Anno A – Domenica 20 del tempo ordinario 2005 Mt. 15, 21- 28

IL NOSTRO DIO E’ IL PADRE DI TUTTI

Liturgia penitenziale

Signore Gesù, tu ci vuoi sensibili alle necessità degli altri e noi troppo sovente facciamo finta di non vederle:Signore pietà

Cristo Gesù: tu vuoi che ci sentiamo tra noi vicini come fratelli e noi consideriamo gli altri come estranei: Cristo pietà

Signore Gesù: tu consideri fatto a te ciò che facciamo al nostro prossimo, ma noi non vediamo in loro il tuo volto: Signore pietà



Nei suoi vari viaggi e spostamenti, sovente Gesù va “ all’estero”, cioè sconfina nei paesi vicini che non sono di religione ebraica, e quindi si trova di fronte a gente di religione e costumi diversi che, tuttavia, conoscendo già per fama Gesù, chiede guarigioni, come in questo caso.

Al sentire come reagisce e risponde Gesù c’è da rimanere un po’ sconcertati. Sembra una risposta da maleducati, scorbutica e non proprio attinente al modo normale di comportarsi di Gesù.

Ma anche questa volta Gesù, da vero Maestro, vuol condurre discepoli e presenti a capire certe verità, sconosciute o dimenticate dalla gente. Questa volta la lezione che Gesù vuol dare a tutti è fondamentale. Tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio perché sono suoi figli.

Questo, la Bibbia l’ha sempre detto e ripetuto.

1 lettura.:” Il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”.

S. Paolo nella 2 lettura:” Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia”.

Per questo la nostra chiesa si chiama cattolica, cioè universale, perché Gesù è venuto a chiamare tutti i popoli alla salvezza. Scaturisce subito una meravigliosa conseguenza:

Tutti gli uomini possono allora arrivare alla vera fede, alla Salvezza.

Verità che erano diventate sconosciute e non accettate dagli ebrei, mentre per la nostra religione cattolica sono fondamentali, consolanti e impegnative.

Ma poiché Gesù concede miracoli solo ha chi ha veramente fede, allora vuole condurre anche questa povera donna a credere in Lui e per questo si comporta da principio duramente con lei.

Certamente la donna è spinta verso Gesù dai suoi bisogni, non dalla fede e grida, quasi disperata, perché Egli l’aiuti, e soprattutto non si scoraggia di fronte alla freddezza iniziale di Gesù.

Vangelo: “ Non le rivolse neppure una parola”. “ Non sono stato inviato che alle pecore perdute di Israele. Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”. Parole queste che avrebbero scoraggiato chiunque, ma non la donna che insiste in maniera veramente commovente:” Ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.

E fu così che quella mamma, pur accettando umiliazioni, purifica il suo grido di disperazione che diventa allora preghiera:”Signore aiutami!”. In quel grido d'aiuto ripetuto e sincero; in quel "Signore, aiutami!" (Mt 15,25) emerge in fondo la convinzione di chi dice: "Gesù, io credo che tu sei il Signore. Io sono straniera, non ho diritti da accampare, non ho pretese da soddisfare. Tu dici d'essere il Messia, il Figlio di Dio, che salva l'uomo e sconfigge il male. Ebbene mia figlia è tormentata dal male. Tu puoi salvarla. Te ne supplico, fallo".

Riesce quindi ad avere tanta fede da strappare a Gesù una esclamazione di meraviglia ed il miracolo:”Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri!”.

Questo fa pensare che anche a noi che troppe volte trattiamo molto male chi è diverso da noi, con una mentalità esclusivistica e gretta. Quante volte si è detto:

- “Si salva solo chi è battezzato” si pensava qualche anno fa. Ma il Concilio Vaticano II ci ha ricordato con molta chiarezza e fermezza che la grazia di Dio non ha confini, che tutti sono figli di Dio.

E dire che Lincoln, il presidente degli Stati uniti, aveva già detto”Non dite mai che Dio sta dalla nostra parte, piuttosto noi dobbiamo stare dalla parte di Dio.”

Se è vero che tutti gli uomini sono chiamati a formare il “nuovo popolo di Dio inaugurato da Gesù Cristo, è anche vero che “quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della Grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire salvezza eterna.

Né la Divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a color che senza colpa da parte loro non sono ancora arrivati a una conoscenza esplicita di Dio “ (Cost Dogm.Lumen Gentium).


Fratelli, quanti uomini e donne nel mondo desiderano avere anche solo una briciola della fede che a noi è stata offerta gratis e non ce l'hanno! Quanti soffrono profondamente e si disperano perché senza la luce della fede non trovano il senso di tanto dolore, mentre noi, come ricchi insensibili, ci permettiamo forse di disprezzarli. Quale responsabilità abbiamo e di quante cose dovremmo rispondere in quel giudizio! Ricordiamoci che Dio non dimentica nessun dolore e nessuna lacrima: del cristiano e del pagano! Tutti, per un verso o per un altro, ci troviamo a volte a lottare contro il dolore o la prova, a volte durissime, che solo Dio può aiutarci a sopportare. In quelle circostanze, c’è chi si abbandona alla disperazione e non sa o non è educato alla fede della Cananèa. Ci si limita a imprecare, ma non ci si rivolge alla preghiera.

Diciamo sovente anche noi quel “Signore, aiutami”, che è la manifestazione della totale fiducia in Dio, dell’umiltà della domanda, del mettersi nelle sue mani pietose. Ed è proprio quella che tante volte manca a noi. Impariamola dalla stupenda Cananèa.


PREGHIERA

Come è difficile, Signore, guardare tutti i nostri fratelli, come li guardi Tu!

Tu sei il Padre, sei l’Amore, noi invece siamo pieni di zizzania, di cattiveria, di egoismo che ci rendono molto difficile lo sguardo di Amore verso di loro. Eppure Tu nei fai una questione di principio e di salvezza:”Amatevi come io vi ho amato”. E non ammetti scuse e discussioni. Se vogliamo un giorno stare con te, dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento verso tutti i tuoi figli, che sono quindi nostri fratelli. Dobbiamo spezzare divisioni, odi, rivalità, antipatie e metterci tanto, ma tanto Amore, quello che Tu ci doni ogni volta che te lo chiediamo e che non neghi a nessuno. A costo di perdere noi stessi, di mangiar giù dei bocconi amari, dobbiamo seguire il tuo consiglio, da Te meravigliosamente realizzato:”Non c’è amore più grande di chi da la vita per l’amico”.