Anno C – 5 domenica tempo ordinario Lc. 5, 1-11
Signore, manda me
Liturgia penitenziale
Dio non si stanca di invitarci al bene, per essere dei veri
cristiani, ma sovente non vogliamo ascoltarlo:
Signore tu ci chiami ad un fede più limpida, ma noi
siamo sempre pieni di dubbi, incertezze, debolezze: Signore pietà
Signore Gesù, tu ci inviti a sperare in te, noi invece
ci appoggiamo a noi stessi, al mondo, alle vanità: Cristo pietà
Signore, tu ci inviti ad essere aiuto per i nostri
fratelli, ma vedi quanto invece pensiamo al nostro tornaconto: Signore
pietà
“Io sono cristiano”, sentiamo dire centinaia di volte da tanta gente, però… non vado a Messa, non credo ai preti, non sono praticante, e così via. Ma com’è allora sta faccenda?
Oggi le letture ci aiutano a fare un po’ chiarezza su questo argomento.
Basta dire di essere cristiani per esserlo sul serio?
La risposta è chiara: No! Anzi, se tu dici di essere cristiano, cioè di appartenere a Gesù Cristo devi vivere da cristiano ed essere anche apostolo, cioè annunciare Gesù Cristo!
Infatti essere di Gesù Cristo significa che Egli ha preso possesso del tuo cuore; Gesù è la tua vita! Non è solo una conquista umana, emotiva, sentimentale, ma della nostra intelligenza e volontà che si convince che come Gesù non c’è nessuno e di Gesù abbiamo bisogno tutti.
Il vero cristiano sente, per effetto dello Spirito, un fremito, un desiderio di andare verso di Lui.
“Lasciarono tutto e lo seguirono”, dice il Vangelo di oggi dei discepoli; che non ubbidirono ad un comando, ma furono attratti da Lui e conquistati.
Cristiano allora è uno che sente il primato affascinante
del Signore, lo ritiene come un tesoro da conquistare e da non perdere mai
più!.
Il cristiano è convinto che c’è un solo Gesù Cristo, un solo Salvatore e tutti ne hanno bisogno; i ragazzi delle discoteche, i ricchi, i poveri, i potenti, i Vip, perché ad un certo punto della vita tutti sentono un vuoto immenso che non sanno come riempire.
“Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”! L’hanno detto gente concreta, che lavora, che conosce la vita e il loro mestiere; notte e nulla, parole che oggi vengono ripetute dalla filosofia e da quelli che sentono questo vuoto immenso nel loro cuore.
La risposta di Pietro è realistica: si lavora, si soffre, nell’oscurità, nella stanchezza, almeno alla fine ne ricavassi qualcosa: invece arriva il mattino, la luce e deve dire:”Nulla”.
Ditemi se non è
disperazione, ditemi se tanta gente dopo
una vita di lavoro, stenti, sacrifici, attese e speranze non dice la stessa
cosa:”La vita è un nulla, uno schifo!”
Come invece è consolante il Vangelo di oggi:
“Allontanati da me
che sono peccatore: :”Anche se sei peccatore, non sei nella notte, non stai faticando per
niente, perché se credi alla parola di Gesù, la vita riacquista un
profondissimo senso e la salvi! Gesù è
venuto proprio per te che tanto hai faticato nel buio per niente. E’ venuto a sollevarti per dirti la parola che
ti salva e ti rivela che non è questa la tua condizione, perché la vita che Lui
ti offre è diversa!
“Sulla tua parola getterò le reti”: Abbi il coraggio di ricominciare da capo, di
ascoltarlo davvero di fare ciò che Gesù ti dice.
“Prendi il largo” Forse devi staccarti da tante cose, da te
stesso per seguire meglio il Signore…
“Non temere..”Abbi tanta fiducia in Lui; è la stessa voce
che ha assicurato Pietro, che ha guarito gli ammalati, risuscitato i morti,
calmato la tempesta….
