Anno C 2 Domenica di Avvento - Lc 3,1-6:

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

Atto penitenziale

O Signore, quante cose abbiamo da aggiustare nella nostra vita: i sentieri che tu ci hai insegnato a percorrere,  sono spesso pieni di erbacce, dimenticati, sostituiti da strade più larghe, ma che portano alla perdizione, percorsi da una folla che ci trascina, fingendo di dare senso all'esistenza, riempiendola solo di cose inutili e dannose. Dacci allora la forza ed il coraggio di pentirci e di cambiare strada, con il tuo aiuto.

·         Cristo, tu che ci inviti continuamente al rinnovamento interiore, abbi pietà di noi che sovente prendiamo strade sbagliate o ci fermiamo scoraggiati alle prime difficoltà. Cristo pietà

·          Signore, Tu sai quanto è difficile ascoltare la Tua voce in mezzo al fracasso di questo mondo, di chi vuol saperla più lunga di Te, di chi vuole illuderci e ci inganna, dicendo di avere in tasca la felicità: Signore pietà

Il  Vangelo inizia con uno scenario imponente: da una parte lo Stato con tutte le sue strutture, l’imperatore Tiberio, i suoi magistrati e il potere politico ed economico, Ponzio Pilato, Erode, Filippo, con tutto il sistema giudiziario e culturale, e dall’altra  Giovanni che non ha alcuna posizione pubblica o politica, è neanche cittadino romano, ma un piccolo e povero ebreo, che sta dicendo cose innocue, perché non parla contro il potere politico.

 Ma il suo parlare è di suprema importanza perché, attraverso la sua voce che parla in un deserto, scende sulla storia umana la voce di Dio, che da una parte promette salvezza, ma dall’altra mette in discussione tutto ciò che esiste di umano, compreso il sistema politico. Dio non intende distruggere l’ordine sociale, lo stato, ma tutto ciò che di iniquo, di ingiusto e di corrotto produce l’uomo, compreso lo stato quando è disumano, anche se il sistema sociale e politico è necessario, perché lo ha voluto proprio Dio, creando l’uomo.

 Ma non basta essere cittadini d’Italia o del mondo per poter dire:”Io sono una persona per bene”. Perché c’è un altro bene, superiore a quello civile e dello Stato che non deve essere ignorato e aspetta proprio di essere considerato e vissuto: è quello che ci ha portato Gesù Cristo. A Lui dobbiamo riferirci, con lui confrontarci, su di lui modellarci per divenire giusti dinnanzi a Dio. Bellissima scena, quella del vangelo,  perché rispecchia veramente come è la nostra vita: siamo in  un sistema come tutti gli altri: subiamo influenze, obbediamo a delle autorità a delle leggi, ma Giovanni annuncia che  Dio, attraverso suo Figlio, viene a giudicare questo sistema umano. E come è già potente ed efficace la sua voce. Come riesce a penetrare nella nostra coscienza e non lasciarla  dormire, ma a farla diventare la regina della nostra vita.

“ Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore”. Giovanni sa benissimo di essere un nulla, non dice:”Io sono Giovanni”, ma “Io sono una voce”. Non ascoltate me ma Colui che parla attraverso di me, la Parola che è all’origine di tutto il mondo; io sono solo un altoparlante, una eco di quella voce che vi conviene ascoltare e parlo, affinché nel deserto capiti qualcosa.  Il vero deserto di cui parla Giovanni, non è tanto quello fisico, fatto di sabbia, ma è il mondo quando è senza Dio, il deserto, cioè il silenzio ed il vuoto che dobbiamo fare in noi per essere capaci di ascoltare Dio, al di sopra di tutti i rumori del mondo, deserto che ci purifica e ci apre a Dio. Chissà se noi di questa civiltà così rumorosa e piena di cianfrusaglie inutili, sappiamo ancora trovare un momento di deserto in cui riusciamo ad ascoltare questa voce che viene da Dio. Sappiamo accogliere così tutti i giorni la parola di Dio? Ascoltare col cuore, prima ancora di leggere il vangelo ed ascoltarlo con le orecchie.

