"Due
sono gli scopi per cui una parrocchia esiste: rendere bella la chiesa e
fare la carità".
Queste
parole di don Luigi Rovigatti, parroco di Roma nel dopoguerra, mi sono
apparse subito la spiegazione più bella di ciò
che abbiamo fatto e di ciò che ci apprestiamo a fare.
"Abbiamo
fatto proprio una bella cosa! Abbiamo fatto qualcosa solo per Iddio!":
questo era il pensiero che mi accompagnava la domenica delle palme
quando l'Organo ha suonato per la prima volta durante una nostra
celebrazione.
Ma, non posso nascondervelo, un altro pensiero, come un
diavoletto, si insinuava: "Ma non è inutile? Non
è stato uno sforzo vano? A che serve la bellezza (che non si
vende)? Che se ne fa Dio, a cui non manca una musica celeste molto
più bella e armoniosa?".
Domande nate non a caso, ma frutto
di quei dubbi e di quelle osservazioni che hanno accompagnato lo
sviluppo dell'idea e perchè no, di quella
mentalità efficientistica che respiriamo e che ci riduce a
dare valore solo a ciò che produce un utile che si possa
immediatamente consumare.
Subito
però questo pensiero è stato vinto da una duplice
considerazione che ora, a distanza di tre anni dall'inizio
dell'impresa, è sempre più convinta e direi
confermata dall'esperienza: il bello educa e le cose fatte per Dio
'pagano'.
E'
stata proprio la fatica per arrivare ad avere una cosa così
bella e la gratuità di farla perchè serva solo a
Dio che, se così si può dire, hanno dimostrato
l'utilità dell'impresa. Il coinvolgimento dei parrocchiani
nel rendere ancora più bella la nostra chiesa e la nostra
preghiera ci ha fatto crescere nella comunione e nell'amicizia; il
desiderio di accogliere questo strumento e di usarlo nel modo migliore
ha fatto nascere il coro polifonico; la capacità di
raccogliere in tre anni una somma considerevole ci ha spinto a
continuare in un'impresa che accordi sempre meglio i nostri cuori sulle
note della generosità ...
E
ciò che ancora può fruttificare intorno a noi non
è nemmeno pensabile se, come già sta avvenendo,
grazie al nuovo Organo la nostra preghiera crescerà:
perchè non si può immaginare cosa è
capace di produrre Iddio in un uomo e in una comunità che
prega!
Ma
c'era bisogno di tutto questo impegno? La domanda è
pertinente e la risposta rischia di non essere altrettanto chiara, ma
resta comunque sulla linea del mistero cristiano della vita che esige
talvolta - anzi sempre - che solo attraverso la sofferenza si arrivi a
scoprire la bellezza e la verità dell'amore.
don
Andrea
ex parroco della chiesa dei Santi Gioacchino
e Anna