Un
vescovo precocissimo: è stato
consacrato a soli 27 anni, e messo a capo della diocesi di Grenoble.
Ma è anche un vescovo recalcitrante, che appena due anni dopo
si dimette, e va a fare il monaco senza gradi in una comunità benedettina.
Però chi l’ha messo in cattedra a Grenoble non è disposto
a tollerare abbandoni, neppure per umiltà. E’ il Papa
che vuole liberare la Chiesa da ignoranza, avidità e scostumatezza
sempre più sfacciate, e che per arrivarci è pronto
allo scontro con tutti: dignitari laici ed ecclesiastici, prìncipi,
re e imperatori. E' Gregorio VII, insomma: perciò Ugo, a un
suo ordine, se ne ritorna a Grenoble e riprende le sue responsabilità episcopali.
Ripulisce, corregge, allontana gente indegna. E soprattutto insegna,
per sconfiggere l’ignoranza. Lui da giovane ha studiato a Valence
e a Reims, e tra i professori ha avuto anche Bruno di Colonia, il
dottissimo e severo Bruno, che contribuirà alla cacciata del
suo vescovo perché si è comprata la cattedra. Papa
Gregorio è ora contento di Ugo: nella sua diocesi la riforma
cammina.
Ed ecco capitare a Grenoble appunto Bruno di Colonia, con un gruppetto
di compagni. L’antico professore, dopo un periodo di vita monastica a Molesme, se n’è andato
perché ha in mente un progetto nuovo di comunità, che è insieme
cenobio ed eremo, vita comune e solitudine, sempre sui due pilastri della preghiera
e del lavoro. Il vescovo Ugo è prontissimo ad aiutarlo, e nella zona montuosa
detta Cartusia (Chartreuse, in francese) gli assegna il territorio sul quale
sorgerà poi la Grande Chartreuse, luogo di nascita degli operosissimi
monaci chiamati subito Certosini: una forza nuova per la rigenerazione della
Chiesa. Il vescovo Ugo serve i successori di Gregorio VII con tutta la sua energia,
stimolando vivacemente anche l’opera dei monaci di Cluny, in Francia e
poi in tutta Europa. Ma rimpiangendo al tempo stesso la vita monastica, durante
i pontificati (alcuni brevissimi) di Vittore III, Urbano II, Pasquale II, Gelasio
II e Callisto II. Giunto al suo sesto Papa – Onorio II, di Imola – gli
chiede formalmente di essere dispensato dall’incarico di vescovo, con una
motivazione che sembra ineccepibile: "Ho superato i settant’anni,
sono malato, e qui ci vogliono energie nuove".
Papa Onorio non ha la grinta di Gregorio VII. Ma conosce bene Ugo e sa che
cosa rappresenta per il suo popolo e per la Chiesa di Francia. Così, gli risponde
con una lettera che sostanzialmente dice: so dei tuoi anni e delle malattie;
ma preferisco te malconcio a chiunque altro, anche giovane e robusto. Così Ugo
guida la diocesi anche per tutto il pontificato di Onorio. E prima di morire,
dopo 52 anni di episcopato, vedrà salire in cattedra un altro Papa ancora:
il romano Innocenzo II.