Nell'attuale contesto globalizzato e multiculturale, segnato
dal tramonto di certezze assolute che hanno organizzato per secoli il vivere e
lo sperare degli uomini, ha ancora senso professare una religione attribuendo ad
essa valore uni-versale di verità? Non è questo il modo per sottoscrivere ed
avallare la diffusa equazione credo religioso = fanatismo fondamentalista?
Questo saggio intende confrontarsi con la radicalità di
questi interrogativi analizzando la pretesa di credibilità del cristianesimo.
Dapprima argomentando su come l'atteggiamento credente non sia tradimento ma
inveramento della ragione umana, l'autore ripropone poi itinerari di ricerca
storica e teologica per verificare la pretesa divina del messaggio di Gesù di
Nazareth e la possibilità dell'esistenza cristiana come segno efficace di
speranza nella stagione del relativismo.
dalla recensione
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