Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi 

 

VITA DI PAOLO

Paolo è nato a Tarso ( At 22, 3 )  da genitori ebrei che facevano risalire la loro famiglia alla tribù di Beniamino ( Rm 11, 1; Fi 3, 5 ) . La data della nascita può esser fissata tra il 5 e il 15 dopo Cristo. Il fatto che  avesse una sorella sposata a Gerusalemme (At 23,16 ) ha indotto alcuni a concludere che tutta la famiglia si sia trasferita a Gerusalemme  quando Paolo raggiunse la città da giovane.

Paolo parlava  sia il greco che l’aramaico ( Atti 21, 40; 26, 14 ). Aveva la cittadinanza di Tarso e quella romana e questo privilegio gli fu utile nei viaggi missionari. Fin dalla nascita accanto al nome giudaico di Saulo ebbe il nome romano di Paolo (piccolo). (Atti 13, 9 ) Di mestiere era tessitore di tende

E’ quasi sicuro che Paolo giunse a Gerusalemme dopo la morte di Gesù e che non lo vide mai nel corso della sua vita terrena; è quasi altrettanto sicuro che ci sia giunto solo pochi anni dopo la morte di Gesù. A Gerusalemme fu discepolo di Gamaliele ( At 22, 3 ); dati i suoi studi rabbinici o data la sua educazione o per entrambi i motivi egli divenne ciò che, con le sue stesse parole, può esser detto un rigido fariseo ( At 23, 6; 1 Cr 15, 9 ). Prese parte alla lapidazione di Stefano (At 7,58) e divenne un agente del Sinedrio di Gerusalemme nella persecuzioni  contro i cristiani ( At 9, 1 ss )

La conversione fu il risultato  della sua esperienza sulla via di Damasco. Gesù gli apparve e Paolo divenne cieco per pochi giorni, prima di essere guarito e battezzato da Anania ( At 9 ). Dopo la conversione fu incerto sul suo futuro: sembra da dapprima si sia recato in Arabia, cioè probabilmente nel regno dei Nabatei. ( At 9 e Ga 1 ) per tre anni Al suo ritorno cominciò a predicare Gesù a Damasco apertamente ai Giudei, di cui incontro l’inimicizia. Dopo la fuga da Damasco  tornò a Gerusalemme per la prima volta, dopo che ne era partito per perseguitare i cristiani. In città non fu accolto favorevolmente tra i cristiani e tornò per pochi anni nella sua città natale di Tarso.

Fu tratto dall’oblio da Barnaba che lo portò ad Antiochia e gli procurò una posizione di maestro nella chiesa locale. Come compagno di Barnaba fu mandato a Gerusalemme con un’offerta. Dopo il loro ritorno ad Antiochia, Barnaba e Paolo furono incaricati dalla chiesa di Antiochia di predicare il Vangelo, dove non era stato ancora predicato.

Il primo viaggio missionario, (45-49),  portò Paolo e Barnaba   a Cipro, Perge, Antiochia di Pisidia, Licaonia . Il loro metodo era di predicare prima nelle sinagoghe delle città ai Giudei e di rivolgersi ai Gentili solo quando i Giudei avevano rifiutato il messaggio. Fu violenta l’ostilità mostrata dagli Ebrei della Licaonia. Alla fine del primo viaggio maturò la controversia riguardante l’obbligo per i Gentili di osservare la legge.  La dottrina di Paolo, che non imponeva ai Gentili gli obblighi del Giudaismo, fu accettata dalla chiesa di Gerusalemme.

