ANNO C – 23 domenica ordinaria – Lc. 14, 25 – 33

Discepolo è colui che ha scelto di seguire Cristo

Liturgia penitenziale

Signore Gesù, tu sei via, verità e vita, ma noi sovente non ascoltiamo le tue parole e non ti seguiamo: Signore pietà

Cristo Gesù: tu ci indichi la via del bene, ma noi troppe volte preferiamo seguire le vie del male: Cristo pietà

Signore Gesù: tu ci vuoi discepoli simili a te, ma noi abbiamo ancora tanto egoismo nel nostro cuore: Signore pietà


A - Ogni giorno quanti progetti facciamo e disfiamo, magari con affanno ed angoscia.

Così, per costruire bene la nostra vita come vuole Gesù, che è poi la cosa più importante, dobbiamo anche fare dei progetti e dei calcoli esatti, se vogliamo realizzare il disegno che Dio aspetta da noi.

Gesù è il nostro maestro e noi siamo i suoi discepoli: discepolo è colui che segue sempre il suo Maestro, non solo in qualche cosa, ma nella vita, nel modo di pensare, nella visone del mondo, nel comportamento, vive accanto al maestro, impara l’arte di pensare, di valutare le situazioni e di prendere decisioni nella vita.

Ci furono tanti maestri grandi nella storia, ma il maggiore è Gesù, perché la sua dottrina e il suo esempio da 2000 anni incidono sulla storia del mondo e sulla vita degli uomini.

Oggi presenta ai suoi discepoli, che siamo noi, i suoi progetti, molto impegnativi ed importanti:

1 – Non può essere suo discepolo chi vuole andare con lui, ma di fatto gli preferisce il padre, la madre, la moglie, i figli e cerca di mettere in salvo la propria vita.

2 - Non può essere suo discepolo chi rifiuta di portare la propria croce dietro di Lui.

3 – Non può essere suo discepolo chi non è capace di rinunciare ai propri averi.

E lo spiega con due esempi molto facili: per costruire una torre uno deve sapere quanti soldi ha, quanti mattoni, altrimenti non va alla fine. Quante cose sulla terra sono iniziate e poi non sono state finite.

Per fare una guerra devi sapere quante armi e quanto soldati hai, altrimenti vai incontro ad un disastro militare.

Gesù chiede allora ai suoi discepoli che, se vogliono essere davvero tali ci pensino bene prima a cosa vanno incontro, a riflettere con prudenza e sapienza.

Oggi purtroppo queste virtù sono così dimenticate: si vive alla giornata, si tira a campà; si mette alla base non la riflessione ma l’impulso, l’istinto, la passione, il cuore: “Va dove ti porta il cuore” è il titolo di un romanzo. Ma quante volte il cuore non è collegato con la ragione o è in balia degli istinti, sensazioni, a ciò che dice la gente, a vaghi sentimenti, allora sì che sono guai, perché ci può portare molto lontano da Dio!


B - Certamente ogni volta che leggiamo questo Vangelo, molto severo, ci prende un certo scoraggiamento:”Perché Gesù ci chiede di rinunziare alle persone care, ai beni, alla vita stessa?”

A questo modo sembra scoraggiare i discepoli a non farli venire dietro di sé.

Però che cosa ci dice Gesù oggi?

Di odiare i nostri familiari, i nostri figli; di portare la croce; di vendere tutto ciò che abbiamo?. Gesù in verità non vuole che odiamo i familiari; odiare è un ebraismo il cui significato è anteporre. Pertanto il Signore ci chiede di mettere al primo posto la fede in lui, pur amando teneramente e intensamente i nostri cari. Di fronte al marito che ti chiede l'aborto, alla madre che vuole portarti a fare un giro invece che andare a Messa, al figlio che ti propone di essere disonesto per avere un vantaggio economico, tu dirai di no; perché pur amando tuo marito, tua madre, tuo figlio, tu sei prima di tutto di Cristo, e se ascolti gli altri perderai Gesù e se perdiamo Lui ci perdiamo completamente.

Egli vuole che i discepoli siano secondo il suo cuore: persone che lo comprendano, attratte, incatenate dalla sua grandezza, non dal suo fascino esterno, ma capaci di dedicargli totalmente la vita, di rifarsi una vita seguendo il suo progetto.