E tu, discepolo di Gesù, trovi il tempo per metterti in ascolto di Dio? Perché se non lo cerchi fai peccato, prima di accusarti di non essere paziente, puro e caritatevole, comincia a dire che non hai voglia  di ascoltare la parola di Dio in cui dici di credere. Questo è un discorso onesto!. Non siamo forse tutti vittime del potere dell’informazione, del chiasso dei mass-media, della gente che parla, di tutte queste cose che invadono le nostre orecchie e il cervello? Non è facile difendersi da questo tumore assordante. Ma chi ci impedisce di fare silenzio, se lo vogliamo, di spegnere un televisore che ci assorda, di chiudere un giornale che ci attrae? Nessuno! Chi ci impedisce di fare silenzio nel cuore? Eviteremo così il grande peccato, che forse abbiamo mai confessato, di aver dimenticato che c’è un Voce, una Parola che vuol farsi ascoltare da noi, ma noi sovente facciamo finta di non sentirla!

Si parla oggi tanto di vocazione, cioè di una voce divina che  chiama e dice: ”Seguimi!” Ma questi ragazzi e ragazze hanno tra loro e Dio un muro troppo spesso, un muro fatto di  rumore, fatto di distrazioni, di inviti al male, di falso progresso, di falsa libertà, di pessime testimonianze degli adulti e incentivi al male. E come possono allora ascoltare quella voce, anzi qualsiasi voce di bene, dei valori, della coscienza? E la Parola di Dio, certo non può farsi sentire!

Eppure le promesse di Dio sono stupende:1 lettura:” Dio ha stabilito di spianare ogni alta montagna, di colmare le valli e spianare la terra”, simboli molto trasparenti: la fame morale di bene e di giustizia, i disastri spirituali sono i burroni da riempire; le superbie che distruggono, l’arroganza spaventosa, i poteri egoistici sono i colli e le montagne da spianare.

Dio viene per questo: Tu che soffri perché non ti senti buono, perché sei in mezzo a gente non buona, perchè gli altri ti umiliano, perché tu ti senti attratto dal male, lascia che Dio venga a dirti oggi la sua parola; lascia che te la suggerisca tutti i giorni in questo tempo di Avvento e della tua vita, e tu abbi la saggezza di metterti in ascolto. Allora le stupende parole del profeta diventano realistiche:”Deponi la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti della gloria di Dio…”Lascia che Dio ti consoli, che ti avvolga  della sua giustizia, della sua pietà e della sua pace, lascia che Dio ti prenda tra le sue braccia misericordiose.

E noi che siamo già nella Nuova Alleanza, noi che crediamo in Gesù Cristo, sentiamo Gesù stesso che ci dice:”Venite a me, voi che siete affaticati, che avete fame e sete di giustizia ed io vi ristorerò”. Impariamo a distinguere sempre meglio ciò che è buono, ad essere più giusti, più integri per il giorno del Signore. Allora coraggio, e cerchiamo nella nostra coscienza, che è il libro di Dio, l’altoparlante di Dio il modo e la forza per essere più giusti e migliori. Tornando a casa e alla vita quotidiana è proprio lì che dobbiamo cercare di essere più giusti, migliori nell‘amore e più santi, perché si veda che noi vogliamo ascoltare Dio e lasciargli lo spazio nella nostra vita. Non c’è augurio migliore di questo che possiamo farci oggi!.                                                           

   Ed è l’augurio e la preghiera che ci fa oggi San Paolo:”Prego.. perchè possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono solo per mezzo di Gesù Cristo”.

