ANNO A – 9 DOMENICA ORD. Mt.7,21-27

Non chiunque mi dice:Signore,Signore, entrerà nel regno dei cieli


LITURGIA PENITENZIALE

Signore Gesù, immagine dell’uomo nuovo, tu fai passare dalla morte alla vita chi ascolta la tua parola:Signore pietà

Cristo Gesù, immagine dell’uomo nuovo, tu ci salvi e difendi dal male che ci circonda:Cristo pietà

Signore Gesù, immagine dell’uomo nuovo, tu un giorno verrai a giudicare le nostre opere: Signore pietà




In un mondo in cui la fede sembra una scelta del tutto privata e secondaria:”Uno se vuole crede se no, non crede e può credere a quello che vuole”Gesù oggi ci insegna invece che ognuno si salva nella misura in cui crede, ed è giusto che noi credenti affermiamo con serietà davanti a Dio il nostro desiderio, anzi al volontà di una forte e profonda fede in Gesù Cristo.

Nelle 2 lettura S. Paolo afferma la necessità fondamentale di credere in Gesù Cristo”come strumento di espiazione per mezzo della fede nel suo sangue”.

Dobbiamo riconoscere che noi uomini abbiamo costruito una vita, così lontana da Dio, che richiede una espiazione tanto grande da rendere necessario che Dio stesso venga a versare il suo sangue. Questo ci fa capire quanto grande sia il nostro peccato: ed è proprio quello che l’uomo non vuol capire e non vuol sentirsi dire.

Noi cristiani invece diciamo a gran voce che l’umanità ha più che mai bisogno di Gesù Cristo.

Tanti dicono”Dio non c’è” perché vogliono vivere senza regole. Invece noi diciamo che Dio c’è e bisogna allora trarne le conseguenze.

Se Dio c’è Egli è il Dio che sa: il suo pensiero non è il mio, la sua volontà non è la mia, il suo giudizio sul mondo non è il mio. Se Dio c’è ed io faccio tutto il contrario del suo pensiero, volontà e giudizio, mi metto in una situazione terribile: come possiamo pretendere di fare tutto ciò che vogliamo e che Lui rimanga indifferente?

Noi mentiamo, uccidiamo, tradiamo i più sacri doveri, e tutto questo non vuol dire nulla? Si può fare o non fare la sua volontà? No,ci vuole una espiazione; ogni male esige una riparazione.

Noi crediamo in Gesù Cristo e siamo dalla sua parte, perché siamo credenti, non ci scoraggiamo perché il Signore è risorto e vogliamo accettare con grande serietà questo bisogno di espiazione. Non vogliamo che si sprechi neanche una goccia di quel sangue di Gesù Cristo. Non lasciamoci vincere dall’affanno umano, ma siamo così credenti da supplicare, pregare a far penitenza per ottenere la salvezza.

Allora comprendiamo il Vangelo:”Non chiunque mi dice:Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio”!

Non possiamo separare la fede dalle opere della fede!

Noi siamo abituati a parlare di cristiani non praticanti, cioè non solo di quelli che dicono solo a parole di credere oppure di quelli che non vivono la vita della Chiesa e non si accostano ai sacramenti..

Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica..” Quali parole,Signore? Tutte le mie parole! Gesù non concepisce una fede che non metta subito in pratica quello che Lui ci dice, perché Lui è la parola! Allora non dovremo accettare di dirci credenti se non siamo anche dei praticanti.

Sappiamo allora che cosa intenda Gesù con la parabola della casa sulla roccia e quella costruita sulla sabbia, quando vengono le piogge e i venti.

Vediamo sovente alla TV cosa capita quando arrivano gli uragani, le acque e tutto è travolto: una speranza, un affetto, gli affari, il lavoro, la casa, tutto può essere travolto da una tempesta inaspettata.. Ebbene se noi non operiamo secondo le Parole di Gesù nel nostro spirito capita quel disastro, mentre invece tutto è salvo, anzi siamo già salvati. Da che cosa? Dalla disperazione, dal senso che la vita è una tragedia, un inganno, una vicenda senza senso.

Ammettiamo che nella nostra vita la distanza è ancora tanto grande da quello che crediamo, diciamo e promettiamo al Signore,e da quello che facciamo in pratica. Anche io, sacerdote, sento questa distanza da ciò che io credo e da ciò che faccio. Questa è la nostra responsabilità, che però non ci deve far paura, Perché Gesù Cristo è nostro fratello. Egli si fida di noi; ci avverte soltanto che dobbiamo essere saggi, della sua sapienza e del suo amore. L’uomo saggio opera cristianamente, l’uomo stolto, no. E noi oggi vogliamo essere saggi, di questa saggezza di Cristo, che significa restare fedeli alla sua Parola, essere degli imitatori di Lui. Gesù è passato amando e beneficando, perdonando ed esortando:”Va, e non peccare più”, dice a coloro che hanno ricevuto il suo perdono.

E questa fede praticata deve interessare tutta la nostra vita, come progetto ed impegno, anche se faremo ancora tanti peccati per la debolezza della nostra umanità che è stata redenta, ma attende ancora e sempre di realizzare pienamente la salvezza completa.

Come sarebbe bello se ogni giorno scoprissimo tra le nostre mille faccende, quel piccolo aspetto della nostra vita in cui “praticheremo meglio” la parola!

La parola si ascolta, ma la parola di Gesù si fa! Ed è possibile a tutti, perché tutti siamo battezzati ed abbiamo ricevuto lo Spirito santo che ci aiuta a “fare la parola di Gesù”.

Diamo questa gioia al Signore. Egli si fida di noi che ha chiamato amici e fratelli e vuole un popolo che crede in Lui e che mostra la sua fede testimoniandola con le opere

Diamo a Gesù la soddisfazione di vederci facitori della sua Parola, capaci di fidarci di Lui anche quando può sembrare che costi un po’ caro. Questo è il cristiano saggio.

Chiediamo a Maria quest’arte; Lei ci ispirerà e saremo beati ogni volta che avremo potuto dire, anche nel piccolo e nel poco:”Signore, ho fatto, ho praticato la tua parola”.


PREGHIERA

Abbiamo capito ,Signore, che per far parte del tuo regno, dobbiamo agire con coerenza secondo ciò che professiamo nella nostra fede, vivendo in profondità l’incontro con te e comportandoci secondo la tua volontà. Per dimostrarti il nostro amore ci vogliono le opere, dobbiamo obbedire in tutto a te, non per timore, ma per amore.

Non sono gli atteggiamenti esteriori, non serve compiere meraviglie, parlare come profeti, fare miracoli, se non facciamo la tua volontà. “Non vi ho mai conosciuto, andate via da me, gente malvagia”.

Non possiamo pretendere di fare qualcosa di buono senza di te, perché, proprio come hai detto Tu, sarebbe come costruire la nostra casa sulla sabbia; non avrebbe senso, perché senza di Te non abbiamo stabilità.

Aiutaci tu ad essere saggi ed a costruire la nostra vita su di te che sei la nostra roccia.

Con te tutto quello che faremo avrà un senso e nulla potrà farci paura.

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