Parrocchia San Michele Arc. Prevalle - 23/08/03

 


ITINERARIO TIRANO - ST. MORITZ
 
Appena partiti dalla stazione di Tirano si incomincia a salire leggermente, con vista sulle Alpi Orobiche valtellinesi (a sinistra) fino a giungere, in un paio di minuti, sul piazzale della Madonna di Tirano, splendido Santuario costruito a seguito dell'apparizione della Madonna in questo luogo agli inzi del XVI secolo (1504).

Qui la ferrovia taglia diametralmente la piazza, costringendo a bloccare i traffico stradale, e prosegue per un tratto della via Elvezia circolando a lato della strada come se fosse un tram. Indi si comincia a salire entro la stretta gola formata dallo sbocco del torrente Poschiavino, attraversando i cancelli della frontiera in località Piattamala ed entrando finalmente in territorio svizzero. Si raggiunge in poco tempo la stazione di Campocologno, che ha un caratteristico affresco in alto riproducente il contatto tra le popolazioni svizzera ed italiana (si riconosce anche "er Cupolone" del Vaticano). Spesso in questa stazione salgono i sempre cordiali doganieri svizzeri per un ulteriore controllo dei documenti, che si svolge normalmente mentre il treno prosegue il suo viaggio fino a Brusio. Da Campocologno, dove di solito nei giorni feriali viene agganciato qualche carro merci in coda, il treno prosegue sul lato opposto della valle, che pian piano si allarga, e sale, tortuosamente, fino al famoso (e praticamente unico al mondo) "Viadotto circolare" di Brusio, dove il treno compie oltre 360° di svolta (oltre un cerchio intero) per guadagnare quota senza dover usare artifici particolari quali la "cremagliera" (rotaia dentata centrale tipica delle ferrovie di montagna), completamente assente su tutta la rete della Ferrovia Retica e quindi anche della Ferrovia Bernina. 

Si giunge quindi a Brusio, il piu' grande centro della Valposchiavo dopo Poschiavo, dove hanno sede due note case vinicole della zona che producono ottimi vini utilizzando prettamente uve di provenienza valtellinese: Plozza e Triacca. Da qui il treno sale con ancora alcuni tornanti per infilarsi in una stretta valle, sempre affiancando il Poschiavino, che conduce al Lago di Poschiavo, grande bacino a circa 900 metri s.m. Questo bacino si presta molto bene per una passeggiata, sia lungo il percorso della ferrovia, sulla sponda occidentale (ex strada cantonale), sia sul lato orientale, con percorrenza maggiore, fino a Le Prese, sulla sponda nord, dov'e' possibile riprendere il treno. Vedere a questo proposito il dettaglio dei sentieri sul Bernina nell'apposita pagina sui Sentieri. 
Dalla stazione Miralago si gode non solo uno splendido panorama del lago di Poschiavo ma anche del massiccio del Bernina sullo sfondo, compreso gran parte del percorso in salita (visibile pero' solo ad occhi esperti) che il treno percorrera' per arrivare a quota 2253 al valico.

Il treno percorre ora tutta la costa occidentale del lago, a fianco alla vecchia strada cantonale, ancora sterrata, seguendo le anse della montagna, fino a giungere all'abitato di Le Prese, dove entra in pieno centro, percorrendo la strada cantonale sul lato, come gia' successo a Tirano, come un tram. Da notare che in senso inverso il treno percorre la strada tenendo "la mano sinistra" quindi le auto devono scansarlo andando sulla corsia opposta. Un opportuno semaforo all'ingresso dell'abitato lato Poschiavo, blocca le auto che procedono nella stessa direzione del treno e che potrebbero scontrarsi frontalmente con quelle costrette al cambio di corsia. Superata Le Prese con i suoi bei ristoranti ed alberghi, il treno corre tra la strada cantonale ed il Poschiavino per un tratto caratterizzato da prati verdeggianti e pinete, con case sparse di tipico stile alpino, per giungere alla successiva femata di Li Curt, dove il treno è costretto un'altra volta ad utilizzare la sede stradale per passare tra la chiesa di S.Antonio e le case vicine. Qui la circolazione stradale e' regolata con regolare passaggio a livello a sbarre. Attenzione a non sporgervi dai finestrini nell'attraversamento delle case, in alunci punti la distanza con il muro di fronte è minima. 

