Anno C – Corpus Domini - Lc. 9, 11 – 17

Fate questo in memoria di me

Liturgia penitenziale

Signore Gesù tu ti sei incarnato per stare più vicino a noi, ma quante volte ce ne dimentichiamo. Signore pietà

Cristo Gesù, tu hai voluto restare con noi nell’Eucaristia, ma quante volte ti trascuriamo e ti lasciamo solo. Cristo pietà.

Signore Gesù, tu ci hai portato parole di vita eterna, ma quanto siamo distratti e non ti vogliamo ascoltare:Signore pietà



Bello il progresso, ma a forza di pensare alle astronavi, robot, ufo, marziani, troppa gente oggi mette sul medesimo piano i misteri della nostra fede, come quello di oggi:l’Eucaristia, che per alcuni sa di fantascienza.

Certamente è un mistero che supera la nostra mente pensare ad un Dio che si fa pane, nostro cibo! Eppure Dio inventa l’Eucaristia, perché ci vuole bene. Sa quanto siamo fragili e deboli.

Nel campo materiale ce la caviamo ancora abbastanza bene, nei soldi, salute, divertimenti. Ma nel campo dello spirito siamo tutti delle frane: come è difficile essere giusti, onesti, disinteressati, in pace con gli altri e con Dio!

Da soli non riusciamo a realizzare il disegno che Dio ha su ciascuno di noi. E se non lo realizziamo, come potremo avere tutti i benefici che Dio ci ha preparato di qua e di là?

Ed ecco la storia di Gesù che è proprio quella di un Dio che ha assunto la forma umana per starci vicino, aiutarci e renderci possibile la scalata verso di Lui: ci mette in cuore molti desideri, ma soprattutto il desiderio di Lui stesso e inventa l’Eucaristia perché possiamo saziarci di Lui.

Dategli voi stessi da mangiare”, dice agli Apostoli, quasi come una provocazione: 5000 uomini, per farci capire quanto è impossibile da soli raggiungere il bene, le cose di Dio: è come dicesse:

Provate da soli a vivere bene, a convivere tra di voi se ci riuscite! Non vi basta i guai che state combinando nel mondo?. Gesù, probabilmente, con questo miracolo, intendeva compiere un segno per rimandare, per anticipare la comprensione dell'Eucaristia che avrebbe istituito.

Il significato più evidente del miracolo è che Gesù, Parola che si fa carne, nutre gli uomini, sazia la loro fame, colma la loro indigenza, è risposta per tutte le loro esigenze.

2 lettura:”Gesù prese il pane.. lo spezzò e disse: Questo è il mio Corpo.. questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue. Fate questo in memoria di me!” E questo non è soltanto un racconto di un fatto avvenuto, una memoria, ma ciò che la Chiesa chiama “memoriale”, che significa rifare, un vero ripetere, adesso proprio come allora, questo straordinario momento.

Infatti fra poco io ripeterò le parole, ma non solo come racconto di un fatto passato, ma come vera ripetizione e di nuovo verrà lo Spirito Santo che avrò invocato e quel pane e quel vino diventeranno veramente il corpo e sangue di Gesù.

Sentiamo Gesù che vuol dirci:” L’Eucaristia è Dio stesso che ti vuole donare per averti e perché tu lo avessi. Dio ti è amico e vicino più di quanto tu lo pensi. E’ Dio che ti vuole e che intende vivere con te, la tua vita quotidiana che deve diventare divina, cioè tutta vissuta con me.

Difatti nella vita abbiamo bisogno tutti di cibo spirituale, di forza e coraggio per vincere il male , di medicina per guarire dal peccato e prevenirlo, di coraggio e buona volontà, di essere preservati dalla corruzione e dal marciume che c’è in giro; abbiamo tutti bisogno di prepararci per la vita futura che ci attende e Dio vuole donare a tutti: “nell’attesa della sua venuta” diremo nella Messa.

Abbiamo tutti sempre bisogno di una presenza incoraggiante e che ci infonda speranza, una presenza amorosa “Io sono con voi fino alla fine del mondo”

Tutto questo è e fa l’Eucaristia!

