L'ultima cena


Al tempo di Gesù:
Pasqua è una festa molto importante per gli ebrei. Si ricorda che il popolo, guidato da Mosè, fu liberato dalla schiavitù in terra d'Egitto. Affluiscono a Gerusalemme moltissimi pellegrini e per una settimana intera si mangia del pane senza lievito. Quest'usanza ricorda la partenza precipitosa degli ebrei dall'Egitto: non ebbero neppure il tempo di attendere che la pasta fosse lievitata. Si sacrifica un agnello, l'agnello pasquale, che viene poi mangiato nel corso di un pasto-memoriale. Il sangue di quest'agnello ricorda l'alleanza tra Dio e il suo popolo. Gesù arriva a Gerusalemme per la pasqua assieme ai suoi apostoli. E' da molto che desidera fare assieme ai suoi la cena pasquale. Un amico gli presta la sua casa e gli apostoli preparano l'agnello, il pane, le erbe amare e il vino. Ed eccoli allora riuniti nella sera del 14 di nisan (il 6 aprile del 30). E presente anche Giuda, il traditore. Alla fine della cena, Gesù spezza il pane per gli invitati e li invita tutti a bere al calice del vino. Le parole che pronuncia stupiscono: egli sarà sempre presente tra ai suoi amici! La cena si conclude con il canto dei salmi. Poi tutti escono dalla casa e scendono verso un giardino situato ai piedi del Monte degli Ulivi. E' l'ultima cena con Gesù, una cena che non dimenticheranno mai.
Al tempo dei Vangeli:
Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, gli apostoli, i suoi discepoli, i primi cristiani si riuniscono spesso. E fanno memoria dell'ultima cena di Gesù. Prendono del pane e del vino e ripetono i gesti e le parole del Maestro. Rendono grazie a Dio, come ha fatto Gesù. t per questo che p'u tardi queste riunioni verranno chiamate Eucaristia che vuol dire azione di grazie. I cristiani sanno che quest'ultima cena di Gesù ha preceduto solo di qualche ora il suo arresto e la sua esecuzione sulla croce. Il vino, il sangue di Gesù versato per tutti, sostituisce il sangue dell'agnello pasquale: è il sangue della nuova alleanza! 1 cristiani, allora, non immoleranno più animali per la pasqua. Quando Matteo racconta nel suo Vangelo l'ultima cena di Gesù, mostra ai primi cristiani che le loro assemblee sono la continuazione e la ripetizione di quello che Gesù ha fatto prima di morire. Egli è sempre con loro: ogni volta che si riuniscono per mangiare questo pane e bere a questo calice, essi annunciano la morte del Signore finché egli venga" (1 Corinti 11, 26).


Il testo Evangelico
1 Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2 "Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso".
3 Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4 e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire. 5 Ma dicevano: "Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo".6 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7 gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. 8 I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? 9 Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!". 10 Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. 11 I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. 12 Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13 In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei".14 Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti 15 e disse: "Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. 16 Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. 17 Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?". 18 Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli". 19 I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.20 Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. 21 Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà".
26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29 Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio".
Vangelo secondo Matteo, c.26, vv. 1-21. 26.29


Per comprendere meglio il testo
l. Cerca nel testo le parole che senti ripetere ad ogni messa o eucaristia.
2. Trova sulla cartina di Gerusalemme il luogo in cui sono situati la casa della cena e il giardino degli Ulivi.?
3. Trova nel vocabolario i seguenti termini: alleanza, azzimi, dodici, pasqua, salmo, regno.
4. Il giovedì santo i cristiani ricordano in modo particolare l'ultima cena di Gesù. Cerca il giorno in cui quest'anno cade il giovedì santo. Si tratta del giovedì prima della pasqua.
5. Rileggi il capitolo di della ''Moltiplicazione dei pani''. Trovi delle similitudini?

Per vivere oggi
SPEZZARE Quando si spezza il pane, lo si riduce in frammenti. Il pane non è più intero: lo si spezza perché possano mangiarne più persone possibile. Se si vuol condividerlo con altri, si è obbligati a spezzare il pane, per ricavarne molte porzioni. Coloro che mangiano questo pane ridotto in pezzi, diventano dei "compagni". Sono come legati tra di loro ed uniti da quella forza di vita che hanno attinto da questo pane di cui ognuno ha ricevuto una parte. Quando uno ha ricevuto un pezzo di pane, ha voglia di donarne a sua volta a quelli che non ne hanno. Spezzare il pane fa pensare quasi a una ferita: è come se lo si lacerasse Ma non è forse l'unico modo per farlo diventare nutrimento per molte persone Gesù ha voluto essere un pane spezzato! Ha scelto di essere ferito pur di rivelare e di condividere il suo immenso amore, ha scelto di essere dilaniato pur di offrire la sua vita a tutti. Si può spezzare la propria vita, ferirla e lacerarla per gli altri: lo si fa per amore per aumentare la gioia degli altri.
VERSARE Quando si versa il vino lo si distribuisce a tutti quelli che tendono il bicchiere, ed è come se si versasse la festa e la gioia. Perché il vino porta con sé il calore e la luce del sole ed i sapori della terra. Versare il vino vuol dire desiderare che tutti i convitati facciano festa: come se si volesse strappare la tristezza dal loro cuore, offrire il coraggio necessario per vivere e invitarli - a loro volta - a distribuire la festa al mondo intero! Gesù ha voluto essere come del vino versato, per rivelare ed offrire al mondo la gioia di Dio. Ha versato la sua parola, i suoi gesti, tutta la sua vita e anche la sua morte per aprire agli uomini la festa di Dio. Ma è possibile versare la propria vita come un vino gioioso, senza prima essere calpestati, pigiati, schiacciata proprio come accade ai grappoli d'uva?
LA MESSA Un amico di Gesù non può dimenticare la messa! Ci si può dimenticare del cibo e della bevanda? Ci si può dimenticare dell'amore e della gioia di Dio? A messa i cristiani fanno memoria di Gesù: prendono coscienza che egli è realmente presente oggi in mezzo a loro. La sua morte e la sua risurrezione sono a fondamento della loro speranza: Gesù Cristo è la luce della loro vita. Andare a messa oggi significa entrare nella vita di Gesù, significa prendere assieme a lui quella strada in cui si accetta di essere spezzati e versati per la gioia del mondo. A messa ognuno attinge veramente la forza per essere " cristiano ", un altro Cristo!

 


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