Il secondo viaggio ( 49-52 )  fu intrapreso poco dopo il ritorno di Paolo e Barnaba ad Antiochia ( At 15, 36- 18.21 ). L’inizio del viaggio fu guastato dal dissidio tra Paolo e Barnaba a proposito di Marco; il compagno di Paolo nel secondo viaggi fu Sila. Il secondo fu il più importante dei tre viaggi; dopo essere passato  attraverso la Cilicia, la Licaonia, la Frigia e la Galazia, in seguito ad un sogno, Paolo predicò per la prima volta nel continente europeo. Il suo forzato ritiro da Berea fu all’origine della sua presenza in Atene, dove il suo discorso all’Areopago fece un’impressione molto superficiale. Da Atene si recò a Corinto, dove incontrò Priscila a Aquila. L’ostilità degli ebrei fu neutralizzata  dall’indifferenza di Gallione e, durante un soggiorno di due anni, Paolo fondò la più importante delle sue chiese.

Il terzo viaggio (53-58 ) fu iniziato dopo un breve ritorno ad Antiochia ( At 18, 23 –21,14 ). Paolo visitò la Frigia e la Galizia, ma la maggior parte del viaggio fu impiegata nella fondazione della Chiesa di Efeso. La visita in Asia mise Paolo a contatto con Apollo e con alcuni altri che avevano ricevuto il battesimo da Giovanni il Battista. Il tumulto degli orefici di Efeso è il primo esempio documentato dell’ostilità verso i cristiani da parte dei gentili. Non è sicuro se l’accenno  di Paolo nella 1 ai Corinzi alla sua “lotta contro le fiere “ ( 15, 32 ) sia da riferirsi al tumulto. I disordini della Chiesa di Corinto complicarono i suoi piani di viaggio.  Scrisse crive da Efeso la sua prima lettera ai Corinzi quindi raggiunse la Macedonia dove  scrisse la seconda. Dopo questo viaggio non ritornò ad Antiochia, ma raggiunse Gerusalemme, via Tiro. Il racconto dei suoi incontri con gli anziani di Efeso  a Mileto e con i discepoli a Cesarea contiene preannunzi delle sofferenze che lo aspettano a Gerusalemme.

A Gerusalemme la decisione del consiglio dei presbiteri di compiere riti di purificazione nel tempio fu l'occasione dei tumulti degli Ebrei che portarono  all'arresto di Paolo e alla sua  comparizione davanti al Sinedrio; per salvarlo dalla morte i Romani lo trasferirono a Cesarea.  Il nuovo governatore Festo riaprì il processo, ma Paolo diffidente verso Festo, si appellà a Cesare. La nave  su cui Paolo si imbarcò naufragò al largo della costa di Malta; scampato al naufragio l’Apostolo sbarcò a Pozzuoli nella primavera successiva. Gli Atti dicono che a Roma visse  agli arresti domiciliari, (60-61) ma non riferiscono nulla sull’esito del processo. In questo periodo devono essere collocate le epistole della prigionia: Filemone, Colossesi, Efesini. Filippesi.

Clemente Romano parla di un viaggio in Spagna, dopo la sua prigionia a Roma. Le lettere pastorali fanno pensare ad un altro viaggio ad Efeso. La sua seconda prigionia a Roma e la condanna a morte  possono essere fissate prima della morte di Nerone verso il 67-68. Dal momento che era cittadino romano, la sua condanna fu eseguita mediante decapitazione.

 

LE LETTERE DI PAOLO

            A Paolo vengono attribuite 13 lettere:

LETTERA AI ROMANI

Scritta ai cristiani di Roma, verso la fine del primo viaggio missionaria nel 57-58, da Corinto

DUE LETTERE AI CORINZI

La prima  è scritta per porre rimedio ad alcuni abusi della comunità e per dare risposta a numerosi quesito postigli dai Corinzi. E dell’anno 55 e comunque prima del 57

La seconda è l’ultima di quattro lettere, di cui due non pervenute. Paolo tratta delle sue relazioni con la comunità e dà istruzioni per le elemosine in favore della Chiesa di Gerusalemme. Scritta tra la fine del 56 e il 57

AI GALATI

Ai cristiani della Galazia del nord. E’ il vangelo della libertà. Ha molte somiglianze con la lettera ai Romani ed è stata scritta solo sei mesi prima, durante l’inverno del 57-58.

