ANNO C – 26 DOMENICA ORDINARIA – Lc. 16, 19-31

Lazzaro ed il ricco Epulone


Liturgia penitenziale

O Signore, difensore dei poveri che si affidano a te. Signore pietà

O Cristo Gesù, tu sei la verità che aiuta ed illumina ogni uomo. Cristo pietà

O Signore, ricompensa di chi pone in te ogni speranza. Signore pietà



Tentazione di sedermi, è così chiara la parabola……

Prima parte – E’ così facile: c’è il ricco, anche oggi; il povero, anche oggi, la morte per tutti, anche oggi.


Seconda parte - ma è la continuazione che preoccupa e deve farci pensare:

- L’aldilà esiste sul serio, è una cosa decisiva, eterna, è tutto diverso che di qua, anzi il contrario con un paradiso gioia per i buoni ed i poveri, i disgraziati, i sofferenti i dimenticati da tutti

ed un inferno per chi sta bene di qua, se la gode, vive da spensierato, ha tutto ciò che vuole, dove l’egoismo si paga molto caro e l’inferno non è una favola, ma una triste realtà.

- Ma Gesù non fa solo una questione di giustizia sociale, tra il ricco e il povero, ma va più in profondo: risale alle radici del male.

Gesù vuol farci capire che il ricco non è andato all’inferno perché era ricco; Lui non sta a contarci i soldi che abbiamo, e neanche perché non ha aiutato Lazzaro, ma ci insegna che chi vive così, prima di dimenticare i poveri, ha già dimenticato Dio, è uno che vive ed agisce contro Dio e i suoi insegnamenti.


Prima lettura: Già il profeta Amos ci descrive cosa capita a coloro la cui regola di vita è accontentarsi in tutto; di coloro cercano di avere tutto ciò che si può avere dalla vita, desiderando poi di avere quello che non si ha. “Guai agli spensierati di Sion….” Che vuol poi dire:”Guai a chi vive per saziarsi, per godersi la vita, quelli invidiati da tutti:”. Quindi chi si accontenta in tutto e vive per questo non può accorgersi di chi sta peggio di lui, neppure di Dio, per cui quasi sempre è un ateo e un disumano. E se dimentichiamo Dio sicuramente dimentichiamo anche il prossimo.

Ed il mondo va proprio in questa direzione: abbiamo stravolto la legge di Dio, la società è piena di disonestà e di adulterio, facciamo tutto ciò che ci pare e piace. Se la legge di Dio, dice così io non me ne curo. Io incomincio ad accontentarmi perché ho il diritto di essere felice in tutto.


Questo è il clima scristianizzato in cui stiamo vivendo, ben lontani da quanto invita S. Paolo.

Seconda lettura: “Combatti la buona battaglia della fede. Fa’ come Gesù, dà la tua bella testimonianza davanti a tutti, non solo a Ponzio Pilato”. Il cristianesimo è sempre un combattimento della fede, contro chi vive non secondo la volontà di Dio: una fede che non combatte è una pia illusione, è falsa.

Un cristiano che non dà una bella testimonianza davanti a tutti, a chi serve?

Il ricco Epulone è allora il modello di tutta un’intera società. Eppure quante volte abbiamo scritto, detto, promesso e fatto rivoluzioni:”Incominciamo dai più poveri, dal terzo mondo, da chi muore di fame” ma tutto è rimasto come prima.

Questo deve farci capire che fin che noi non ci disponiamo ad ascoltare Gesù Cristo, nel mondo non cambierà mai nulla. Se ne parla persin troppo, anche tutti i partiti, ma se non si incomincia a fare concretamente qualcosa, non cambierà mai nulla per tanta povera gente.

E’ il famoso muro sociale che esiste come dislivello tra poveri e ricchi: pensioni che non garantiscono neanche la sopravvivenza di alcuni e pensioni che permettono stile di vita favolosi.

