Santi Pietro e Paolo. 29/6/2008 Mt. 16, 13 – 19

Due storie di un unico appassionato Amore


Liturgia penitenziale

Signore Gesù, tu che a Pietro pentito hai restituito la tua amicizia ed il tuo amore: Signore pietà

Cristo Gesù, Tu che hai fatto cadere da cavallo Saulo, aiutaci a distaccarci da tutti i nostri peccati: Cristo pietà

Signore Gesù, tu che ami l’uomo al di là di ogni sua speranza: Signore pietà



Grande festa per tutta la Chiesa universale, perché proprio con queste due persone Gesù ha voluto dare inizio storico al cammino della salvezza affidato alla Chiesa. Sono i nostri eroi iniziali perché ci rassicurano che la base della Chiesa ha solidi fondamenti.

Con Pietro Gesù ci ha fatto capire che la Chiesa è incrollabile:”Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”; e con Paolo noi siamo un popolo traboccante di verità e di missione.

Pietro è colui che ha risposto alla domanda di Gesù:”Voi chi dite che io sia”, e illuminato dal Padre ha riconosciuto il Cristo, il Messia. E da allora, malgrado fragilità e debolezze ha iniziato il cammino della chiesa che continua rispondere alla stessa domanda””Tu sei il Cristo, il figlio di Dio vivo” E’ colui che conferma da 2000 anni la Chiesa nella fede incrollabile.

Pietro rivive così nei suoi successori, e Benedetto XVI ne è il 265°.; essi non sono stati tutti santi, certi hanno tradito il Vangelo e scandalizzato il Popolo di Dio, ma quando era il momento di difendere la fede, come Pietro, hanno saputo farlo, tutti. Molti poi hanno seguito Pietro nella testimonianza ultima, morendo per i vangelo. Moltissimi sono stati forti e dolci santi. E’ la storia degli uomini chiamati a formare la Chiesa. Ed è ancora oggi una dura realtà!

Se non ci limitassimo al sentito dire, ma andassimo a cercare i numeri dei cristiani perseguitati nel mondo, rimarremmo sorpresi: "In generale dai 200 ai 250 milioni di cristiani sono oggi perseguitati a causa della loro fede in Cristo e altri 400 milioni subiscono restrizioni non piccole della loro libertà religiosa. All’interno di questa immensa cristianità perseguitata, che in Occidente non fa più notizia, si calcola che ogni anno perdano la vita in conseguenza delle persecuzioni circa 160.000 persone. Sono trascorsi duemila anni, eppure l’esperienza di Pietro, di Paolo e di tanti altri perseguitati e martiri, si ripete. E’ strano, comunque, che le persecuzioni riguardino uomini e donne, seguaci di Cristo, che nella sua vita non ha fatto altro che annunciare l’amore.

Chi può aver paura dell’amore?

Ma la Chiesa continua a stare salda sulla roccia, perché così Gesù ha promesso, voluto e attuato.

Poi c’è Paolo. Anche lui in modo anche più drammatico ha incarnato il tipo eccellente e permanente del discepolo, quello che può dire con sincerità:”Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede!”

Ha del prodigioso il suo amore per Gesù e l’ansia di farlo conoscere, credere e amare come il Salvatore.

Andare ad evangelizzare; proclamare il messaggio di Gesù affinché potessero sentirlo tutte le orecchie del mondo, correre dappertutto senza fermarsi, superando fatiche, prigionie, percosse, pericoli, digiuni, freddo e nudità, fino al martirio. Una impressionante storia di fuoco che nessuno ha potuto spegnere, perché è Dio che lo alimenta.

Per cui è diventato il modello dell’apostolo dicendo e scrivendo su Gesù cose meravigliose che ancor oggi la Chiesa continua a meditare, ed è stato anche umile creatore di comunità ferventi.

Ambedue hanno amato Gesù appassionatamente; due vite perdutamente dedicate, capaci di vivere soltanto in quel:”Signore, tu lo sai che ti amo”che Pietro disse, ed ambedue realizzarono splendidamente; ed è la prima cosa elementare ma essenziale che noi dobbiamo imparare.

Gesù è il Signore da amare” ci dicono tutti e due.

Due storie d’amore da cui è nata la Chiesa e che continua ancora oggi ad illuminare i secoli.

Sull’ esempio di queste due colonne, noi cristiani siamo chiamati ad essere pietre vive nella Chiesa, nella solidità e fermezza della fede, ma anche nella capacità di diffondere e difendere la verità del vangelo. La Chiesa sarà sempre più bella e radiosa, se si stabilirà sulla terra questo regno di pace, di luce e di giustizia che Cristo ha avuto la missione di fondare.

Oggi non basta più il catechismo imparato da bambini, dire solo Credo, ma ci vuole l’adesione della vita. Ecco la missione unica e oggi necessaria: come Pietro nella sicurezza e decisione;come Paolo in modo aperto e generoso, siamo chiamati a rispondere con la vita alla domanda:”Chi è Gesù per me?” Dobbiamo dimostrare con le nostre scelte, con le nostre convinzioni, facendo vedere che Gesù è per me davvero;Via, Verità e Vita.

Oggi nel mondo manca l’entusiasmo della fede, tanti cristiani trascinano i piedi dietro a Gesù, per molti Gesù è ancor meno di Vasco Rossi, di un calciatore famoso o di un leader politico.

La vita non è ciò che dice la gente, ma ciò che io vivo e amo nella vita.

E Gesù non è ciò che dicono i giornali o la gente comune, ma quello che io dico e vivo di lui, in una vita dove tutto è scritto in lettere d’amore e di dolore, le uniche che non ingannano.

Le lezione è sempre forte e per questo efficace. Noi cristiani siamo chiamati oggi non a “ricordare” in qualche modo gli apostoli, Pietro e Paolo, né soltanto ad invocarli, ma piuttosto imitarli nel loro cammino per imparare sempre meglio cosa vuol dire essere discepoli del Signore.


PREGHIERA

O Signore, oggi abbiamo capito che la nostra fede non si esaurisce in un rapporto privato con Te, ma si esprime e viene edificata nella dimensione comunitaria, nella Chiesa, in cui risuona l’eco della tua chiamata divina e della parola di Gesù. Tu ci hai donato la Chiesa come guida del nostro cammino spirituale. E nell’unità con i fratelli noi scopriamo la bellezza dell’essere fratelli, figli di uno stesso Padre che ci ama e che ha posto Pietro a capo della compagnia dei credenti e Paolo come esempio di come deve essere un tuo discepolo. Ci siamo trovati qui per raccoglierci in preghiera, per incontrare te, nostro padre, ma godiamo anche di questo momento di incontro fraterno, nel quale possiamo sperimentare la comunione e la gioia dell’essere Chiesa, abitata incessantemente dalla tua presenza che è in mezzo a noi.

O Padre, tu sai come siamo attaccati alle nostre cose, ai nostri progetti, al nostro individualismo. Dacci una fede autentica e sincera, affinché sappiamo edificare la tua Chiesa, vivendo da fratelli, nell’obbedienza alla tua volontà e nella logica del tuo amore.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.