Dopo S.Antonio cominciano di fatto i sobborghi del vero capoluogo della valle: Poschiavo. Poschiavo, a quota 1014 m.s.m., merita sicuramente una visita al centro storico, ai suoi negozi tipici ed ai suoi ristoranti caratteristici.

Ripartiti dalla stazione di Poschiavo, si sale bruscamente in mezzo a pascoli, per raggiungere la fermata di Privilasco (1114 m.s.m.) da cui si gode una splendida vista su gran parte dell'alta Valposchiavo e sull'abitato di S. Carlo, vista che spazia fino alla val di Campo sullo sfondo. Da qui la ferrovia comincia a inerpicarsi a mezza costa sul fianco della montagna, con un percorso di "va e vieni" come per le strade di montagna, consentendo di godere il panorama sulla Valposchiavo una volta a destra ed una volta a sinistra, salendo di quota progressivamente. E' in questo tratto che si percepisce meglio quanto si arrampica la ferrovia per raggiungere il valico che la portera' in Engadina. Superata la fermata di Cadera a mezza costa, che serviva per raggiungere i numerosi alpeggi sparsi sul versante, si arriva, dopo aver percorso un bel tratto in mezzo alla pineta, all'altopiano di Cavaglia, con l'omonima stazione e con una bella vista in alto sul ghiacciaio Palü. Di fronte si puo´ scorgere la punta, in alto con l´Hotel Belvedere nonche´ la curva panoramica presso la stazione Alp Grüm. A Cavaglia abbiamo superato i 1700 metri di quota. Le frequenti stazioni lungo la linea servono oggi anche per incrociare i convogli che viaggiano in senso opposto, data la frequenza alta dei treni, soprattutto d´estate, ed essendo la ferrovia tutta ad un solo binario.

Lasciata Cavaglia il treno percorre un breve tratto della Val da Pila, tra i pini, fino ad un viadotto semicircolare che consente al treno di raggiungere il lato opposto della valle e di inerpicarsi nuovamente su in direzione del passo. Dopo aver superato la nuova stazione di incrocio Stablini, il treno compie una lunga curva e sul lato sinistro, per un attimo, si scorge il Vedret da Palü, cioe' il ghiacciaio, visibile poi molto meglio al termine della galleria Stablini che il treno percorre subito dopo. Questa galleria non e' circolare come le precedenti ma immette sul lato della montagna prospicente al ghicciaio, con l'omonimo laghetto artificiale in basso. Tutti questi laghi alimentano le "Forze Motrici Brusio", cioe' centrali idroelettriche disposte in cascata, che generano anche l'elettricita' necessaria al funzionamento della Ferrovia, che pertanto e' ecologica al 100%, la prima delle quali (cioe' la piu' bassa) la si vede sul lato destro appena dopo aver superato i cancelli della Dogana a Campocologno. Anche il Vedret da Palü e' per cosi' dire "bifronte" nel senso che entrambi i lati del treno vengono esposti a lui, a quote differenti, come accadeva con la Valposchiavo.

Al termine dell'arrampicata si giunge nel posto sicuramente piu' suggestivo dal punto di vista panoramico di tutta la linea: lo stretto tornante dell' Alp Grüm, da dove, sul lato destro, si gode uno splendido, direi unico, panorama su tutta la Valposchiavo, da una quota di oltre 2000 m. Sullo sfondo appaiono non solo il lago, circa 1200 m. piu' in basso, ma anche le Alpi Orobiche che fanno da sfondo a Tirano e sopra le quali si trova il Passo dell'Aprica che mette in comunicazione la Valtellina con la Valcamonica. 