AGLI EFESINI

Il tema della lettera è il disegno di Dio, fissato dall’eternità, eseguito da Gesù Cristo, rivelato all’Apostolo, spiegato alla Chiesa. Ha molte somiglianze con la lettera ai Colossesi. Scritta da Paolo durante la prima prigionia romana del 61-63. Secondo alcuni è una lettera circolare alla varie chiese. C’è chi  pensa che non sia di Paolo.

AI FILIPPESI

Ai cristiani di Filippi, Scritta, secondo alcuni, da Efeso nello stesso periodo delle lettere ai Corinzi negli anni  56 o 57, secondo altri durante la prigionia romana del 61-63

AI COLOSSESI

Ai cristiani di Colossi nella Frigia. Dell’ultimo periodo della vita, durante la prigionia romana del 61-63

DUE LETTERE AI TESSALONICESI

Agli abitanti di Tessalonica  nella Macedonia. La prima è scritta negli inizi del 51. E’ il primo scritto  da Paolo ed anche  del Nuovo testamento. E degli inizi del 51.

La seconda  è dopo posteriore.

A FILEMONE

La più breve lettera, appena un biglietto, scritta durante la prigionia romana.

TRE LETTERE PASTORALI

Secondo alcuni studiosi le lettere non sarebbero di Paolo, ma della fine del primo secolo.

Se sono di Paolo, la lettera a Tito e la prima a Timoteo sarebbero state scritte nel 63, durante la prima prigionia romana e la seconda a Timoteo nel 67, durante la seconda prigionia.

 

CORINTO

Corinto era una città greca tra il Peloponneso e la Grecia centrale. Il luogo risulta già occupato nei tempi molto antichi; nel 146 la città fu distrutta dai Romani  e venne ricostruita da Giulio Cesare nel 44 a. C., col nome di Colonia Laus Iulia Corinthos, come capitale della provincia senatoriale dell’Acaia. Questa nuova città si sviluppò rapidamente e divenne un centro di cultura, di civiltà, di sport, di commercio, di ricchezza. Risiedeva in città una grossa comunità giudaiaca.

A Sud della Città si innalzano le montagne del Peloponneso, la più alta delle quali l’Acrocorinto di circa 600 metri. La città era situata tra i suoi due porti, Lecheo, nel golfo di Corinto e Cencree, sul golfo di Saronico; le merci in transito venivano trasportate da un porto all’altro; la distanza fra i due porti era ci circa 6 chilometri, che è la distanza dell’attuale canale. La vita di Corinto dipendeva essenzialmente da questo trasporto di merci. Nella città si trovavano numerosi templi (1 Co 8, 5 ). Ad Apollo era dedicato un grande tempio ed altri minori; c’erano templi dedicati ad Atena, a Poseidone, ad Esculapio, il dio della medicina, con annesso un ospedale; il più grande dei templi era dedicato ad Afrodite sull’Acrocorinto. C’era anche una sinagoga ebrea.. Il centro della città era costruito attorno ad una vasta agorà di 200 metri per 100, la città possedeva bagni pubblici, due teatri, di cui uno con 18.000 posti a sedere e un anfiteatro. Corinto era la sede dei giochi istmici

Sia ai tempi dei greci che in quelli romani Corinto godeva la fama di essere un centro di piacere e di vizio; un proverbio greco diceva che non tutti dovevano andare a Corinto, alcuni vocaboli indicavano il basso livello morale della città: korinthia kore=ragazza  corinzia, prostituta, korintiasthes=lenone, korinthiazesthai=fare il corinzio . Non era certamente un luogo molto indicato per costituire una comunità cristiana e le lettere di Paolo confermano le difficoltà ma l’apostolo vi costituì una promettente comunità

 