PREGHIERA

Signore Gesù, in questi tempi difficili, turbati da tante cose, abbiamo bisogno di sapere se siamo abbandonati a noi stessi o ci sei ancora Tu che vuol salvarci. Ciascuno di noi è come un deserto in attesa che risuoni la tua voce, un colle in attesa di essere spianato, un fossato in attesa di essere colmato, un sentiero troppo storto in attesa di essere raddrizzato. C’ è troppa gente che grida cose assurde e pazze, che ci guarda con irritante compassione, troppe voci che non ci fanno sentire la Tua. Vieni Tu a realizzare la nostra salvezza, per tutti quelli che  dubitano di te, per quelli che non sanno sperare in te, per quelli che non sperano più in te perché non hanno ancora potuto incontrarti ed ascoltare la Tua voce. Possa, ciascuno di noi, che si dice  tuo discepolo, essere una voce che grida la speranza, la gioia di ascoltarti ed essere per gli altri quella voce forte e vibrante come quella di Giovanni Battista. Fa’ che tutti gli uomini, anche per mezzo nostro, possano vedere, sentire e realizzare quel meraviglioso progetto della salvezza che solo viene da Te.



II Domenica di Avvento (Anno C)

Preparate le vie del Signore

Sono tante le voci che oggi si alzano e chiedono un cambiamento di vita. Avvertiamo tutti che sono troppi i motivi che danno profonda tristezza mettono in discussione la stessa sopravvivenza del pianeta, ma, quello che più addolora, si ha come l'impressione di essere caduti in un turbine di disordini morali che, non solo sembra abbiano la pretesa di oscurare la
presenza del Padre, come se Dio fosse un impedimento alla vita, ma, quello che è peggio,
oscurano la bellezza dell'uomo.
È ora davvero che tutti ci mettiamo in ascolto della Parola del Signore e viviamo questo tempo prezioso di Avvento nell'atteggiamento dì chi intende ridare fiato alla speranza della novità di vita che Gesù dona a chi Lo cerca o L'attende con buona volontà.
La via del rinnovamento ce la indica proprio oggi il Vangelo di Luca: "Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea e Filippo, suo fratello, tetrarca della Iturèa, della Traconitide e Lisània, tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la Parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: Voce di uno che grida nel deserto, preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio" (Lc 3, 1-6).
Luca presenta con solennità il grande evento dell'ingresso di Dio nella storia dell'uomo: una storia che non si ferma ai tempi di Giovanni Battista, ma che è un 'oggi' , e quindi tocca ciascuno di noi.
A leggere la storia che viviamo - anche se in modi diversi - sembra proprio che quel 'preparate la via del Signore sia sempre di grande attualità. Possono infatti cambiare i modelli che l'uomo si dà nel tempo, a volte segnati da grande ottimismo, altre, e più spesso, da tragico pessimismo, ma la nostra relazione con Dio, e quindi l'accettazione del Suo amore, il convertirsi a Lui, davvero è un problema che riguarda tutti e ciascuno.
Potremmo infatti chiederci oggi: 'Davvero per noi il Natale di Gesù, e quindi di Dio tra di noi, che si veste dei nostri 'panni', entra nella nostra esistenza, come sola felicità, o, come avverte il Battista, dal deserto, luogo del silenzio e del dialogo con Dio, ci trova freddi, indifferenti, superficiali?'.
Vi confesso che visitando tante comunità, incontro sì tanta indifferenza, ma, per grazia di Dio, vedo 'segni' confortanti di tanti, ma tanti, che vorrebbero un cambiamento radicale di questo tempo, che non cessa di stupirci, da un lato per i tanti doni che Dio ci offre con la tecnica e il progresso, ma anche con l'impressione che proprio questi beni sono una 'invasione dell'uomo intero e lasciano un vuoto che favorisce tanta tristezza, oltre che tanti sintomi di
preoccupazione.
È davvero il momento, questo, di farci prendere il cuore dalla certezza che Dio ha 'a cuore' la nostra storia, quella personale e quella di tutti, e cerca di farsi strada... come fece con Adamo ed Eva, dopo che questi gli avevano voltato le spalle e si erano trovati 'nudi'.
Quell'accorato grido di Dio - "Uomo dove sei?" - è il grido che va ascoltato, perché è il grido dell'amore del Padre che ci cerca.
Questo, carissimi, è proprio il tempo in cui si deve avere la forza interiore, che è già dono dello Spirito, e domandarsi se c'è spazio per Dio e 'cosa' impedisce a che Lui si faccia vicino.
S. Giovanni Battista in qualche modo ci offre una mappa degli ostacoli che sono dentro di noi:
 'raddrizzare i sentieri, ossia quali sono le vie della nostra vita e quali sono le strade sbagliate che determinano le nostre scelte; 'ogni burrone sia riempito, ogni monte e colle sia
abbassato, i passi tortuosi siano diritti, i luoghi impervi spianati'
.

