Anno C – 11 domenica ord. Lc. 7, 36 – 8,3

Peccato, pentimento, amore, fede, perdono.

Liturgia penitenziale

Signore Gesù: tu non sei venuto a condannare, ma a perdonare e a liberarci dal male: Signore pietà

Cristo Gesù: tu hai detto della peccatrice:”Le sono perdonati tutti i suoi peccati, perché molto ha amato”:Cristo pietà

Signore Gesù: Le hai anche detto.”La tua fede ti ha salvata” Donaci più fede nel tuo Amore: Signore pietà


In questo Vangelo odierno, Gesù ci aiuta a ritrovare Dio in modo giusto, visto che come peccatori troppo sovente perdiamo la strada che ci riporta a Dio.

Il problema di fondo è “Che cosa fare per essere giusti davanti a Dio?” perché davanti alla gente, al mondo sappiamo troppo bene quali sono le cose che ci rendono importanti: soldi, bellezza, saper fare, fortuna, scaltrezza: cose però che alla lunga si dimostrano fasulle e false.

Il fariseo Simone del vangelo odierno aveva già qualche idea in proposito, essendo un fariseo e conoscendo la legge, le osservanze e le preghiere e forse anche un vero desiderio di giustizia e di bontà.

Eppure anche a lui, come a tanti altri, mancava il segreto essenziale, e Gesù cercò di farglielo capire davanti alla donna peccatrice che gli piangeva davanti in silenzio.

Avete provato qualche volta un vero pentimento?

Ma per poter arrivare a questo dobbiamo accorgersi di quanto noi ricambiamo l’ amore di Dio, perché dobbiamo sinceramente ammettere che noi siamo così indifferenti, ci pensiamo così poco, magari a volte facciamo tutto il contrario di ciò che Dio comanda e Gesù ci ha insegnato.

Questo è il peccato: non è tanto un infrangere una legge, ma una vera rottura di rapporti con Dio, infischiarsi del suo amore per noi, rifiutarsi di collaborare con Lui per la nostra salvezza, volere rimanere nel nostro stato senza desiderare di farci guarire da Dio, volere insomma fare quello che più ci pare e piace.

Quando poi ci rendiamo conto che la nostra situazione non è giusta e incominciamo a capire e desiderare di cambiare allora solo arriva il pentimento.

E vi siete accorti che è una specie di creazione dell’anima, un’esperienza meravigliosa e importante, vincente su tutto, che diventa urgente riconciliazione con Dio da trasformarsi in un vero tormento se non viene soddisfatta?

Il pentimento vero è proprio una irruzione dello Spirito Santo che trasforma la coscienza e la vita di un uomo. E’ nostalgia improvvisa di Dio, rimpianto dell’amore a Lui non dato, ripulsa di tutto ciò che lo ha offeso e desiderio di riparazione, comprendendo finalmente che cosa significhi”Amare Dio con tutto il cuore”.

La donna inginocchiata davanti a Gesù ha compreso tutto questo, come del resto il re Davide della prima lettura. Davanti a Gesù la peccatrice era scomparsa ed era nato un legame fortissimo di amore tra lei, tutta da salvare e il suo Salvatore lì, dinanzi a lei.

Questo è il grande insegnamento di oggi:”Quando fra Dio e la creatura, col pentimento incomincia l’amore, un mondo è rifatto come alle origini della creazione. Questo perché Dio è Amore e perché l’uomo ritrova tale amore che da senso a tutta la sua vita.

E quella donna allora ha fatto anche l’esperienza che solo il peccatore pentito può fare ed è forse la più bella della sua vita terrena: che la purificazione del cuore rende immensamente felice il cuore, un capire che il peccato è il vero male dell’uomo e Dio è l’assoluto bene.

Questo non lo si impara studiando, ma solo pregando ed amando Dio in modo del tutto nuovo, come sa fare chi veramente si pente del male commesso.

Tutto questo doveva capire il fariseo Simone, assistendo a questa scena di perdono dobbiamo capirlo anche noi.

I nostri scialbi atti di dolore, i nostri pentimenti fasulli e fatti solo per paura di qualche castigo o per abitudine, devono scomparire se vogliamo oggi imparare qualcosa.

