L'organo mi è sempre sembrato uno strumento degli elementi, uno strumento sovrumano nato dal vento e dalla roccia, dall'aria e dalle forme. Nelle nostre chiese il suo suono rappresenta la voce disincarnata di Dio, perchè congiunge la mente del Creatore con la mente umana. (Yehudi Menuhin)

La storia remota

A Ktesibios, ingegnere greco vissuto ad Alessandria d'Egitto nel III secolo a.C., viene attribuita l'invenzione dell'Hydraulos (organo idraulico), strumento in cui un geniale sistema di alimentazione dell'aria, stabilizzata grazie al peso dell'acqua, poteva far risuonare una considerevole serie di canne, superando per la prima volta le limitazioni imposte dal fiato umano.

Meno di due secoli dopo lo strumento era talmente diffuso nel mondo ellenico che a Delfi, località celebre per il santuario di Apollo, costituiva oggetto di celebrazioni musico-religiose di vasta risonanza. In seguito l'organo ebbe nella Roma imperiale una diffusione paragonabile a quella del nostro pianoforte.

Durante i secoli in cui, a causa delle invasioni barbariche lo strumento subiva in occidente europeo un'eclissi, fu l'impero bizantino d'oriente ad assicurare la sopravvivenza dell'organo. Le canne degli organi imperiali potevano essere d'oro, d'argento, di rame dorato e i pannelli della cassa erano intarsiati di madreperla e gemme.

Il suo ritorno in occidente si fa risalire al 757, anno in cui l'imperatore bizantino Costantino Copronimo inviò in dono a Pipino il Breve, re dei Franchi, un prezioso organo. Negli anni successivi fu nella quiete dei monasteri, più che a corte, che lo strumento trovò condizioni ambientali e culturali favorevoli al suo sviluppo; lo stimolo alla sperimentazione e alla ricerca era connaturale all'ordinamento ascetico della vita monastica. Non fa meraviglia quindi che l'organo, rinato in ambiente mistico e affacciatosi a poco a poco alle soglie del tempio cristiano, vi sia poi entrato, per stabilirvisi come geniale e fortunato servitore della liturgia. Successivamente sempre più frequenti si trovano documenti che confermano la diffusione dell'organo nelle cattedrali e nei grandi monasteri d'Europa.

Le profonde radici cristiane

La millenaria permanenza dell'organo in chiesa ha certamente influenzato l'evoluzione dello strumento: innovazioni nella tecnica costruttiva, ampliamenti e differenziazioni dell'apparato fonico, superbe architetture; ma soprattutto ha contribuito alla nascita di un ricchissimo patrimonio musicale, inestimabile tesoro di cultura, arte, spiritualità.

La composizione organistica sin dagli albori si è direttamente ispirata al canto cristiano, accompagnandolo ed elaborandolo in modi e forme quanto mai vari: dal canto gregoriano al mottetto polifonico, dal corale tedesco al canto sacro popolare. L'organo si è inoltre dimostrato lo strumento più di ogni altro adatto ad "interpretare con il puro suono il carattere sacro dei momenti e dei tempi delle varie festività liturgiche" (Paolo VI).

In senso più ampio la musica per organo ha sempre autorevolmente interagito con le più significative espressioni musicali nei diversi periodi storici: il virtuosismo delle Toccate e Fantasie, la dotta elaborazione dei Ricercari e delle Fughe, la perfezione formale dei Concerti, le suggestioni orchestrali e sinfoniche del Romanticismo, gli influssi impressionistici, la serialità, l'alea...

Oggi

L'organo in chiesa svolge la funzione principale di invitare i fedeli alla preghiera, sostenendo il canto dell'assemblea e del coro, aiutando la meditazione nelle pause di raccoglimento con i suoi suoni più delicati, esprimendo il giubilo della solennità con la sua voce più possente. Ogni nuova comunità che si assume l'onere e l'onore della costruzione di un nuovo organo provvede affinchè la ricchissima eredità che le generazioni passate ci hanno trasmesso non sia appannaggio di pochi eletti, ma contribuisca alla crescita culturale, morale e civile di tutti.