Anno A - 33 domenica ordinariaMt. 25, 14-30

Responsabilità del cristiano

Liturgia penitenziale

Signore Gesù, tu ci vuoi veri discepoli, perdonaci allora quando non prendiamo sul serio le tue parole. Signore pietà

Cristo Gesù, che verrai alla fine dei tempi e ci chiederai conto dei doni che ci hai affidato. Cristo pietà

Signore Gesù, tu ci vuoi costruttori del tuo regno, perdona quando abbiamo offeso, scandalizzato, danneggiato gli altri Signore pietà


Gesù raccontò la parabola dei talenti a Gerusalemme, dopo essere entrato trionfalmente tra le acclamazioni della gente che agitava i rami d’ulivo e di palma. I suoi discepoli pensavano che fosse l’occasione buona per un colpo di stato. Gesù avrebbe potuto prendere il potere, invece con questa parabola annunciò che non aveva nessuna intenzione di diventare il capo politico della nazione. E, attraverso la parabola egli racconta che sarebbe”partito per un viaggio”, da cui sarebbe ritornato “dopo molto tempo”. Durante il tempo della sua assenza, ognuno avrebbe dovuto vivere la sua vita, (far fruttificare i propri talenti), secondo i suoi insegnamenti, rendendo conto a Lui alla fine, delle proprie scelte.

La parabola di oggi tocca uno dei sentimenti più radicati in noi, esaltante ed inquietante nello stesso tempo:la responsabilità.

L’animale non è responsabile, l’uomo sì; l’uomo maturo è colui che è capace di prendersi tutte le sue responsabilità. A nessuno piace sentirsi dire che è un irrresponsabile. La stessa giustizia umana va sempre alla ricerca dei responsabili di un furto, un delitto, una cattiva azione, per fare giustizia e dare il meritato castigo.

Dice la Bibbia che “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza”, che in fondo vuol dire, capace di volere e di intendere e quindi responsabile delle sue azioni, ma attenzione, non soltanto responsabile verso i suoi simili, anche questo, ma specialmente capace di rispondere della sua vita e delle sue azioni sempre e del tutto a Dio che l’ha creato.

1 - La responsabilità verso Dio allora è la radice di tutta la nostra più giusta e profonda moralità.

Sta il fatto che la nostra risposta fondamentale, da cui dipende il nostro successo ultimo è quella che tutti stiamo preparandoci a dare un giorno a Dio e a Dio solo!

Non per nulla Gesù ci invita ad essere vigilanti, attenti a vivere come uomini e donne che devono poi un giorno comparire davanti a Dio non come dei fannulloni, che significa”gente inutile che non serve a nulla” e di cui Dio non saprà che farsene e che quindi non potrà accogliere.

Qui Gesù parla chiaro, l’avvertimento è evangelico:”vi è un Regno da meritare preparandolo e costruendolo qui in terra; ciascuno di noi è abilitato a cooperare a tale impresa in misura diversa. E nessuno è autorizzato a dire”facciano altri al mio posto”.

Eppure quanti cristiani non si sentono affatto responsabili dei doni che Dio ci ha dato: il battesimo, la fede, la parola di Dio, il perdono dei peccati, la missione. Non è raro sentirsi dire:”C’è già mia moglie, mia madre, mio zio prete che pregano per me, che vanno a Messa per me”.

2 – C’è anche la responsabilità verso gli altri, ciascuno secondo il suo stato.

Gesù non è che ci invita ad essere responsabili ed operosi solo per l’altra vita, ma abbiamo tutti anche delle responsabilità già qui in terra, verso la famiglia, i figli, i genitori. Verso gli altri cittadini abbiamo il dovere della giustizia, dell’onestà, così pure, il rispetto verso le cose degli altri.

Verso la parrocchia, i parrocchiani, gli impegni parrocchiali che lasciamo volentieri agli altri.

Spero che ci siamo accorti tutti, quanta poca responsabilità ci sia in giro, a cominciare dai nostri governanti, a tanti adulti, giovani e ragazzi. Non c’è più rispetto per gli altri, la roba degli altri, per le leggi e le regole della buona convivenza civile, l’educazione è una parola dimenticata. Quanti ritengono che la vita stessa sia una proprietà loro, da spendere come vogliono e di cui non devono rendere conto a nessuno.

Penso a tante famiglie dove l’unico scopo è mettere in risalto talenti solo materiali nei piccoli, educandoli a preoccuparsi solo del corpo, alla bellezza o forza fisica per apparire, come se tutto questo, e solo questo, fosse la ragione vera della vita.