 Purtroppo a volte siamo noi a costruire monti e colline, che impediscono la visione di Dio, così come frenano i nostri passi o li fanno volgere in direzioni opposte a quella della felicità, dono di Dio.Siamo disposti a 'spianare la via' a Gesù che viene?
Ricordo sempre quel caro amico che, una volta, sapendo del mio amore grande per i poveri, mi
mandò un assegno di 365mila lire: 'Non mi dica grazie - mi scrisse - mi sento soffocare dal benessere che, se da una parte pare sia la sola ricerca che rincorro, dall'altra, a volte, mi soffoca, togliendomi il necessario dello spirito. Questo che dono è solo un piccolo graffio e spero di riuscire lentamente a togliermi di dosso questa mancanza di respiro, percorrendo le vie della libertà dello spirito, per aprire le porte alla gioia, che sono certo è fare posto a Dio'.
E così avvenne.
Questo momento di gioia, di aprire le porte a Dio, così, oggi, lo descrive il profeta Baruc: "Deponi, Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione. Rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno, perché Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo. Sarai chiamata da Dio per sempre: 'Pace nella giustizia e gloria della pietà'. Sorgi, o Gerusalemme, e sta in piedi sull'altura e guarda verso oriente: vedi i tuoi figli riuniti da occidente a oriente, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici: ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha stabilito di spianare ogni alta montagna e le rupi secolari, di colmare le valli e di spianare la terra, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio. Anche le selve e ogni albero odoroso faranno ombra ad Israele per comando di Dio. Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla Sua gloria con la misericordia e la giustizia, che vengono da Lui"
(Baruc, 5, 1-9).
Pare impossibile che Dio mostri interesse e amore per ciascuno di noi.
E se è così per te, per me, per tutti, viene subito da chiederci: 'Come mai questo incredibile amore, a volte, pare non interessi, come non ne avessimo bisogno o, come alcuni affermano, come non esistesse?' .
Come ci spieghiamo allora la vita dei santi di ogni tempo, anche oggi, che, invece, di questo Amore e Presenza vivono, e ce lo mostrano sul volto e sono felici, sereni: una serenità che svilisce e offusca l'apparente nostra gioia, fino a metterla in discussione?
Com'è possibile che ci lasciamo affascinare dalle 'mille luci del mondo' che, per Natale, 'a suo
modo', prepara la 'sua via': quella del consumo, uno dei tanti effimeri che, dopo un breve sorriso, lasciano la bocca amara, ma tanto amara? Facciamoci senza timore scuotere dall'amore di Gesù, che sta venendo e cerca il Suo posto nella nostra vita.
Vorrei mettere sulle nostre labbra, come un sospiro, la preghiera del pagliaccio: "Signore, sono un fallito, però ti amo. Ti amo terribilmente, pazzescamente, che è l'unica maniera che ho di amare, perché sono un pagliaccio. Sono vari anni che sto nelle tue mani e verrà il giorno che verrò da Te, perché Tu dal primo istante sei venuto da me. La mia bisaccia è vuota, i miei fiori appassiti e scoloriti. Solo il mio cuore è intatto. Mi spaventa la mia povertà, mi consola la Tua
tenerezza. Sono davanti a Te come una brocca rotta e se Tu vuoi, però, con questa creta puoi farne un'altra come ti piace. Signore, accetta la mia offerta. La mia vita è come un flauto pieno di buchi. Ma Tu prendila nelle Tue divine mani. E che la Tua musica passi attraverso me e sollevi, da pagliaccio che ama, i miei fratelli e sia per loro come un ritmo che accompagni il
loro cammino: allegria semplice dei Tuoi e loro passi".

Antonio Riboldi - Vescovo -
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