Ingresso a Gerusalemme


Al tempo di Gesù:
Un giorno Gesù dice: "Saliamo a Gerusalemme". 1 suoi amici sono costernati, tremano a questo pensiero. In campagna erano liberi di dire e di fare quello che volevano, ma a Gerusalemme, la capitale, dovranno affrontare i capi dei sacerdoti e del popolo. E Gesù ha già fatto intendere che le cose non andranno bene. Ma i discepoli sono attaccati al loro maestro, e lo seguono. Pasqua, la grande festa degli ebrei è ormai vicina. Da ogni luogo, non solo della Palestina ma anche dell'impero romano, i pellegrini affluiscono in gruppo verso Gerusalemme. Anche Gesù e i suoi amici vanno verso la città. Gesù è conosciuto: dei galilei l'hanno preceduto. E lo si acclama come un re, come il Messia. Molti gridano: "Osanna! " cioè " Salvaci!". E pensano in cuor loro: "Salvaci dal romani! ". Sognano un nuovo regno di Davide. Il popolo allora sarebbe libero, indipendente, felice come al tempo del grande re. Pensano che Gesù venga a realizzare proprio questo. Gesù non rifiuta di essere acclamato come Messia, come Figlio di Davide. Ma mostra che il ruolo del Messia non è quello che ci si aspetta. La cavalcatura del re, del guerriero, del conquistatore, è il cavallo. Gesù, invece, entra a Gerusalemme su di un asino. E la cavalcatura dei poveri, dei piccoli, del Messia che rifiuta l'armamentario guerresco dei re. Gesù non viene a cacciare i romani. Quello che viene a compiere è molto più importante. Tutto questo accade il primo giorno della settimana (la nostra domenica). I giorni seguenti saranno duri. Gli apostoli avevano ragione a tremare.
Al tempo dei Vangeli:
Quelli che nell'anno 30 gridano"-"Osanna! Salvaci!" a Gesù che entra in Gerusalemme, non sanno come finirà questa settimana che è appena cominciata. Quelli invece che scrivono più tardi i Vangeli, sanno che il venerdì della stessa settimana Gesù sarà messo a morte. Verso la fine del primo secolo, i romani sono ancora lì, più forti che mai. I primi cristiani hanno avuto il tempo per capire che il fermento del Vangelo è tutt'altra cosa che la guerra, un guerra contro Roma, persa in anticipo. Quando Marco scrive il suo Vangelo, egli si rivolge innanzitutto al cristiani che abitano a Roma. Questi vivono situazioni molto simili a quella di Gesù a Gerusalemme. La storia di Gesù diventa un poco la loro storia.
- Come lui, anch'essi vivono in una capitale. Gesù è entrato nella capitale della Giudea, Gerusalemme. Essi abitano la capitale dell'impero, Roma. Come Gesù, anch'essi hanno a che fare con le autorità della città o dell'impero.
- Come Gesù, anch'essi sono perseguitati. Il ricordo delle terribili persecuzioni di Nerone è ancor vivo nel loro spirito e nel loro cuore.
- Come Gesù, anch'essi devono talvolta nascondersi. Ogni sera Gesù esce dalla città, dove è protetto dalla folla, per andare a casa di amici che abitano in un villaggio vicino, Betania. Anche i cristiani di Roma sono obbligati a vivere e a praticare la loro religione in una specie di semi-clandestinità.


Il testo Evangelico
1 Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2 e disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 3 E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito". 4 Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5 E alcuni dei presenti però dissero loro: "Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?". 6 Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7 Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8 E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 9 Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10 Benedetto il regno che viene, del nostro padre <Davide!
Osanna nel più alto dei cieli! 11 Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.
Vangelo secondo Marco, c.11, vv. 1-11.


Per comprendere meglio il testo
1. Cerca l'itinerario percorso da Gesù. Prima di tutto annota i nomi dei luoghi che appaiono nel testo. Cercali poi sulla cartina di Gerusalemme.
2. Cerca nel vocabolario le suguenti parole: osanna, asino, Davide, tempio, Gerusalemme.

Per vivere oggi
UN SIGNORE DIVERSO Si sbaglia chi pensa che Gesù sia un signore che impone con fracasso la sua onnipotenza, che viene a separare i buoni dai cattivi e che fa rispettare una legge terribile, che punisce ed emargina i peccatori, che viene con una bilancia per pesare il bene e il male, oppure con una spada, per mettere in ginocchio quelli che non lo seguono. Il Signore Gesù non viene a schiacciare gli uomini, ma a rimetterli in piedi. Non viene per gettare i peccatori nel fuoco, ma per offrire ad ognuno la sua possibilità. Non viene come un maestro terribile, ma come un amico. Viene senza confusione, senza corona e senza gioielli come una persona umile che ha solo amore da donare. Non viene a governare come un re, ma ad amare come un fratello. Gesù è veramente un Signore diverso!
ACCLAMARE E facile acclamare il Signore a parole o con dei canti! La vera acclamazione si fa con tutta la vita. Come? Dando fiducia al Signore, anche nei giorni difficili; cercando presso di lui le parole che fanno vivere, mettendo in pratica il suo Vangelo riconoscendolo come il Signore che salva, annunciando come ha fatto lui che Dio vuole la felicità degli uomini. Se ogni cristiano con le sue parole e i suoi gesti fosse un'acclamazione a Cristo, quale musica magnifica ci sarebbe sulla terra!
ENTRARE Se si permette a Gesù di entrare in casa propria, bisogna attendersi dei cambiamenti. Se gli si apre la porta, se lo si invita ad entrare, tutto comincia a cambiare nella nostra vita. Assieme a lui entrano il perdono delle offese, l'accoglienza degli emarginati, la condivisione con i poveri, la preghiera al Padre nostro che è nei cieli, l'umile servizio del fratelli. Assieme a lui entra lo Spirito di Dio che toglie via da noi tutto ciò che è arido e secco. Se ci tenete ad una trasformazione di tutta la vostra vita, se la volete n'messa a nuovo allora lasciate entrare il Signore Gesù.
UMILMENTE Quando si accoglie Gesù nella propria vita, ci si mette ad agire come lui. Non si gioca più a fare i furbi, non si fa più i tiranni né in classe, né a casa, né sul luogo di lavoro, né con gli amici, né nelle diverse relazioni. Non ci si comporta come un re che impone la sua volontà a quanti gli stanno intorno. Si agisce umilmente perché si ama come Gesù e si pensa che gli altri sono importanti e degni di rispetto come noi.

 


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