Il Regno di Dio non è solo una faccenda dei preti, suore, qualche bigotta. Ormai è troppo estesa questa mentalità che i talenti che Dio ci ha dato per il Regno, vita, intelligenza, salute, amore, giustizia, siano da spendere solo per la vita terrena, come uno vuole..

E trafficare i nostri talenti bisogna farlo nel modo giusto, come Gesù ci ha insegnato con le parole e la sua vita. E’ una parabola che ci chiede: “Cosa vuole Dio da me? Perché mi ha chiamato alla vita? e quale deve essere quindi il giusto indirizzo da dare?”

Occorre, pregare e avere coscienza dei talenti che ci sono stati affidati per favorire lo sviluppo del bene comune, della felicità dei fratelli.

I talenti che Dio ha dato a me e a ciascuno di voi, anche se con diversità, se impiegati, davvero sarebbero quel “mondo di bene”, capace di dare un volto divino alla realtà in cui viviamo.

Tutta la nostra vita, con tutto quello che comprende, è un tempo datoci da Dio, nel quale fare fruttificare i nostri talenti, le nostra capacità e di cui renderemo conto a Dio un giorno.

Ricordiamoci però che nessuna vita è una totale riuscita o un totale fallimento; ogni giorno mescoliamo nel nostro cuore, bene e male, coraggio e vigliaccheria.

Si tratta di un lavoro che deve essere fatto con amore per amore, verso Dio e gli altri, e bisogna insegnare ai bambini fin da piccoli che abbiamo le nostre responsabilità e doveri verso Dio e gli altri. Ricordiamolo che il Regno di Dio lo costruisce solo chi ama, perché ama e nella misura in cui ama. Solo chi non conosce l'amore assomiglia al servo del Vangelo, che, per non andare incontro ad un giudizio severo di Dio, nasconde sotto terra il talento avuto.

Gesù sa benissimo che ogni persona deve faticare. Costa assumersi delle responsabilità!

A ogni cristiano Dio ha affidato il compito di rendere il mondo più buono, più bello, più giusto, e il mondo non è mai andato avanti da solo, è stato sempre spinto avanti dagli uomini migliori.

La storia dei santi e di tanta gente onesta, sincera e responsabile ce lo insegna.

Noi cristiani “non dobbiamo dormire come gli altri, ma restare svegli ed essere sobrii”,ci ricorda S. Paolo nella 2 lettura.

Noi dobbiamo vivere il tempo di Dio, cioè come Lui ce lo chiede, secondo i suoi disegni d’amore e non come vuole il mondo, la gente, quelli che davanti a Dio sono fannulloni, cioè non costruiscono la loro vita secondo Dio, ma secondo la moda o le richieste del mondo..

E noi siamo gente che si sente responsabile verso Dio o solo verso gli uomini o verso nessuno?

Cerchiamo di non lasciarci prendere dalla frenesia delle cose del mondo che ci distolgono dalla nostra responsabilità verso Dio ed essere per Lui degli irresponsabili..

Per fortuna abbiamo attorno a noi moltissimi fratelli e sorelle che vivono da “servi buoni e fedeli” a cui Dio dirà:”Prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Imitiamoli!

I Santi ci confortano immensamente, anzi ci spronano a non sciupare nulla di tutto ciò che di bello e buono siamo in grado di fare per il Regno di Dio. Diciamo anche noi con S. Agostino:”Se questi e quelli ce l’hanno fatta, perché non posso farcela anch’io?”


PREGHIERA

O Signore Dio, ciò che io sono, ciò che io possiedo, l’ho ricevuto da te.

Tu mi hai trasmesso doni, qualità e carismi diversi, perché io me ne serva e mi realizzi in questa vita, anzi mi hai fatto addirittura a tua immagine e somiglianza.

Desidero sviluppare in bene le mie qualità di mente, di cuore e di spirito, perché esse non siano sterili, come il talento sotterrato.

So che, quando Gesù tornerà, dovrò rendere conto di tutto.

Lui non mi giudicherà sulla quantità e sulla grandezza dei talenti ricevuti, ma sulla mia fedeltà, sui miei sforzi, sul mio amore sulla mia somiglianza a Te.

Tu sai quanto siamo deboli, incostanti e irresponsabili; donaci il tuo aiuto costante e paterno, perché noi desideriamo sempre di più realizzare i tuoi progetti meravigliosi che hai su ciascuno di noi, per la tua gloria e il bene dell’umanità.