Nel 1964 Francisco Kiko Arguello lasciò lavoro e amicizie ed andò a vivere in una baracca, dove la lettura della Bibbia e la preghiera gli consentirono  di  riunire  attorno  a sé  persone atee,  lontane dalla Chiesa,  che  formarono  in  modo spontaneo  la  Prima Comunità.

Simonetta
Siamo una coppia di coniugi che fa parte della 2° Comunità di San Gerardo. Quando il Parroco Don David ci ha chiesto di spiegare, attraverso queste pagine, cosa sia la Comunità Neocatecumenale, ci siamo detti: da dove cominciamo?
Crediamo che ciò che ci accomuna sia il nostro comune "sentire" e quindi iniziamo da me, Simonetta, dal mio sensibile e concreto incontro con Gesù, dal mio "sentire".
Anche Voi, credo, abbiate qualche volta sperimentato un'apprensione grande, che può arrivare fino al punto di non farti dormire la notte; sei costretto ad andare in continuazione dal medico per quei molteplici acciacchi che accusi, per quel malessere che fa del tuo volto il volto di un insoddisfatto.
Ebbene io stavo così, e se possibile anche peggio. E come qualsiasi persona in questa situazione cercavo un rimedio, un appiglio, un qualcosa che mi potesse trarre fuori. Ricordo perfettamente di avere avuto la sensazione come di una ragnatela che mi avvolgeva e che, più mi divincolavo, più cercavo di liberarmene, più mi sentivo soffocare.
E tutto questo perché? Perché non guardavo in alto verso il Cielo, da dove solamente ci può venire l'aiuto.
Fu in quel periodo che incontrai la predicazione neocatecumenale. Incontri serali che avvenivano due volte la settimana e nei quali persone né dotte, né attraenti, né per alcunché interessanti avevano il potere di lasciarmi incantata. Sentivo che avrei voluto che quel periodo di Catechesi non terminasse, perché avevo trovato l'acqua di cui ero assetata. Il Signore non mi ha abbandonata mai e, tanto più, da quel momento in poi, ho potuto sperimentare la Sua vicinanza, il Suo amore, la Sua misericordia, il Suo aiuto.
Prima di lasciare la penna a mio marito Fabrizio, volevo dirvi: se vi trovate in qualche ansia o difficoltà concreta, sappiate che è il Signore che vi chiama, ora tocca a Voi.... gridate forte al Signore, chiedete di essere aiutati.... non tarderà, vedrete.

Fabrizio
Quando ho iniziato a frequentare le catechesi, l'ho fatto perché me lo aveva chiesto Simonetta, non avevo capito però di che si trattasse. In quel periodo, quando passavo davanti a una Chiesa, per me era una casa come tutte le altre, e non avevo nessuna voglia di entrarci.
Bene, il Cammino nasce proprio dal desiderio del suo fondatore,
Francisco Kiko Arguello, di fare entrare in Chiesa le persone che non ci vanno, come del resto era capitato a lui. Era il 1964 e Kiko incontrò Dio dopo una formazione e una vita da ateo. Lasciò il lavoro, le amicizie e una certa agiatezza ed andò a vivere in una baracca, nella bidonville di Palomeras, alla periferia di Madrid. Qui intraprese a leggere la Bibbia, a pregare e, aiutandosi con una chitarra, a cantare lode a Dio. Presto alcuni vicini (viene da pensare al film Miracolo a Milano), incuriositi, vollero conoscerlo ed ascoltare le sue letture e catechesi sulla Bibbia. Si formò quindi, spontaneamente, la I^ Comunità. Kiko dirà poi che fu la Madonna ad ispirargli quella che divenne la caratteristica saliente del Cammino: la celebrazione in piccole Comunità, riunite, come la Famiglia di Nazareth, in semplicità e lode.
Nel 1968 Kiko, insieme ad una missionaria laica,
Carmen Hernandez, e a un sacerdote, giunse a Roma e qui aprì il Cammino. La semplice celebrazione della parola divenne, sotto la guida di eminenti Padri, come l'arcivescovo di Madrid Morcillo, il Cardinale vicario di Roma Dell'Acqua, il teologo Cordes, una concreta applicazione della "actuosa partecipatio" prevista dal Concilio Vaticano II per i laici. Da allora il Cammino ha fatto molta strada, rivelandosi buon frutto della Chiesa.
Il tripode su cui si basa la conversione del Catecumeno (letteralmente: colui che è istruito a viva voce) è costituito dalla Parola, dalla Preghiera e dalla Liturgia. Riguardo quest'ultima, le Comunità celebrano una Messa leggermente diversa da quella tradizionale, autorizzata "ad experimentum" e per la quale il Cammino svolge un ruolo, come ha detto il Papa, di "laboratorio sacramentale". I punti salienti di questa Celebrazione sono la "risonanza" dei fedeli dopo le Letture e la Eucarestia, consegnata secondo le due specie del Pane e del Vino.
Un'altra caratteristica del Cammino sono le tappe o "passaggi" che fanno i Catecumeni dopo determinati periodi di tempo. Il principio dei "passaggi" è la verifica (scrutinio), svolta dai Catechisti, della comprensione ed applicazione nella propria vita del messaggio Evangelico. In questo il Neocatecumenato è un Cammino di Fede molto serio, perché lascia alla conversione tutto il tempo che occorre ma non lascia affatto spazio ai compromessi. I doni che si ricevono sono però immensi: in casa entra la Preghiera comune con i figli e sia in famiglia che nella comunità si respira un'aria di fratellanza, solidarietà e carità.
Per finire vorrei darvi qualche notizia sui risultati del Cammino: Comunità e Seminari (
Redentoris Mater, con oltre 4.000 seminaristi) sparsi in tutto il mondo, sostenuti, anche nelle condizioni ambientali più difficili, da catechisti Itineranti  che hanno scelto di dedicare la propria vita all'Evangelizzazione.
Il Neocatecumenato non ha perso inoltre la sua iniziale vocazione verso gli ultimi, gli emarginati e i lontani; il Cammino è stato aperto perciò, in tempi recenti, anche nelle carceri (in Italia a Poggio Reale e a Rebibbia) e tra i malati di AIDS (Villa Glori).
Per entrare in una Comunità è necessario seguire le Catechesi iniziali che, periodicamente, si svolgono anche nella nostra Parrocchia (vengono annunciate durante la Messa Domenicale). A S. Gerardo il Cammino è aperto da  nove anni e si sono formate quattro Comunità. Il sabato sera si riuniscono insieme per la Celebrazione Eucaristica. Assistervi è veramente una bella esperienza di Fede ed è possibile farlo presentandosi ai nostri Sacerdoti.