la Terra Promessa dura ancora quaranta anni. Mosè è vecchio e stanco e così anche Aronne. Quest’ultimo però ha ceduto facilmente alle richieste di idolatria del popolo e quindi non potrà raggiungere la terra dove scorre latte e miele. Salito su un alto monte, accompagnato da tutto il popolo, Aronne cede il proprio sacerdozio (era infatti stato nominato primo sommo sacerdote) al figlio e, stanco di tanto vagare, muore fra le sue braccia. La sua salma viene portata in processione per tutto il campo degli israeliti. Il popolo piange per la morte di questo grande profeta.

Mosè e la sua gente giunge, dopo qualche tempo, ai confini della terra di Canaan. I regnanti locali non sono però disposti ad accogliere i nuovi arrivati ed Edom, uno di essi, manda i propri uomini per massacrarli. Giosuè e gli altri israeliti però sanno come difendersi e il sovrano è costretto così a fuggire.

Il viaggio non è ancora concluso, l’acqua comincia a scarseggiare un’altra volta. Mosè, su comando divino, batte il proprio bastone sulla roccia. Non fuoriesce nulla e quindi il profeta, che ha cominciato solo ora a dubitare, riprova un’altra volta. L’acqua sgorga dal macigno e rinfresca le bocche degli israeliti. Mosè ha però commesso un grave peccato, ha dubitato della di Dio.

Ecco ora apparire un posto di blocco. Al comando di questi c’è il re degli Amorrei, Sicon. Il regnante non vuole far passare gli israeliti. Giosuè e i suoi uomini, sfruttando l’elemento sorpresa riesce ad avere la meglio su un nemico che sembrava imbattibile.

Finalmente appare in lontananza la terra promessa. Mosè non può però mettervi piede perché ha dubitato del Signore. Viene dunque condotto sul monte Nebo da dove, aiutato dal fedele Giosuè, può guardare la terra tanto desiderata, e morire in pace, carico di anni.


Gerico (Giosuè cap. 6)

Giosuè e gli altri israeliti attraversano il Giordano e giungono così finalmente nella Terra promessa.

Ad aspettarli però vi è un possente nemico: Gerico, una città dalle mura inespugnabili e di certo non disposta ad accogliere i nuovi arrivati. A capo di questa il sommo sacerdote del dio locale, Zogarin, uomo spietato e sicuro di sé, ma adorato come un semidio dal popolo. Unica persona a disprezzarlo è una prostituta, Raab, stanca delle pressanti proposte amorose del sommo sacerdote. Un giorno Zogarin si reca da lei e sta per farle del male quando Loco, che precedentemente era stato salvato dalla prostituta, lo costringe a fuggire.

Giosuè intanto, accampatosi con i suoi uomini all’esterno delle mura, manda due esploratori all’interno di Gerico. Questi verrebbero facilmente uccisi dalle sentinelle ma è la stessa Raab a salvarli. I due esploratori promettono alla giovane che, quando la città verrà distrutta, la sua casa non verrà nemmeno sfiorata.

Durante la notte un angelo appare a Giosuè: il condottiero dovrà fare un giro attorno alle mura, portando con sé l’arca dell’alleanza, per sette giorni di fila, al settimo giorno dovrà ordinare agli israeliti di gridare e le mura crolleranno sotto il loro impeto.

Il comandante ebreo obbedisce e, nell’ultimo giorno di marcia, scopre dallo stesso Loco un punto delle mura costruito con mattoni di fango. Ordina dunque ai suoi uomini di gridare, di suonare i corni e le trombe. Le mura di Gerico crollano e gli israeliti possono così entrare all’interno della città. I cittadini fuggono via o vengono uccisi, Zogarin, corso a pregare l’idolo locale, finisce schiacciato dalla sua enorme statua. Israele ha vinto, l’inespugnabile Gerico è stata distrutta. Unica superstite, Raab, la prostituta misericordiosa.

 

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