Allora dobbiamo crederlo sul serio! E questa fede nella presenza di Dio tra di noi nell’Eucaristia la dobbiamo dimostrare con il nostro comportamento: puntualità alla messa, non aver fretta di scappare dalla chiesa, far bene la genuflessione che è un atto di fede e adorazione, non nasconderci troppo dietro i pilastri, non chiacchierare e non disturbare gli altri. Prendere l’Eucaristia in mano come poveri e ringraziare per questo dono ricevuto

E dobbiamo riceverlo, perché come il cibo non lo compriamo per nasconderlo nel frigo o nelle borse, ma per mangiarlo, così l’Eucaristia non deve rimanere nel tabernacolo, solo per essere venerata, ma vuole essere mangiata, perché è il cibo degli uomini e non degli angeli che non ne hanno bisogno.

Noi invece ne abbiamo tanto bisogno!

Forse non ci rendiamo conto di fare dispiacere a Dio che, nella Messa, dopo averci accolto in chiesa, perdonato, fatto sentire la parola di Gesù vuole darci suo Figlio in cibo e noi, con mille scuse fasulle lo rifiutiamo, quasi a dirgli,”Grazie, non ne abbiamo bisogno!”, mentre invece tutti ne abbiamo un bisogno immenso:”Chi mangia di questo pane avrà la vita eterna”, quindi chi non lo mangia non può averla! Ci rendiamo conto di queste verità che Gesù ci dice?

Ricordiamoci però che non basta mangiare l’ostia per fare comunione con Dio, ma dobbiamo avere la coscienza a posto, desiderare di amare Dio e di farci trasformare da Lui, quindi cambiare ciò che nella nostra vita deve cambiare e convertirci sul serio.

Gesù ha sfamato la gente, perché ce n’era bisogno. Anche oggi c’è la grande fame nel mondo, che è la vergogna incancellabile per noi che stiamo bene, ma non è la peggiore, perché se tutti insieme ci diamo da fare sul serio, possiamo un po’ alla volta risolverla.

Ma c’è un’altra fame meno appariscente, ma più universale e profonda a ciascuna creatura di cui non si fa pubblicità alla televisione e che non si può comprare o vincere a una lotteria: è la fame di giustizia, di verità, di bontà, di Dio e che, se non è saziata, reca più danni, più vittime e conseguenze eterne, alla quale non pensiamo abbastanza e di cui non vogliamo preoccuparci, mentre è proprio questa fame non saziata che ci procura l’infelicità, la scontentezza, il vuoto interiore che invano cerchiamo di colmare con cose materiali, ma senza mai riuscirci.

Fra poco, il pane che presenterò all’altare diventa il dono di Dio agli uomini: Cristo “nostro compagno”, che vuol dire “cum-panis”, che mangia lo stesso pane, e vuol essere vicino a noi nella fatica, nella gioia e nel dolore del vivere umano: è Cristo risorto da morte che ci invita ad essere suoi compagni nella grande “festa di Dio”.

Cristo pane condiviso fra tutti noi, per ritrovare e costruire continuamente fra di noi lo spirito di fraternità e di comunione per “diventare in Cristo un solo corpo e un solo spirito”.

Pane dell’Eucaristia, corpo di Cristo donato ai credenti, per diventare anche noi,”buoni come il pane”, capaci di condividere gli uni con gli altri gioia e dolore e fare diventare migliore questo nostro povero mondo.


PREGHIERA

Signore Gesù, è stupenda la liturgia che hai celebrato quando ai margini del deserto hai voluto saziare quella grande folla con il pane del miracolo. Ricordando i gesti che hai compiuto ci pare di capire il senso e il valore delle nostre Eucaristie nelle quali sei presente come il pane della vita. rendici sempre più consapevoli che questo sacramento vuole essere un miracolo non solo per la nostra fame, ma per la fame di ogni creatura abitata da un grande desiderio di felicità.

Qui c’è tutto l’amore di Dio e da qui nasce tutto ciò che di bello, di grande, di umano e di divino esiste in questo mondo.

Liberaci perciò dalle nostre meschine chiusure che ci tengono ripiegati su noi stessi e donaci un amore sempre più vasto e sconfinato perché uscendo dalle nostre chiese, possiamo essere testimoni di u prodigio, quello della condivisione che rende sovrabbondanti per tutti i beni che abbiamo il coraggio di donare.

Dacci oggi, signore, il pane di cui abbiamo bisogno e insegnaci la divina bellezza di ogni gesto di bontà. Rendi inquieto il nostro cuore fin che non riusciamo a prendere posto accanto a coloro che sono in attesa del miracolo del pane e guardano con speranza alle nostre mani. Amen


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