Non si tratta di emozione violenta, di sentimentalismo passeggero, né di tormenti di colpa, ma solo di amore vero: siamo veramente pentiti solo quando il nostro cuore incomincia ad amare sul serio il Signore con una commozione che è vero desiderio di incontrarsi con Lui per amarlo sempre di più e meglio, rifiutando il male commesso..

Amore, pentimento, perdono, poco amore, scarso dispiacere, nessun cambiamento: sono il nostro normale modo di comportarci nel nostro rapporto con Dio è la povera storia della nostra autentica o apparente conversione.

Il segreto sta nell’accorgerci di essere amati da Dio, non per finta, ma sul serio proprio perché siamo peccatori e lontani da Lui e la nostra reazione allora deve diventare forte nel nostro cuore perché si fa strada la commozione di essere amati da Dio proprio in quanto peccatori, noi che potevamo già essere perduti, mentre Dio ci svela una vita prima del tutto sconosciuta.

Peccato, pentimento, fede e amore è una storia che ricomincia sempre da capo e che ci deve dare la fiducia e la speranza che Dio non viene mai meno al suo amore e ci chiama sempre.

Fosse vero che non ci rendiamo conto di non aver “dato il bacio” a Gesù, accostandolo con cuore freddo e abitudinario proprio mentre andiamo a chiedergli perdono.

E fosse vero allora che sentiamo invece il bisogno di creare fra Lui e noi quel rapporto stupendo di amore, di amicizia in cui il pentimento diventa sincero e cresce il desiderio di amarlo meglio e di più per sempre.

Non è una cosa impossibile, basta volerla e chiederla nella preghiera.

Perché l’amore di Dio ci previene, ci attira, ci accompagna e ci conforta, ci colma di gratitudine veramente infinita.

Ecco la nostra storia, adatta a ciascuno di noi, perché nessuno di noi è senza peccato.

L'incontro di questa donna con Gesù l’ha turbata, le ha sconvolto la vita.

Con Gesù non si può far finta di niente, non si può sistemare la propria vita e non rimetterla in questione, non ricominciare tutto con uno spirito nuovo.

Allora irrompi, Signore, nella nostra vita e cambiala! Fa’ che ci rendiamo conto del nostro peccato, il quale richiama il tuo amore. Fa che possiamo operare il bene, come frutto della nostra conversione a te. E non lasciarci quando cadiamo, quando tradiamo il tuo amore. Tu lo sai che ogni volta che ci svaghiamo, ci disperdiamo o ci allontaniamo da te cadiamo molto più in basso di quanto non lo fossimo stati prima. Ti avevamo fatto posto nella nostra vita: poi ti mettiamo da parte; ed allora il posto vuoto diventa posto occupabile, disponibile per il male, il peccato, per la ricerca altrove da te di qualcosa che dia valore all'esistenza. Perdonaci, Signore, e fa' che la tua misericordia scenda sempre più in basso della nostra miseria


PREGHIERA

Quella donna, Signore, quella peccatrice, sì proprio quella del Vangelo di oggi, tu l’hai indicata come esempio, ce l’hai messa accanto come maestra di vita.

Quando sono tentato di sentirmi più giusto degli altri e dimentico che tutta la mia “giustizia” è solo una apparenza, fa’ che impari da lei.

Quando sono trascinato a giudicare le colpe altrui in base alle apparenze, emettendo condanne di dannazione e morte in ogni angolo e non mi accorgo che in realtà sto solo nascondendo la mia triste invidia verso coloro che ai mie occhi sono più liberi di me, oppure nascondo le mie stesse colpe, dietro quelle degli altri, dammi l’onestà di quella donna.

Quando sono così arrogante superficiale da pretendere di venire da te per suggerirti come devi comportarti con gli altri peccatori e credo di essere degno di sedermi sul palco della giustizia, fammi umile come quella donna che si inginocchia pentita alle tue spalle!

Il dono più grande che potrai farmi un giorno, Signore sarà quando potrai dirmi:”Va’ in pace, la tua fede ti ha salvato!”.