ANNO A – 28 DOMENICA ORDINARIA Mt. 22, 2 -14

Il banchetto di nozze e l’abito nuziale


Liturgia penitenziale

Signore,troppe volte abbiamo calpestato la dignità degli altri con i nostri pregiudizi, la nostra autosufficenza; liberaci dalle false sicurezze che ci impediscono di sedere un giorno alla tua mensa. abbi pietà di noi

Cristo Gesù, troppe volte abbiamo voltato il cuore e le spalle a chi in tuo nome ci invitava alla conversione. Liberaci dalla convinzione di essere sempre a posto davanti a te. abbi pietà di noi

Signore, troppe volte abbiamo agito come se tu non ci fossi, o come se, alla fine dei giorni tu non ci giudicassi; liberaci dall’egoismo che crea pensieri e morte: abbi pietà di noi.


Un burlone mi diceva una volta:” se vuol avere più gente a Messa, prepari un bel pranzo e poi vedrà quanta gente verrà”.

Ebbene, oggi il Signore ci propone proprio la parabola degli invitati a nozze del figlio di un re.

Nella bibbia sovente Dio fa questo invito.

1 lettura: Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande per tutti i popoli”

Io vi confesso che, mentre mi accingo a capire con voi il significato della parabola di Gesù, dell’invito a pranzo, ho tanta paura che qualcuno di voi mi stia ascoltando o leggendo, come si ascoltano o si leggono le pubblicità alla TV o sui giornali.

Per troppa gente oggi il Vangelo non è più “Il Vangelo”, cioè la parola di Dio, quindi verità assoluta, ma roba che si può credere o non, a seconda se mi va o non mi va.

Invece vorrei con voi fare un grande atto di fede sulla Parola di Dio. Dio mi parla, mi dice cose vere e cose che io voglio e devo credere se voglio essere salvo un giorno, anche se subito non riesco a capirle e poi, specialmente, se è difficile viverle.

Le letture oggi ci parlano di questo grande “progetto” che Dio ha su tutti gli uomini: invitarli ad una grande festa che non finirà mai più, nell’altra vita. Sarà poi vero? E’ Dio che lo dice!

Quindi: non sarà su questa terra, come tanti credono o sperano, perché di qua non ci vien tolta la sofferenza e la lotta, però dobbiamo incominciare a prepararci già di qua.

Peccato che troppi cristiani, non prendono sul serio questa promessa di Dio, non la capiscono e non la vogliono capire, non interessa e non si scomodano per capirla. Stiamo bene anche di qua!

Dio invece:continua inesorabilmente ad invitare tutti, da sempre, sin dal popolo ebraico; non rinuncia, non si stanca non si scoraggia, anche se tanti rifiutano il suo invito,.

Gli Israeliti non gli hanno creduto “ Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati a nozze, ma questi non vollero venire. Non se ne curarono e andarono chi ai propri affari, altri presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero”

Allora Dio chiama tutti gli altri popoli, tra cui anche noi:”.. Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.”

Così Dio manifesta la sua impazienza, il desiderio che tutti partecipino della sua gioia!

Ma la parabola continua dicendo che non basta far parte della chiesa per essere sicuri della propria salvezza: occorre l’abito nuziale che consiste nella conversione, nel diventare creatura nuova, nel pentirsi del male commesso, nel desiderio di vivere secondo Dio, avere una volontà seria e decisa di amare Dio e i fratelli

E questo vestito dobbiamo già iniziare a confezionarcelo di qua.

E possiamo, con un po’ di fantasia capire quando e in che modo possiamo confezionarcelo.

La stoffa. Dio ce la dà nel battesimo e poi ogni volta che preghiamo, riceviamo i vari sacramenti.

Le misure: le prendiamo ogni volta che ci confrontiamo con Dio, con i Santi, con il Vangelo e facciamo gli esami di coscienza, per verificare a che punto siamo nella vita cristiana.

Tagliamo la stoffa: Ogni volta che rinunciamo al male, dominiamo i nostri istinti, accettiamo le croci e difficoltà per vivere sempre meglio la volontà di Dio.

Imbastiamo il vestito: ogni volta che facciamo dei seri programmi di vita cristiana, propositi di conversione e di voler rassomigliare a Gesù ed ai Santi.

Proviamo e verifichiamo il vestito: ogni volta che ci confessiamo, facciamo una revisione di vita, ci confrontiamo con la parola di Dio, imitiamo l’esempio di Gesù.

Lo indossiamo: quando testimoniamo con la vita la nostra fede e siamo di esempio agli altri.

Questo vestito si può rovinare, strappare, consumare, però Dio ci dona sempre stoffa nuova ogni volta che gliela chiediamo con umiltà e sincerità.

Di là, poi, avremo delle sorprese: ci sarà chi si presenterà davanti a Dio:

ma non ha mai iniziato a farsi questo vestito

ha solamente tagliato la stoffa

l’ha appena imbastita

ha rovinato il vestito e non l’ha più rifatto.

Mentre ci sarà chi: avrà un vestito, bello, splendido, chi l’ha fatto negli ultimi tempi o istanti della sua vita, oppure avrà un vestito fatto direttamente da Dio: bambini, handicappati.

Se riusciamo a identificarci in coloro che hanno risposto positivamente all'invito di nozze, allora ascoltiamo ancora un ultimo insegnamento che ci offre il Signore Gesù, affinché non ci capiti che, dopo essere entrati, veniamo gettati «fuori nelle tenebre». Non basta accogliere l'invito, essersi umili e aver riconosciuto una volta la propria pochezza e povertà: è necessario mantenere pulita e candida quella veste nuziale della salvezza ricevuta il giorno del Battesimo. Non ci è permesso entrare al banchetto con la veste sporca: significherebbe disprezzare l'ospitante, non dare importanza alla festa.

E adesso alcune precisazioni:

Se noi siamo qui a Messa, è perché abbiamo risposto all'invito del Signore.

Dobbiamo però capire e vivere ciò che stiamo celebrando. È compito di ciascuno rendere eucaristica la propria vita. Come? Costruendoci giorno per giorno l’abito nuziale dell’uomo risorto che si fa fratello di ogni uomo e annunciatore del Signore con tutte le conseguenze.

Presentiamoci sempre a questo banchetto eucaristico con l’abito di nozze che il perdono del Signore ci rimette sempre a nuovo e cerchiamo di non sciuparlo in questa settimana, perché un giorno il Signore ce lo chiederà e…beati noi se l’avremo…ben in ordine..



PREGHIERA

Ti ringraziamo, o Padre, con tutti i poveri della terra, perché ci hai riservato un posto di onore nella tua vita e alla mensa eucaristica del tuo regno, aperta a tutti, dove il Corpo di Cristo è il pane della nostra famiglia.

Sii benedetto, Signore, per Gesù Cristo tuo Figlio, che è lo sposo delle tue nozze con l’umanità e la Chiesa.

Liberaci dalla follia di rifiutare il tuo invito, con le ridicole scuse della nostra miope pigrizia e indifferenza. Rivestici Tu stesso della veste nuziale che ci hai offerto nel nostro Battesimo, rimettila a nuovo se l’abbiamo sciupata o distrutta, e attraverso il tuo Spirito, rendici sempre più degni di sederci un giorno alla tua mensa per sempre, con Te e tutti i nostri parenti ed amici. Amen