Ecco perché Gesù usa allora parole forti, che però devono essere capite bene perché hanno l’unico scopo di far scoprire alla gente la sua vera grandezza, lo smisurato significato che Lui ha per noi: cioè la sua misura supera tutte le nostre grandezze, comprese quelle familiari e di qualsiasi bene materiale, una sproporzione che deve essere stato molto difficile far capire in un mondo, come siamo anche noi, limitato a delle misure e apparenze solo umane, dove tutto comincia, tutto finisce e tutto ha un limite.

C - Gesù ci dice ancora che dobbiamo portare la nostra croce. Dunque non cerchiamo il volere di Dio nella scelta più facile e comoda, in ciò che ci appaga di più; viviamola anche quando è faticosa, quando è addirittura un martirio. È vero che nessuno ti brucia viva perché sei cristiana; ma forse sei in difficoltà con tuo marito e sei tentata di lasciarlo. E' questo il volere di Dio? Rimani con lui, amalo, nella fatica. Questo è il tuo martirio e per questa strada tu diventi santa.

D - Infine Gesù ci dice di vendere tutto ciò che abbiamo, cioè di non rimanere attaccati ai beni, di usarli senza farne idoli. Del resto se tu anteponi i tuoi interessi, la tua ricchezza alla parola, alla sequela di Gesù, non riuscirai a vivere, ma neppure a capire il volere di Dio per te.

E -Tutti portiamo dentro di noi, ricchi e poveri, sapienti e umili lavoratori, il desiderio profondo di vivere il rapporto con Dio, che però è nascosto da mille pensieri e occupazioni umane.

Siamo deboli e appesantiti dalla materia, eppure il mistero di Dio non possiamo ignorarlo e Dio, quando si fa presente e ci interpella, come un vento impetuoso spacca e travolge, fa capire che Lui, ci cambia, ci rivela che l’importante è Lui, suscita in noi il desiderio di inginocchiarci, di stare con Lui, di cambiare tutto, di ascoltarlo.

Per questo non siamo tutti monaci, ma tutti dobbiamo renderci conto di quanto vale di più Dio di fronte a tutte le persone e averi che abbiamo, come se dicesse:”Seguitemi, siate entusiasti di me, ma sappiate che io valgo più di tutto e di tutti, altrimenti non vi salvate. Non accontentatevi di una vita mediocre, con una morale minimalista, non rubo, non uccido e di una religiosità superficiale, ma mirate alla santità, al massimo della vita cristiana!”

Non per nulla Gesù ha detto:”Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Guai se ci lasciamo sussurrare dal demonio:”Ma come si fa? E’ troppo!Non ci riesco!”

Non ascoltiamolo, non lasciamoci convincere ad accontentaci della mediocrità e proponiamo di diventare veri discepoli di Gesù, perché sarà Dio stesso ad aiutarci!

Per questo chiediamo al Signore:”Aiutaci a diventare tuoi veri discepoli: aiutaci a fare bene i nostri calcoli e provare ad essere tuoi discepoli sul serio anche noi”

Per questo siamo qui a partecipare all’Eucaristia, ed è così che diventeremo veri cristiani!


PREGHIERA

La nostra vita. o Signore, è un continuo investimento per stare meglio, è come un’impresa in cui mettiamo in atto strategie e progetti, sempre per un futuro migliore.

Purtroppo però quante volte sbagliamo i calcoli e ci accontentiamo di un pugno di mosche, oppure i nostri obiettivi sono troppo sproporzionati alle nostre forze e non li raggiungiamo mai, rimanendo delusi e infelici.

Donaci la coscienza di capire i nostri limiti, di ciò che siamo realmente e nello stesso tempo insegnaci ad investire la nostra vita e ciò che abbiamo per un domani più sicuro, più vero e più redditizio; per qualcosa che duri e vada oltre il nostro tempo, oltre il nostro povero orizzonte.

Non permettere che corriamo dietro a ciò che dura solo una stagione della vita, a ciò che risponde solo alla misera moda di qualche giorno.

Rendici abbastanza saggi da non prefiggerci mete sbagliate, senza valore o irraggiungibili secondo il tuo disegno paterno e facci sufficientemente coraggiosi da fidarci di te e non temere anche le sconfitte in questo lungo percorso che ci porta a Te.

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