Anno C 4ª Domenica di Avvento Lc. 1, 39-48

La vera gioia del Natale

IntroduzioneIntroduzione

Se potessimo vedere quanto c’è di buono e misericordioso nel disegno di Dio per ciascuno di noi, anche nelle cose che chiamiamo banali, inutili, anonime, "saremmo tanto felici da gettarci tra le braccia della volontà divina con l’abbandono di un piccolo che si getta tra le braccia di sua madre. Agiremmo, in ogni circostanza, con l’intenzione di piacere a Dio… che desidera la nostra salvezza più di quanto la desideriamo noi stessi" (Maria dell’Incarnazione). Interpretiamo la vita, dunque, come il luogo dove possiamo incontrare il Signore, che rivela nella nostra storia il suo progetto d’amore. Sentiamoci grati a un Dio che ci viene incontro nella nostra piccolezza ed esultiamo, come Maria, che ha riconosciuto la potenza di Dio all’opera "nell’umiltà della sua serva" (Lc 1,46-48).


Atto penitenziale
Atto penitenziale

Fratelli e sorelle, il primo passo, per incontrare il Signore, è fargli posto, lasciargli spazio nella nostra vita, spesso piena della nostra superbia, del nostro peccato. Chiediamo perciò a Gesù che interceda presso il Padre e ci doni il perdono.

   Questi sono i giorni degli auguri:”Buon Natale, buone feste, buon anno”. Ormai ci siamo abituati che quasi ci danno fastidio. Ma cosa vuol dire augurare a qualcuno Buon natale?: “Ti auguro tanti regali, di stare in buona salute, di goderti buone vacanze, di stare tranquillo per qualche giorno?

Se è così, Natale sarà buono per qualcuno che può permettersi certe cose e meno buono per chi non potrà permettersele. Per qualcuno sarà una gioia, per altri invece sarà un insulto ed una sofferenza  E poi perché tanto affanno per questo giorno. Che cosa ha di speciale, di diverso dagli altri? E non ditemi che tutti fanno così, che è la festa dell’amore, dei doni, della pace, se tanti non credono neanche a Gesù

Se tutti quanti festeggiano il Natale sapessero esattamente perché il Natale è giorno di festa, forse potrebbe assumere un significato migliore. Non è forse vero che a forza di auguri, regali e di vacanze, abbiamo dimenticato che a Natale è nato qualcuno. A forza di far festa abbiamo dimenticato il festeggiato: a quanto pare Gesù Cristo non c’entra quasi più niente con il suo natale.

. “Babbo Natale è il personaggio più importante per queste feste!” Questo è stato detto dal TG della TV. Lasciamo da parte chi oggi, per “par condicio” vorrebbe eliminare il presepio.

 

Ma Natale non è né leggenda né fantasia. E’ una realtà che durerà sempre.

2 lettura: Entrando nel mondo dice:”Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà”.

Qualcuno avrebbe potuto dirgli:”Attento, signore, bada a quello che fai! E’ un mondo di pazzi; peggio, di cattivi, falsi e violenti” “Appunto bisogna che ci vada” Non ti compromettere con gli uomini, Signore, guarda che finirai male!” Non fa niente. Andrò con loro…”

Gesù è il dono di Dio all’umanità perduta e non ha avuto paura di mandarcelo, non ha perso la pazienza con l’umanità, non ci ha mandati a quel paese dopo il peccato, non ci ha condannato, ma mandando suo Figlio ci ha assicurato il perdono, la pace, anzi Lui stesso si è fatto vittima del disordine e della violenza dell’uomo. Ci ha ridato la speranza.

 Gesù è entrato anche Lui nell’ingranaggio della storia umana per vivere come noi, dal di dentro, l’esperienza della natura umana . Non una esistenza da fiaba, ma immersa nei problemi della vita, nelle contraddizioni e nella sofferenza quotidiana, compresa la morte.

