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Lettere di
San Paolo ai COLOSSESI, ai
FILIPPESI, I - II ai TESSALONICESI, ai GALATI, agli EFESINI
(volume II)
Giuseppe Soro, Gianfranco Malafarina, Roberto Colzani
71
San Paolo
2004
C-12003
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«Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate
dunque e fate discepoli tutti ipopoli, battezzandoli nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt
28,18-20). Dopo la Pentecoste, gli apostoli, con un coraggio che prima non si
ritrovavano, partono «nel nome di Gesù risorto» e annunciano «che Gesù di
Nazareth - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi
e segni, che Dio stesso operò in mezzo a voi per opera sua... — fu consegnato a
voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma
Dio lo ha risuscitato» (At 2,22-24).
Saulo, «fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore» (At 9,1),
sulla via di Damasco viene scaraventato a terra da cavallo: «Chi sei, o
Signore?», «Io sono Gesù, che tu perseguiti» (At 9,5). E ad Anania, timoroso, il
Signore dice: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio
nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quanto
dovrà soffrire per il mio nome» (At 9,15-16). «Intanto la Chiesa era in pace per
tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore
del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo» (At 9,31).
Paolo, zelante per il Signore, inizia a parlare in pubblico con tanta franchezza
da lasciare gli uditori sbalorditi. Non si accontenta di Damasco o di
Gerusalemme; si sposta per mare o per terra: per Antiochia di Pisidia, Iconio,
Listra, Derbe, nell'area della Licaonia (attuale Turchia sud-occidentale);
Filippi, Tessalonica, Corinto, Atene, nell'area della Macedonia e dell'attuale
Grecia; Efeso e Colossi (nella Turchia occidentale), senza dimenticare Damasco e
Antiochia sull'Oronte (la seconda capitale del cristianesimo dopo Gerusalemme) e
Tarso. I cristiani di questi luoghi, che Paolo «ha generato alla fede», non
vengono dimenticati, ma sono seguiti con la preghiera e poi, attraverso le
lettere, risposte a quesiti che pongono le comunità, con problemi di fede o di
morale.
L'ultimo viaggio di Paolo è per Roma, in catene, dove subisce il martirio, alle
Tre Fontane, sotto l'imperatore Nerone, insieme a Pietro, crocifisso con la
testa all'in giù sul Colle Vaticano.
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