Il figliol prodigo


Al tempo di Gesù:
Gesù non fa differenza tra le persone. Accoglie tutti: quelli che sono considerati persone "perbene", ma anche gli altri. Ecco gli agenti delle tasse, per esempio, sono malvisti. Ed ecco una samaritana: appartiene ad un popolo che è disprezzato. Ecco un soldato romano: non è forse un pagano ed uno straniero? Persone ritenute impure, lontane da Dio. Peccatori. Attorno a Gesù si sparla. I farisci e gli scribi lo criticano apertamente: "Fin quando frequenta gente che, come noi, osserva la legge, va bene. Ma quando accoglie benevolmente i pubblicano e i peccatori e mangia con loro, questo è un vero scandalo. Non si fa così". Gesù si difende. E per farlo, racconta alcune storie. Una pecora si è perduta e il pastore la cerca. Quando la trova è tutto contento. Una donna ha perduto una moneta d'argento e la cerca dovunque. Quando la trova si rallegra con le sue amiche. Un uomo assiste alla partenza del suo figlio, che lo lascia. Quando questi torna, pentito, suo padre è felice. E gli fa festa perché vuole accoglierlo bene. Ognuna di queste storie, ognuna di queste parabole di Gesù racconta la stessa cosa: quando si ritrova quello che si era perduto, si è felici. E la stessa cosa vale per Dio. Egli si rallegra quando qualcuno che è lontano fa ritorno. E fa di tutto per accoglierlo bene. Ed è proprio la stessa cosa che fa Gesù con i peccatori.
Al tempo dei Vangeli:
Luca non ha conosciuto Gesù durante la sua vita terrena. E quindi non ha ascoltato queste parabole direttamente da lui. Ma i primi cristiani hanno conservato il ricordo dell'insegnamento di Gesù. Ed è presso di loro che Luca trova la storia del padre che vede partire il figlio ingrato e che l'accoglie con gioia al suo ritorno. Quando scrive il suo Vangelo, Luca non si rivolge più, come Gesù, agli abitanti della Palestina. Luca ha viaggiato molto e conosce molti cristiani che abitano in numerose città dell'impero romano. Tra essi ci sono dei ricchi e dei poveri, alcuni provengono dall'ebraismo, altri dal paganesimo, alcuni sono considerati giusti e altri peccatori. Tra di. essi ci sono anche quelli che si credono migliori degli altri. Somigliano ai farisei, che si vantano di mettere in pratica tutta la legge. Somigliano anche al figlio maggiore della parabola che non ha mai abbandonato suo padre ed è fiero di affermare: "Non ho mai disobbedito ad un tuo ordine! ". E' soprattutto a questi che Luca si rivolge, per mostrare qual è l'amore di Dio per il peccatore che fa ritorno. Dio è come un vecchio padre che si mette a correre incontro al figlio ingrato. E mettersi a correre, per una persona anziana, è una cosa poco dignitosa: non ci si comporta così! E' come abbassarsi! Questo padre, però, lo fa. Luca non dice qual è il finale della storia. Il fratello maggiore resta arrabbiato? Oppure si rallegra assieme al fratello e a suo padre? La questione resta aperta. E sono i lettori di Luca che dovranno rispondere con la loro vita.


Il testo Evangelico
11 Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".

Vangelo secondo Luca, c.15, vv. 11-32.


Per comprendere meglio il testo
l. La parola padre viene fuori due volte nel testo. Quale significato ha questa stesso parola nei due casi?
2. Con quali persone e con quali gruppi Gesù entra in relazione?
3. Cerca nel vocabolario il significato delle seguenti parole: pasqua, tempio, dottore della legge, rivelare.

Per vivere oggi
I MIGLIORI Si accusa gli altri di essere bugiardi, di non mantenere le promesse fatte, di comportarsi da cattivi cristiani, di... Ma perché lo si fa? Forse per non vedere il peccato che abita la nostra vita o per potersi dire: "Noi, almeno, abbiamo le mani pulite. Non siamo come quelli! Applichiamo i comandamenti di Dio, ascoltiamo la sua Parola, non facciamo nulla di proibito. Abbiamo sempre parole giuste e pensieri puliti. Noi siamo sempre dalla parte di Dio! Sì, siamo proprio noi la vera chiesa! ". Allora ci si considera migliori degli altri che invece sono dei poveri peccatori. Ci si rinchiude nel castello della nostra purezza. Quando ci si considera i migliori, si pensa di aver più diritti, anche su Dio. Si è sicuri che Dio ci riservi un buon posto, che ci sorrida di più e ci prepari qualcosa di più. Ci renderà sicuramente onori superiori: non siamo stati forse più fedeli degli altri? Ma da dove viene questo orgoglio che afferra il nostro cuore?
RITORNARE Il peccato consiste nel separarsi da Dio, nel volgergli le spalle, nell'allontanarsi da lui. E come se si dicesse: "In un altro posto potrò essere più felice. Perché qui da te si vive in modo soffocante. Non ho abbastanza spazio per condurre la mia vita come vorrei. Tu mi impedisci di fare quello che voglio e io faccio a meno di te! ". La conversione è il movimento contrario: ritornare verso Dio, volgere verso di lui la nostra vita, avvicinarsi a lui. Ed è come se gli si dicesse: "Lontano da te c'è solo morte, mentre accanto a te c'è la gioia. La tua presenza e la tua parola danno felicità. Tu mi aiuti ad essere libero e a far crescere la mia vita".
LE BRACCIA APERTE DI DIO Dio non fa differenze tra i suoi figli. Non mette da una parte i migliori e dall'altra i peccatori! Accanto a lui non ci sono alcuni che hanno un posto migliore degli altri. Quelli che partono e quelli che restano, quelli che ritornano, i peccatori e i santi, sono tutti figli suoi che ama con lo stesso amore. Dio non giudica quelli che si allontanano: con una tenerezza impaziente attende il loro ritorno. E non solo attende, ma va verso di loro come per diminuire la distanza che li separa da lui, come per essere prima accanto a loro e poterli abbracciare. Dio non si allontana da nessuno: guarda ognuno con amore e apre a ognuno le sue braccia. Per quelli che ritornano da lontano non c'è punizione: c'è un amore pronto a far festa!


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