Il Signore fa sentire la sua voce
e invade l'animo solo di chi è disposto
a riceverlo; e lo lavora, lo trasforma, lo nobilita, lo rasserena. Questo cammino di fede è proposto a ciascuno di noi, come venne
proposto a Pietro, umile pescatore. Tutti siamo stati chiamati da Gesù a
lanciare le reti per lui, vivendo e annunciando il vangelo, la buona notizia di
un Dio d'amore che ha mandato suo Figlio per salvare l'uomo; la buona notizia
di Cristo che ha adempiuto sino alla fine alla sua vocazione, tanto che il
Padre lo ha risuscitato
E il cristiano è quindi colui che, oltre a credere a queste
cose, è chiamato anche ad annunciarlo agli altri, di entrare nel dramma della
vita degli altri dove c’è fatica, notte e il nulla; che può dire con certezza: “Sai, c’è ancora Uno che può darti la luce
che cerchi, è l’unico, ma c’è!”
Basta guardarci attorno per capire come la vita oggi sia piena di infelici, e sarebbe una grossa bugia dire che non è vero, come è una continua bugia la pubblicità che ci fa vedere tutto bello, pulito, felice, come se vivessimo in un paese da fiaba!
2 lettura – Paolo ci dice oggi:”Io annuncio ciò che mi è stato annunziato: Cristo che è morto per i peccati ed è vivo”. E’ l’annuncio che vuole far arrivare a tutti con grande gioia. Se Dio, di fronte al peccato, va su una croce, vuol dire che, la gente pensi quello che vuole, il peccato rimane il male peggiore che esista al mondo. L’ucciso è proprio Dio che poi risorge ed è vivo.
Come è grande il nostro cristianesimo: un Dio risorto che cammina con noi, per aiutarci a fare ciò che Lui ci chiede, ci tende la mano in un gesto paterno attraverso suo Figlio Gesù.
Ebbene il cristiano, cioè noi, dobbiamo essere questa mano che si tende, che non deve chiudersi nel nostro egoismo e solo nei nostri problemi, nei nostri pensieri, ma che si apre e si accorge degli altri, soprattutto delle loro difficoltà e delle loro sofferenze.
Se ci sentiamo cristiani, facciamolo: questo è vangelo, è così che si annuncia Gesù.
1 lettura: “ Poi udii
la voce del Signore che diceva: Chi manderò e chi andrà per noi? E io risposi: Eccomi,
manda me!”.
Alla fine della Messa dirò:”La Messa è finita, andate in pace”, non è perché vi mando fuori, ma è Dio stesso che vi affida una missione da compiere. Io dico le parole ma è Dio che ci manda tutti.
E voi rispondendo, non per abitudine, ma con più attenzione:”Rendiamo grazie a Dio”, cercate di rispondere anche voi al Signore che invita tutti i cristiani ad essere luce e sale per il mondo:
“Sì, o Signore,
andremo noi, oggi, domani e dopodomani. Continueremo ad andare”.
Così risponde un vero cristiano, questo si aspetta Dio da ciascuno di noi, perché questa è l’unica medicina per il mondo.
PREGHIERA
E’ proprio
vero, Signore! Se oggi siamo qui in chiesa, cristiani davanti a te, è perché
siamo uniti a te da un filo che è passato di mano in mano attraverso la fede
vissuta di tante generazioni che ci hanno tramandato la tua parola e ci hanno
colmato di grazia con i tuoi sacramenti.
Guai se,
per causa nostra, questo filo, questa catena si interrompesse!
Ecco perché
tu oggi ci inviti a non tenere chiuso in noi questo tesoro che è la nostra
fede.
Fa che ci
appassioniamo sempre di più ad ascoltare la tua parola, ne siamo veramente
entusiasti e la viviamo veramente per poter essere anche noi trasmettitori del tuo vangelo, nella nostra
famiglia, nel luogo del lavoro, tra la gente del nostro tempo, perché hai
chiamato anche noi a trasmettere la Buona Notizia del Regno.
Per questo insegnaci le parole più giuste, i
gesti più umani perché possiamo irradiare attorno a noi quella pace, più grande
delle nostre paure, più forte delle nostre debolezze che permetta di ottenere
una pesca meravigliosa che soddisfi pienamente le inquietudini del cuore umano.