Veramente un panorama eccezionale! Poi il treno si ferma alla Stazione-Ristorante Alp Grüm, a quota 2091. Qui e' possibile una sosta panoramica notevole, come pure un bel pranzo a base di prodotti tipici locali sulla terrazza panoramica con vista sul ghiacciaio. Da non escludere la ripida salita' al Ristorante "Belvedere" dal quale si gode un'altrettanto eccezionale panorama ed e' anche possibile scattare fotografie ai treni sulla grande curva.

In questa localita' si respira l'aria degli alpeggi d'alta quota, isolati, in mezzo al verde e con panorami spesso spettacolari. Da qui iniziano alcuni itinerari in quota veramente degni di nota, come la salita al Rifugio "Sassal Masone", a circa 2400 m.s.m. posto sul versante esposto al sole e ben visibile dalla stazione Alp Grüm; si prosegue a piedi lungo la ferrovia per circa mezzo kilometro, fino al Pozzo del Drago, da dove si stacca un ripido sentiero sulla sinistra. Sempre dal Pozzo del Drago inizia un'altro impervio sentiero che conduce giu' nella Val Da Pila, riportandoci successivamente alla stazione di Cavaglia. Per maggiori dettagli vedere la pagina dedicata ai Sentieri. 

Ormai manca solo l'ultimo balzo, per arrivare in vetta e quindi al passo. Ripartiti dall' Alp Grüm si procede sempre con la vista del Vedret da Palü sulla sinistra, si sale progressivamente, ed al termine di due successive gallerie paravalanghe (di cui la prima lunga oltre 600 m.) si arriva al famigerato Lago Bianco, grande bacino di raccolta delle acque dei ghiacciai e che alimenta pur'esso le centrali idroelettriche. Il lago è delimitato da 2 dighe ad entrambe le estremità. Da quella lato ValPoschiavo escono delle condutture che lo mettono in comunicazione con il laghetto Palü giä visto in precedenza, prima di arrivare alla stazione Alp Grüm. 

Qui, lungo il Lago Bianco, il treno corre in piano costeggiando la costa orientale del lago, le cui acque anche in estate paiono di colore molto chiaro, dovuto al fatto che sono formate da ghiaccio da poco scongelato. A meta' circa del lago si trova la Stazione Ospizio Bernina, stazione di valico della ferrovia a quota 2253 m.s.m., dotata di Buffet-Ristorante su un lato. Questa è anche la stazione alpina svizzera più alta in assoluto, per ferrovie non a cremagliera, oltre ad essere anche il confine tra le lingue "italiano" (parlato in Valposchiavo) e "Räto-Rumantsch" (reto-romancio), parlato di fatto in tutta l'Engadina anche se ufficilamente la lingua è il "tedesco". Troverete infatti diversi nomi scritti in reto-romancio, da qui in poi, come per esempio Bernina "Suot" cioè sotto.

Superata la stazione Ospizio Bernina, che e' dotata di rimessa coperta per gli spartineve invernali, si incomincia la discesa progressiva fino a St. Morìtz, costeggiando sempre la costa occidentale del Lago Bianco, fino a raggiungere, nei pressi di un passaggio a livello al servizio della diga, la "Wasserscheide" ("Spartiacque") tra Mar Mediterraneo (in cui arrivano le acque del lago Bianco) e Mar Nero, in cui confluiscono quelle del Lago Nero, che si buttano nell' Inn e quindi nel Danubio. Questo preciso punto e' ben segnalato da un cartello giallo visibile nei pressi del passaggio a livello, sul lato sinistro. Da qui comincia la progressiva discesa, in un terreno meno scosceso rispetto al tratto da Poschiavo. Si raggiunge l'Alp da Buond, si superano le fermate Lagàlb (a destra) e Diavolezza (a sinistra), poste nei pressi delle omonime stazioni a valle delle rispettive Funivie, si passa anche la piccola fermata di Bernina Suòt (a destra), si oltrepassa la strada cantonale e ci si accinge ad entrare in vista del famoso Ghiacciaio del Morteràtsch (a sinistra), ben visibile anche dal successivo passaggio a livello, con vista caratteristica.