Per risolvere questi problemi che esistono anche tra di noi non basta incominciare ad aver pietà e dare il pezzo di pane che serve solo per oggi, ma occorre incominciare ad ascoltare Dio che parla chiaro:” Amerai me e amerai il tuo prossimo”.

Il male del mondo, diceva Paolo VI, non è tanto che qualcuno ammassa ricchezze, ma perché manca vera fraternità tra i popoli. Si tratta di costruire un mondo in cui ogni uomo, senza esclusioni di razza, di religione, di nazionalità, possa vivere una vita pienamente umana e affrancata dalle servitù che gli vengono dagli uomini e da una natura non sufficientemente dominata; un mondo dove la libertà non sia una parola vana e dove il “povero Lazzaro”, cioè tutti i popoli poveri, possano assidersi alla stessa mensa del ricco”.


Non bastano solo alcune opere di carità, le missioni, gli ospedali: si tratta di vivere come ci suggerisce il Signore: Se non ascoltiamo Dio non cambierà mai niente”

Nel Padre nostro diciamo:”sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra”ma si ha l’impressione che sinceramente dovremmo dire:”La tua volontà sta in cielo, in terra facciamo la nostra”!

E’ dunque un tempo di grande conversione che ci chiede il Signore che ci parla.

Finiamola di portare le nostre scuse:” Io non sono ricco, c’è chi sta meglio di me, non tocca a me, il mio denaro l’ho guadagnato col mio sudore, devo pensare all’avvenire della mia famiglia, tutti fanno i propri interessi….”

Che il Cottolengo, san Vincenzo, madre Teresa fossero solo matti o incoscienti?


Oggi ci è chiesto di fare un bell’esame di coscienza. Il fatto che tanti altri facciano al contrario di ciò che ci chiede il Signore, non vuol dire che sia lecito seguirli e per sapere come la pensa Dio, abbiamo tutta la Sacra Scrittura, basta che la leggiamo e cerchiamo di praticarla, e se siamo sinceri, tutti possiamo fare qualcosa per aiutare chi sta peggio di noi.

Questa Eucaristia non è solo un rito da assistere, ma è ascolto di Dio e la richiesta a Lui di essere capaci e volere quanto lui ci chiede oggi perché la nostra vita sia più cristiana.

E’ vero che Dio è Padre di misericordia, perdona, ma è anche perfetta giustizia, e speriamo che il vangelo di oggi ci aiuti a pensare e ci lasci anche un po’ di amaro in bocca.

Sentiamoci tutti un po’ accusati, impegniamoci di più per gli altri, preghiamo e facciamo qualcosa.

Di là c’è posto solo per chi sulla terra ha amato i fratelli, non con belle parole, ma con i fatti, con la sua vita.


PREGHIERA

Non è un favola, Signore, che c’è gente che spende la vita per ammucchiare denaro, tanto che lo sogna anche quando dorme.

Per denaro si tradiscono gli amici, si spaccia droga, si specula sulle disgrazie altrui.

Tanti non si chiedono mai se il loro denaro sia giustamente guadagnato o se furbescamente rubato agli altri.

Forse talvolta ci sono anche io tra quelli.

Sono davvero un uomo sbagliato Signore, e talvolta dovrei farmi schifo.

Ora sono qui perché prima che sia troppo tardi, ho voglia di cambiare il denaro in gesti di carità verso i deboli ed i poveri, così da essere con loro un giorno alla tavola del tuo Regno. Dammi una mano, Signore, perché riesca a spendere la mia vita non solo per me stesso ma anche per gli altri, perché so che in Cielo potrò portare non ciò che possiedo ma ciò che ho donato.

O Signore, fin che sono in tempo, aiutami ad investire per e con i poveri del mondo, riconoscendo che la loro presenza è la grazia più grande, perché proprio loro, quel giorno, mi condurranno davanti a te e prenderanno le mie difese.