IL GRUPPO VEDOVE NELLA NOSTRA PARROCCHIA

Il gruppo-vedove non si contraddistingue semplicemente per il fatto che le componenti hanno in comune la perdita del marito, ma anche e soprattutto dal loro desiderio di donare la loro vedovanza (pur senza un impegno specifico) ad uno sposo che è il più bello dei figli dell’uomo, Cristo. Se è vero che Dio ha detto all’inizio della creazione "Non è bene che l’uomo sia solo", e a motivo di ciò le ha creato una compagna perché si potesse sposare, ciò significa che tutti dobbiamo essere sposati, tutti dobbiamo donare la nostra vita ad un altro, vivere per un altro. Questo vale anche per le vedove. Ma non è detto che il secondo marito debba essere per forza un altro uomo; può essere anche l’Uomo per eccellenza, il nostro Signore Gesù Cristo. Infatti dice S. Paolo: "Chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore … La donna non sposata si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito" (1Cor 7,32-34). Le vedove cristiane perciò che non si risposano, sono chiamate a donare la loro vita al Signore, giacché nessuno che sia stato redento da Cristo "vive più per se stesso, ma per colui che è morto e risuscitato per loro" (2Cor 5,15). Lo scopo quindi nell'attivare un gruppo-vedove è fondamentalmente quello di aiutare le vedove cristiane ad assumere e a vivere questa "chiamata" (e sottolineo "chiamata", anche se fra virgolette) a donare la loro vita a Cristo nel servizio alla Chiesa.
La presenza di un gruppo speciale di vedove all’interno della comunità cristiana è infatti tanto antica quanto la Chiesa. Già S. Paolo ne fa menzione in un lungo brano (1Tm 5,3-16) dove fra le altre cose si dice: "La vedova, che sia rimasta sola, ha riposto la sua speranza in Dio e si dedica all’orazione e alla preghiera giorno e notte … Una vedova sia iscritta al catalogo delle vedove quando abbia la testimonianza di opere buone: abbia cioè allevato figli, praticato l’ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso agli afflitti". Sappiamo inoltre che nel secondo secolo le vedove, ufficialmente riconosciute come tali, svolgevano un ministero ecclesiale, a servizio spirituale costante della comunità. Durante la celebrazione eucaristica stavano in cerchio attorno al vescovo, svolgevano un ruolo di mediazione penitenziale attraverso digiuni e preghiere in favore di penitenti, si dedicavano all’esercizio della carità.
Se in seguito per molti secoli la figura e il ruolo della vedova all’interno della comunità cristiana è rimasto nell’ombra, il Concilio Vaticano II ne ha auspicato un recupero affermando che "un simile esempio [di laici che si dedicano a servire in modo particolare la Chiesa] è offerto dalle persone vedove e celibatarie, le quali pure possono contribuire non poco alla santità e alla operosità della Chiesa" (Lumen Gentium 41). In ogni fase della vita umana c’è per il cristiano una volontà di Dio specifica da realizzare. "Lo stile di vita spirituale dei laici deve assumere una peculiare caratteristica dallo stato di matrimonio e di famiglia, di celibato o di vedovanza, dalla condizione di infermità, dall’attività professionale e sociale. Non tralascino, dunque, di coltivare costantemente le qualità e le doti ad essi conferite corrispondenti a tali condizioni, e di servirsi dei propri doni ricevuti dallo Spirito Santo" (Concilio Vaticano II; AA 4). Non c’è condizione che impedisca di servire Dio e di edificare il corpo di Cristo che è la Chiesa. Con la creazione di un gruppo-vedove vogliamo dunque aiutare le vedove cristiane a scoprire che proprio nel momento in cui si può essere tentati di pensare che la propria vita è ormai destinata al declino, vuoi per l’età, o per la debolezza, o per la lontananza dei figli, ecc., appare invece una stupenda chiamata di Dio alla santità e al servizio di Cristo nella Chiesa. Vogliamo aiutare queste nostre sorelle a conoscere e a realizzare nella loro vita questa chiamata perché anche gli anni della loro vedovanza siano ricchi di frutti umani e spirituali.
d. Marco Ceccarelli
Il gruppo-vedove si riunisce l'ultimo mercoledì del mese.
Ingresso da V. Montebruno, 31
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