La parabola dei talenti


Al tempo di Gesù:
Quando insegna, Gesù ricorre spesso all'immagine del servitore. Questa parola può designare lo schiavo. Ma può anche indicare il servitore che ha ricevuto un compito importante dal suo padrone. In questo caso è un uomo che ne gode la fiducia. Questi servitori talvolta sono fedeli, persone sempre attente al loro lavoro. Ma qualche volta si trovano anche persone pigre, infedeli, come addormentate. Nella Bibbia i capi del popolo (i giudici, i profeti e i re) sono considerati servitori di Dio. Quando Gesù parla di servitori, dunque, coloro che lo ascoltano pensano subito al propri capi. Dio li ha incaricati di aiutare gli uomini ad entrare nel Regno. Si tratta dei sommi sacerdoti, degli scribi e dei farisei. Ma questi capi religiosi sono cattivi servitore. I sommi sacerdoti sono ricchi e sottomessi a Roma. Gli scribi spiegano male la parola di Dio. E i farisei non pensano che ad osservare la legge e sono lontani dal popolo semplice. Gesù fa sapere loro che verrà un giorno in cui bisognerà render conto. Allora Dio, il padrone, si sbarazzerà dei servitori cattivi.
Al tempo dei Vangeli:
Matteo e gli altri evangelisti riprendono queste parabole di Gesù sui servitori e le applicano alla situazione dei primi cristiani. Molte cose sono cambiate, tuttavia. Gesù non è più in mezzo a loro. Ora hanno compreso che Gesù è Dio e si rivolgono a lui, come "Signore". Per essi è il padrone, il Signore dei servitori di Dio. I sommi sacerdoti non esistono più. I farisei e gli scribi non hanno più alcuna influenza sulle prime comunità. E sono loro, i cristiani, che hanno ricevuto da Gesù un tesoro da far fruttificare. Sono loro che ora devono aprire agli uomini il cammino verso il Regno. Essi ne possiedono le chiavi. Attendono il ritorno del Signore, ma non sanno né il giorno né l'ora. E il tempo passa, l'attesa si fa lunga. E come quando un padrone è partito da lungo tempo in viaggio e ha incaricato i suoi servitori di far fruttare i suoi beni. E importante che non ci si addormenti, che non si abbia paura e che si avori con audacia. Ma tra i servitori ce ne sono alcuni più e altri meno dotati. Alcuni hanno maggiori capacità, altri ne hanno meno. Ve ne sono di più dinamici, e di meno attivi. E questo non dipende sempre da loro. Ma quello che conta è utilizzare sempre tutte le proprie capacità, tutto il proprio dinamismo. Perché i servitori sanno che verrà un giorno in cui bisognerà render conto. Allora gli uni si rallegreranno con il Signore per l'opera realizzata, ma gli altri saranno soli, tristi e chiusi nella loro tristezza.


Il testo Evangelico
14 Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. 16 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. 17 Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18 Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. 21 Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 22 Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. 23 Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 24 Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 26 Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Vangelo secondo Matteo, c.25, vv. 14-28.


Per comprendere meglio il testo
I. Cerca la parola Signore. Che cosa indicava quando Gesù la pronunciava? Che cosa indica ora nel Vangelo?
2. Un Talento rappresenta una grossa somma: più di 42 kg. di oro. Cosa si direbbe oggi per parlare di 2 o di 5 Talenti?
3. Al versetto 15si dice che il Signore dà a ciascuno ''secondo il suo dinamismo''.Quale traduzione preferiresti? E perchè?

Per vivere oggi
CAPACITA' Ognuno ha a sua disposizione un vero tesoro: quello che è! A questo tesoro ognuno può attingere quando vuol compiere in modo originale dei progetti che lui solo può realizzare. Ognuno è capace di pensare, di ritirarsi in se stesso per riflettere e per dare al suo spirito il tempo necessario per approfondire le questioni e per immaginare le soluzioni. Ognuno è capace di ammirare la luce di un volto, di lasciarsi trasportare dalla varietà dei colori o dall'armonia dei suoni, o dall'immensità delle galassie. Ognuno è capace di inventare qualcosa che fa ridere o qualcosa che può rendere più gradevole la sua e l'altrui esistenza. Ognuno è capace di scegliere tra il bene e il male e di decidersi sulla strada da seguire. Ognuno è capace di creare qualcosa di nuovo e di bello. Ognuno è capace di volgersi verso Dio e di cercarlo con tutto il cuore. Ognuno è capace di amare: di tendere la mano per perdonare, di trovare la felicità donando e ricevendo amore, di diffondere la gioia attraverso la sua presenza... Ognuno dispone di un meraviglioso tesoro di capacità. E il dinamismo proprio ad ognuno. Questo tesoro viene da Dio che ci ha creati a sua immagine.
SVILUPPARE A cosa servirebbe questo dinamismo se non ci mettesse in movimento? A cosa servirebbero queste stupende ricchezze se restassero inutilizzate? Quale sperpero! Sarebbe come se si dicesse a Dio: "Questo tesoro non mi interessa, voglio qualcos'altro! ". Dio ripone in noi la sua fiducia perché ci affida questo tesoro meraviglioso. Ma per corrispondere alla sua fiducia e restargli fedeli, noi dobbiamo sviluppare queste capacità, dobbiamo lavorare con cura proprio come si coltiva con cura un giardino se si vuole che produca frutti e fiori in abbondanza. Quale responsabilità, allora! Utilizzare queste capacità e questo dinamismo per mettersi a creare assieme a Dio oppure lasciar arrugginire i doni che Dio ci ha dato!
SERVIRE Con le sue capacità ognuno potrà realizzare la sua vita e fare un'opera splendida per sé e per gli altri: è la missione che Dio ci affida. Si tratta di sviluppare le nostre capacità e di metterle al servizio degli altri. E il "servizio" che Dio ci domanda. Un servitore fedele di Dio utilizza queste capacità per creare assieme a Dio un mondo più fraterno in cui ognuno si sente amato. Un mondo ad immagine e somiglianza di Dio!

 


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