PAOLO E LA COMUNITA’ DI CORINTO

Negli Atti  si parla di una sola visita di Paolo a Corinto, la prima (At 18, 1-18 ). L’apostolo giunse a Corinto da Atene, durante il suo secondo viaggio, intorno al 50. Trovò una città dove pullulavano culti religiosi antichi e nuovi. Visse con Aquila e Priscilla, praticando il suo mestiere di tessitore di tende e predicando nella sinagoga il sabato; convertì Crispo, presidente della sinagoga; gli ebrei lo respinsero e Paolo cominciò ad insegnare nella casa di Tizio Giusto. Dopo 18 mesi gli ebrei lo accusano di fronte a Gallione, proconsole romano nella città e fratello del filosofo Seneca, come maestro di una religione illegale, ma Gallione non volle nemmeno sentire l’accusa. Paolo partì da  Corinto “molto tempo” dopo questo fatto, nel 52, lasciando una comunità  fiorente: sarà la prima grande comunità chiamata a vivere in un ambiente pagano.

Qualche tempo dopo, nel 53-55, mentre l’Apostolo sta compiendo il terzo viaggio missionario, durante la permanenza ad Efeso, ha notizia che a Corinto si verificano divisioni, liti per interesse, serpeggiano disordini morali e alcuni partecipano a riti pagani. Paolo interviene ripetutamente e noi abbiamo due lettere che attestano questi suoi interventi. Ma le lettere  e gli interventi devono essere stati più numerosi.

Ecco una possibile ricostruzione dei rapporti tra Paolo e la comunità di Corinto in questo periodo.  L’Apostolo invia una prima lettera, che non ci è pervenuta ( 1 Cor 5, 9-12), poi ne  invia  una seconda  nella primavera del 55, è  la nostra prima lettera; non ne consociamo i risultati , ma sappiamo da 2 Cor 2, 5; 7, 2 che ci furono disordini nella comunità. In seguito l’apostolo va personalmente a Corinto, ma non ottiene risultati, anzi riceve offese gravi ( 2 Cor 2, 4 ); invia quindi una terza  lettera, dura, nota come “lettera delle lacrime” ( 2 Cor 2, 4 ). La lettera, che  è andata perduta, forse fu portata da Tito. Dopo questa lettera  le cose evolvono, la comunità torna dalla parte di Paolo, contro gli offensori vengono prese proporzionate misure, molte cose migliorano, anche se restano difficoltà. Tito porta le buone notizia a Paolo, che si trova in Macedonia nell’anno 57 , da dove scrive un’ultima lettera, la nostra seconda. In essa  Paolo difende la sua missione di apostolo, dà indicazioni per preparare la sua visita e per organizzare le offerte per la chiesa di Gerusalemme. Qualche mese dopo Paolo si reca a Corinto nel periodo invernale ( At 20, 33 ) e approfitta della calma per scrivere la lettera ai Romani.

 

SECONDA LETTERA A CORINZI

La lettera costituisce un confronto polemico  con i Corinzi che creano confusione nella comunità cristiana.  Nella prima parte  ( 1-6) Paolo si vede costretto a giustificare il suo ministero apostolico, facendo riferimento al servizio da lui prestato  nello spirito del nuovo patto, nonostante la propria debolezza, spinto dall’amore verso Dio e verso gli uomini, in mezzo a tante tribolazioni.

Nella seconda parte (8-9 ) egli chiede di contribuire alla colletta per i cristiani di Gerusalemme che sono nel bisogno. La terza parte (10-13) è di nuovo dedicata all’autodifesa, nel corso della quale egli parla  pure degli straordinari doni di grazia, che ha ricevuto. La lettera mostra con quanta passione Paolo si occupi della fede dei Corinzi e per il riconoscimento della sua missione e del suo impegno senza riserve.

Non viene posto in dubbio che 2 Corinzi provenga sostanzialmente da Paolo. Si pone invece l’ipotesi che la seconda ai Corinzi  sia una composizione di più lettere  di Paolo. Per esempio alcuni studiosi suppongono che in 2 Co 10  s.s.  si abbia  la perduta “lettere delle lacrime” o per lo meno una parte di essa.