ANNO A - 4 DOMENICA ORDINARIA - Mt. 5,1-12

Le beatitudini

Liturgia penitenziale Con l’atteggiamento di chi è consapevole dei propri sbagli, con tanta umiltà invochiamo la misericordia di Dio.

Signore Gesù, ti sei fatto povero perché noi imparassimo a vincere l’egoismo: Signore pietà

Cristo Gesù, ti sei mostrato mite e misericordioso , perché imparassimo a dominare i nostri istinti alla violenza: Cristo pietà

Signore Gesù, hai sopportato la persecuzione per causa della giustizia, perché imparassimo a resistere al male: Signore pietà



Il Vangelo ci dice che Gesù”andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità”. Ormai Gesù è famoso, attira sempre più gente, ma non è la sua fama che attira, è la sua dottrina, i suoi prodigi, le sue guarigioni.:”la sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici”. Gesù si trova di fronte a questa immensa folla che cresce e che è senza dubbio entusiasta di Lui, allora un bel momento:”Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, …prendendo la parola li ammaestrava”.

C’erano anche i discepoli con lui e la folla, entusiasta; sembra che vogliano tutti farsi suoi discepoli, ma Gesù, che conosce bene l’uomo ha capito che quella gente l’ha seguito, non tanto per sentire le sue prediche, ma per ottenere la guarigione dalle malattie. Allora cerca di chiarire bene le cose,

Sa benissimo che se avesse chiesto alla folla: “Chi sono i beati e felici” , tutti gli avrebbero risposto”Siamo noi perché ci hai guarito”. Invece Gesù vuol far loro capire in cosa consista la vera felicità per chi vuole essere suo discepolo, un vero cristiano.

Allora cerca di far capire che bisogna spostare l’attenzione e la vera gioia dalle guarigioni a Colui che le ha compite. “Non sarete mai felici se non metterete praticamente al centro della vita Dio, e solo Lui”. E inizia allora il discorso della Montagna, di cui le Beatitudini sono solo l’inizio, in cui al centro di tutto c’è sempre Dio.” I puri di cuore vedranno Dio;gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio…di essi è il regno dei cieli” .. cioè Dio, la sua presenza, la sua gioia.

Voleva in fondo dire:”Vi ho guariti sì, ma non fermatevi a questo, non ingannatevi”

Certo che le Beatitudini hanno sempre meravigliato tutti, forse anche disorientano anche noi, perché sono così lontane dal modo di pensare della gente, anche se ci attraggono.

Esse, in fondo, tracciano un ritratto ideale del discepolo.

Così è benedetto da Dio e ha la promessa della felicità futura colui che ardentemente cerca di vivere la giustizia del regno (gli affamati) e che, per questo, è integro e puro (i puri). Soffrendo nel vedere che questo mondo (e lui stesso) è lontano da una simile giustizia, ha la rassicurazione che questa situazione verrà cambiata da Dio (gli afflitti). Si comporta allora con umiltà davanti a Dio e davanti agli uomini (i poveri di cuore). Pieno di dolcezza, di pazienza, preparato a sopportare tutto (i miti), si mette attivamente al servizio degli altri, evitando di giudicarli, perdonandoli, aiutandoli con i suoi beni (i misericordiosi), intromettendosi nei conflitti e nelle divisioni per riportare la pace (gli operatori di pace). E se, per questa sua condotta, è accusato di ogni sorta di misfatti e viene perseguitato, deve considerarsi beato (i perseguitati)

Per capirle bene dovremmo leggere i tre capitoli che seguono. Queste sono le pagine che dovremmo insegnare ai piccoli in famiglia; nella nostra infanzia in genere non ce le hanno fatte conoscere; impariamole almeno adesso che siamo adulti. Non vorrei essere pessimista, ma lo leggiamo troppo poco il Vangelo; spero di sbagliarmi. Leggiamo così poco il Vangelo, perché pensiamo che siano le sufficienti le prediche talvolta barbose, che non incidono molto sulla nostra vita.

Certo che tanta gente potrebbero prenderci in giro, siamo degli stolti a praticare quelle cose, secondo loro non sono quelle beatitudini che ci insegnano a vivere. Ma S. Paolo ci ricorda :”Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere coloro che si ritengono furbi e sapienti”, e ci esorta ad essere poveri ed umili davanti a Lui per non correre il rischio di non capire queste cose e di ragionare come la gente, che pensa al contrario di ciò che ci dice Gesù. E’ forte il contrasto che ci ha descritto S. Paolo, siamo poveri e incapaci, ma col nostro niente, con la preghiera, la fede nel vangelo e la sofferenza bene offerta, con la nostra testimonianza ed il nostro esempio Dio confonderà coloro che credono di essere qualcosa.

La 1 lettura ci ammonisce:”Cercate il Signore voi tutti poveri della terra che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà per trovarvi riparo nel giorno dell’ira del Signore”. Quando c’è l’ira di Dio che cosa capita? Non capitano terremoti, fulmini o disastri semplicemente Dio li lascia fare, Dio li abbandona alla loro intelligenza depravata perché hanno disprezzato le cose che Lui ha detto:”A che cosa serve Dio? Ce la caviamo bene da soli!”.

Quanta gente la pensa così!

Le beatitudini ben vissute, invece, sono la grande medicina di cui tutti abbiamo molto bisogno. Se invece ascoltiamo i sapienti e i furbi secondo il mondo, che sono numerosi, Dio allora ci lascia da soli, liberi, perché sa che attraverso le nostre infelicità e i nostri sbagli ritroveremo la strada per tornare a Lui. Non ci abbandona a noi stessi, ma ci permette di provare che cosa da soli siamo capaci di fare. Basta leggere i giornali e seguire la TV per renderci conto, come ci dice S. Paolo, quali e quanti sono i pericoli cui andiamo incontro se disprezziamo Dio e le sue parole:”quanta gente è colma di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali e senza cuore, senza misericordia”.

Non credo che esageri S. Paolo, invece è molto realistico.

Solo che questa gente non avendo fede, non comprendono che questa è la condizione di gente abbandonata alla propria intelligenza depravata.

Per fortuna nostra c’è ancora tanta gente che crede al Vangelo e dice:”Noi invece scegliamo di vivere secondo il Signore, accettiamo il discorso della montagna e andiamo avanti.”

Dobbiamo credere che se viviamo così veramente noi siamo la medicina del mondo, non rassegniamoci mai e non lasciamoci sopraffare dal male.

Queste beatitudini le possiamo vivere a casa nostra, in famiglia, al lavoro nelle situazioni più importanti, dovunque ci troviamo: sono vere regole di vita che si adattano a tutti, ricordandoci che il Signore mantiene sempre quello che promette, se noi ci impegniamo.


PREGHIAMO

Signore della vita, sono vissuto tanti anni senza capire niente delle Beatitudini e di molte altre pagine del Vangelo. Che grazia averti incontrato. Non mi spaventa più la mia debolezza, non desidero le cose che il mondo desidera, potere, ricchezza, fama, essere ai primi posti. Adesso comincio a vedere e comprendere qualche cosa di più.

Sono debole, Signore, sono anche ignobile e disprezzato dai sapienti e da chi nel mondo la sa lunga, perché credo e mi fido di te. Sei Tu la medicina che veramente risana.

Oggi vogliamo uscire di chiesa più discepoli, più animati, più entusiasti di questo Gesù, mentre gli diciamo:”Lo faremo Signore, fidati di noi”




2