La morte e la sepoltura
Al tempo di Gesù:
Venerdì, 7 aprile dell'anno 30. Gesù è stato messo in
croce verso mezzogiorno (l'ora sesta). Durante la sua agonia, di tanto in
tanto, quando ne ha la forza, pronuncia alcune parole. Perdona ai suoi carnefici.
Conforta quelli che sono stati messi in croce assieme a lui. Affida sua madre
a Giovanni. Alle tre del pomeriggio (l'ora nona) Gesù lancia un grande
grido e rende lo spinto. t duro morire a 30 anni. Che cosa fare del cadavere?
Di solito i corpi dei condannati vengono gettati in una fossa, di proprietà
del tribunale. Ma interviene Giuseppe d'Arimatea, che è un membro del
Gran consiglio. Egli ha partecipato alla riunione che ha condannato Gesù,
ma non era stato d'accordo con la decisione presa. Giuseppe recupera il corpo
di Gesù e lo colloca in una tomba nuova, che si è fatto scavare
in una roccia del suo giardino, presso il calvario. Il corpo di Gesù
viene deposto su di un sedile di pietra che si trova all'interno della tomba.
Si fa tardi e non c'è più tempo per imbalsamarlo. Nell'attesa
di compiere quest'operazione, si chiude la tomba utilizzando la grossa pietra
rotonda destinata proprio a questo. Il sabato comincia quella stessa sera
e già la città si illumina di tutte le luci che celebrano questa
festa. Gli amici di Gesù sono prostrati dal dolore e scoraggiati. Ma
devono arrendersi all'evidenza: colui nel quale avevano riposto la loro speranza
è morto.
Al tempo dei Vangeli:
Quando cinquant'anni più tardi racconta la morte di Gesù, che
cosa vuol far comprendere Luca ai suoi lettori?
I. Questa morte ha aperto a tutti gli uomini la strada che porta a Dio. In
effetti il tempio viene considerato come la casa di Dio: la parte più
sacra dell'edificio è il santo dei santi, che è un po' come
il coro delle chiese antiche ed è separato dal resto del tempio grazie
ad una tenda. Solo il sommo sacerdote può penetrarvi, una volta all'anno.
Affermando - in un linguaggio che si affida alle immagini - che alla morte
di Gesù il velo del tempio si è squarciato, Luca vuole mostrare
che ormai non c'è più separazione tra gli uomini e Dio: tutti
possono accedere liberamente a lui.
2. Credere in Gesù, che è morto sulla croce, non è una
follia. In effetti, quando gli apostoli annunciano la morte di Gesù,
molti si sono scandalizzati: "Come possiamo seguire uno che è
stato ucciso come uno schiavo,"'. Altri si sono messi a deriderli: "Bisogna
essere pazzi per credere in un Dio crocifisso". Raccontando la morte
di Gesù, Luca mostra che le persone che l'hanno visto morire hanno
subito una trasformazione. Gli spettatori curiosi se ne vanno battendosi il
petto, in segno di pentimento. Il capitano romano riconosce che Gesù
era giusto. E un membro del Gran consiglio ha il coraggio di far capire che
noti era d'accordo con la decisione presa dai suoi colleghi.
Il testo Evangelico
44 Era
verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta
la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò
nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle
tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò.
47 Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: "Veramente
quest'uomo era giusto". 48 Anche tutte le folle che erano accorse a questo
spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi
il petto. 49 Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così
le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.
50 C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta.
51 Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di
Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio.
52 Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53 Lo calò
dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella
roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. 54 Era il giorno della
parascève e già splendevano le luci del sabato. 55 Le donne
che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono
la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, 56 poi tornarono
indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono
il riposo secondo il comandamento.
Vangelo secondo Luca, c.23, vv. 44-56.
Per
comprendere meglio il testo
1. Gesù rivolge le ultime parole al ''Padre'' suo. Cerca la prima parola
che dice Gesù nel Vangelo di Luca ''Gesù a 12 anni'' . Perchè
pensi che Luca abbia accostato in modo così evidente la prima e l'ultima
parola di Gesù?
2. Cerca nel testo tutte le indicazioni riguardanti il giorno e l'ora e ricostituisci
il calendario d egli avvenimenti.?
3. Cerca tutte le persone e i gruppi che intervengono nelr acconto. Quali
reazioni hanno davanti alla morte di Gesù?
Per vivere oggi
GRIDARE LA FIDUCIA Ci sono momenti in cui si soffre così
tanto nel corpo o nel cuore, in cui la paura o la tristezza sono talmente
forti oppure si ha talmente l'impressione di essere perduti che ci si mette
a gridare. E gridare vuol dire far uscire l'angoscia e la pena che sono dentro
di noi, perché qualcuno possa intenderle e aiutarci. Un grido è
un'invocazione di aiuto. Quando si grida verso qualcuno che ci ama, si dimostra
tutta la fiducia che si ripone in quella persona. Si è sicuri che risponderà
al nostro appello, che verrà e ci consolerà. Sulla croce Gesù
lancia un grido pieno di fiducia verso il Padre. In questo grido possiamo
avvertire la sua paura e la sua sofferenza, e nello stesso tempo una specie
di gioia. E come se dicesse a Dio: "Vedi, Padre, grazie al tuo amore
io non sono venuto meno: sono andato fino in fondo, ho portato a compimento
la mia missione". Neppure la croce e la morte possono fermare chi ha
fiducia in Dio.
CAMBIARE E CREDERE Vedendo Gesù sulla croce, il centurione
ha "cambiato" il suo modo di considerare Gesù. Fino ad allora
egli si è forse accontentato di quello che dicevano di lui, delle voci
e delle derisioni formulate a suo riguardo. Ora, davanti all'avvenimento della
croce, il centurione è come "capovolto": è convertito.
E' come se delle scaglie gli cadessero dagli occhi e scoprisse finalmente
chi è Gesù, come se afferrasse il senso di tutto quello che
Gesù aveva detto e fatto. Alcuni avvenimenti che ci toccano da vicino
sono capaci di trasformare il nostro modo di "considerare" Gesù
e di credere in lui. In tali occasioni, si può prendere coscienza della
presenza fedele di Gesù e del suo amore. Allora, proprio come il centurione,
ci si dice: "Prima non lo conoscevo! E proprio lui il nostro Signore:
'cambia' la nostra vita! lo credo in lui". Se si crede in Gesù
ci si lascia "cambiare, convertire" da lui, e si agisce secondo
il Vangelo.
MORTE Quando la nostra esistenza si ferma abbiamo finito
di agire, di amare, di creare. E' come se venisse grata sopra di noi una tenda.
Ma è veramente finita? E se la tenda si aprisse su un nuovo a enire,
su un altro paesaggio? Gesù muore, come noi. Egli conosce la nostra
morte e ci accompagna quando arriva anche per noi il momento di morire.
TOMBE Le tombe ci fanno ricordare il dolore per l'assenza
di una persona amata. Ci fanno pensare ad una sorta di buca in cui scompaiono
la vita e la gioia. E tuttavia le tombe non evocano anche i solchi che si
tracciano sulla terra per deporvi i semi che poi daranno delle splendide messi?
Gesù parlando di sé non ha forse detto: "Bisogna che il
chicco di grano, caduto in terra, muoia per donare la vita"? Gesù
viene deposto in una tomba, come tutti gli uomini, come un seme. Ecco perché
le tombe sono luoghi di speranza. Non è forse per questa ragione che
vi si portano dei fiori.