Ecco perché Natale interessa tutta l’umanità. E’ venuto per tutti, anche per quelli che non lo vogliono, che lo combattono, che lo bestemmiano, perché siamo tutti figli dello stesso Dio che tutti ama e tutti vuole salvare.

 

Il Vangelo ci parla della gioia di Maria. E’ tanto contenta di divenire Madre di Gesù che vuol subito farlo sapere alla cugina Elisabetta, anzi le porta Gesù stesso. E il Vangelo ci parla della gioia di Elisabetta e dello stesso Giovanni, che deve ancora nascere.

Se ci facciamo dei doni è perché tutti dovremmo essere contenti che arriva Gesù ed allora la comunichiamo agli altri, scambiandoci dei doni.

Se noi sentiamo solo gioia per la festa, le vacanze, i pranzi, i doni, ma non per Gesù, vuol dire che non abbiamo ancora capito niente del Natale. Gesù continuamente bussa alla nostra coscienza per farsi accogliere.

Guai a noi se facciamo come gli albergatori a Betlemme, quando Giuseppe chiese ospitalità per Maria e Gesù che stava per nascere:”Non c’è posto!”.

Guai a noi se facciamo parte di quel mondo di cui parla Giovanni l’evangelista:”E i suoi non l’accolsero..!”

Convinciamoci che la nostra salvezza dipende solo da Gesù, se lo facciamo entrare nella nostra vita, non come un estraneo, per forza, ma guai se lo facciamo entrare assieme a tante altre cose, distrazioni, peccati, rivalità, odio.

Così attraverso Gesù Dio ha seminato sulla terra il principio di ogni speranza:sì possiamo diventare migliori noi, possiamo migliorare il mondo, ma solo se accettiamo Gesù e diventa un personaggio importante nella vita di ogni giorno.  Solo così possiamo augurare Buon Natale davvero a tutti.

Come una professione di fede, riconoscendo in Gesù, non un soprammobile, un oggetto che fa figura, un bambinello che fa tenerezza, ma il Figlio di Dio fatto uomo.

Il Signore è presente in mezzo a noi, nella nostra comunità. Con la sua Parola ci apre gli occhi della mente e del cuore e ci illumina col suo Spirito: Ci donerà il pane come totale donazione a noi.

 Per questo come Maria ed Elisabetta magnifichiamo e ringraziamo il Signore, nello stupore  e nella gioia. Questo vuol dire fare natale, questo è l’augurio che ci facciamo a vicenda.

S. Agostino diceva ai suoi cristiani di allora:”Tutti si lamentano che i tempi sono cattivi. Viviamo bene e i tempi diventeranno migliori”.

Maria SS. riempia questo nostro tempo col desiderio del bene. Un bene da realizzare fra i nostri cari,in casa, al lavoro, a scuola, dovunque noi siamo, lavoriamo e viviamo.

 

PREGHIERA

Due madri, una giovane ed una anziana si sono incontrate, non per scambiarsi facili complimenti, e nemmeno per spettegolare sugli altri, ma per lodare e ringraziare il Signore che in loro aveva compiuto cose meravigliose. Non potevano non ringraziarlo perché nel loro grembo avevi creato la vita.

Mentre ti chiediamo perdono, o Signore, per tutte quelle donne che stroncano la vita nel suo sviluppo, diventando portatrici di morte e non di vita per i loro figli, fa’  che tutte le altre madri sappiano essere invece, come Maria e Elisabetta , disposte ogni giorno a ringraziarti e lodarti per averle fatte degne di essere generatrici di vita e di speranza.

Tieni vivo in loro il senso del  meraviglioso che in loro si è fatto carne, così che ogni giorno sappiano cantare un grazie a Te, o Dio, che in loro hai rinnovato il domani del mondo moltiplicando le speranze di bene per tutta l’umanità. E fa di tutti noi dei portatori di Gesù in questo mondo troppo bisognoso di amore, di pace, di Te che sei la vera gioia.