ANNO A – 5 DOMENICA DI QUARESIMA Gv. 11, 1-45


GESU’ NOSTRA VITA E RISURREZIONE


Liturgia penitenziale

- Per tutte le volte che abbiamo cercato il benessere a tutti i costi, la disonestà, l’avarizia piuttosto che la giustizia e generosità verso i nostri fratelli: Signore pietà

Per i nostri dubbi, mancanze di fede e di amore verso di te, per gli scoraggiamenti e le pigrizie di fronte al prossimo che aveva bisogno di noi: Cristo pietà

- Per avere sempre parlato di amore, di pace, di altruismo e poi non eravamo disposti a cambiar vita, a pagare di persona, a lasciarci interpellare da ogni sofferenza che abbiamo incontrato: Signore pietà



I Vangeli di queste domeniche ci aiutano a fare una bella revisione di tutta la nostra vita, come dovrebbe essere. Illuminata da Gesù.

Nella 1 domenica Gesù ci ha insegnato a vincere le tentazioni: mettendo sempre Dio al primo posto. Poi ci ha parlato dell’acqua Viva che è Lui stesso che ci è data nel battesimo e quando vogliamo essere purificati. Ci ha detto che Lui è la luce del mondo, e se non ci lasciamo illuminare da Lui, rimarremo per sempre nelle tenebre, cioè lontani da Lui.

Oggi ci da la bella notizia, nel momento in cui, nel dialogo con Marta dice “Io sono la vita, dunque la risurrezione”. “Tu credi questo?” Tutto parte di lì perché se Gesù non fosse la Vita, non ci sarebbero né questa pagina né il Vangelo intero.

Anche noi possiamo dire “Crediamo che tu sei la vita” , ma per dire questo bisogna fare un cammino di fede e specialmente credere che Gesù ci vuole bene e dargli le prove concrete che anche noi gli vogliamo bene.

Gesù amava molto Lazzaro, Marta e Maria, ma ama anche molto tutti noi in modo veramente appassionato. Credere in Gesù ma non credere che ci vuole bene è come avere una fede morta che non dice nulla.

Seguiamo passo passo il Vangelo.

Signore il tuo amico è malato. E’ la preoccupazione di Dio, di Gesù: guarire l’uomo da ogni male, spirituale e fisico, anche dalla morte. Tutta la Bibbia ci assicura di questo. Oggi Gesù si trova davanti alla morte di un suo caro amico e si prepara a farlo risorgere.

Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché voi crediate. Gesù chiede al Padre questo miracolo per far conoscere a tutti quanto sia grande il suo amore per noi, figli suoi.

Il nostro amico Lazzaro si è addormentato. Gli Apostoli non capiscono ancora. Quante volte Gesù cerca di farci capire che per Lui, la vera morte non è quella materiale, ma l’altra, quella spirituale che ci allontana per sempre da Lui.

Signore se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Marta ha ancora una fede incompleta. Non crede ancora che Gesù è Dio, che Lui stesso è la Vita e la Risurrezione e che quindi Dio, nel suo Figlio è proprio lì presente, davanti a lei.

Io so qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà. Però dimostra già una grande fede che Gesù cercherà di perfezionare ed allora Gesù parla chiaramente e dice

Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? E’ così chiarita la distinzione tra le due morti: c’è una vita eterna e c’è una morte eterna. Chissà se noi l’abbiamo capito e siamo orientati veramente e completamente a questa vita eterna? Oppure abbiamo ancora troppi dubbi e non abbiamo ancora deciso di credere veramente alle parole di Gesù? Noi non siamo solo spettatori di questa realtà e verità. La Quaresima ci aiuta ad entrare in questo mistero pasquale che ci fa morire al male e risorgere; e ci assicura che se crediamo, risorgeremo, anzi, siamo già risorti, non v’è alcun dubbio, se in noi c’è fede.

Gesù scoppiò in pianto. E’ un segno meraviglioso della grande amicizia che Gesù aveva per Lazzaro, ma anche segno della sua grande sensibilità al dolore umano: un Dio che piange per le sue creature: se non ci commuove questo, ho paura che non abbiamo ancora capito niente della nostra religione.

Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato…Gesù ci da l’esempio di come dobbiamo anche noi comportarci, pregare e cercare sempre di fare le cose come ce le dice il Padre, attraverso suo Figlio.

Lazzaro, vieni fuori. Gesù, padrone della vita e della morte ha comandato. Solo che mentre Gesù ridona la vita materiale a Lazzaro, alcuni uomini congiurano per dare a Lui la morte. E’ la grande tragedia umana, iniziata dal paradiso terrestre: Dio dona all’uomo la vita, nutrita di amore e di verità e l’uomo uccide nel suo cuore e quindi arriva ad uccidere fuori di sé la vita, l’amore e la verità.

Il Calvario è la più grande tragedia e la più grande sconfitta dell’uomo, perché ha ucciso l’unico al mondo che poteva veramente aiutarlo; eppure proprio da tale desolazione, Dio rigenera la vita, anzi ci dona una vita superiore, quella dei risorti.

Gesù ci parla di vita, ma oggi, forse come sempre, si va diffondendo una preoccupante cultura della morte, fatta di disprezzo per la vita umana, per i bambini, per l’ambiente, per la natura, per la bellezza, per il creato, anche se tanti si dichiarano paladini della libertà, del mondo, dell’uomo.

Dopo aver chiesto a ciascuno di noi: Credi tu, questo? Gesù dice anche a noi e ci chiama per nome: Vieni fuori!

Esci dal tuo peccato, dal tuo sepolcro, dalla tua indifferenza, dall’anestesia della tua coscienza che forse non capisce più che cosa è il vero male per te, dalla pigrizia di camminare dietro a Gesù, dall’egoismo di fare sempre ciò che ti piace, dal disordine in cui vivi, dalla dissipazione che ti procurano le cose del mondo, dalla disperazione di aver perso la strada e abbi fiducia in Dio tuo Padre

S. Paolo ci ricorda ancora:”Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il domino della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene”.

Rileggiamo allora quanto Dio ci fa pervenire attraverso il suo profeta:

1 lettura: “Io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d’Israele. Riconoscete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete, vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò!” E chi è che non si commuove di fronte a simili parole di Dio, nostro Padre?



PREGHIERA

Ti fermavi spesso, Signore, in quella casa di Betania ove non c’erano gli intrighi e i settarismi di Gerusalemme, ma il silenzio dei semplici e dei puri di cuore ed anche il profumo dell’ospitalità generosa.

A Betania trovasti sempre un angolo di dolcezza, un respiro sereno di riposo, un profondo e sincero segno di amicizia, della quale anche Tu avevi bisogno essendo uomo come noi.

Ed è proprio per questa casa di Betania che facesti il miracolo più prodigioso, riconducendo tra le braccia delle due sorelle il fratello Lazzaro, già da tre giorni nella tomba.

Fa’, o Signore, che anche nella mia casa ci sia sempre la dolcezza dei più puri affetti umani,la disponibilità al dialogo senza pregiudizi, la capacità dell’accoglienza,la finezza genuina dell’amicizia, il profumo soave della tenerezza, così da essere testimonianza di una vita da te rinnovata, da te santificata, con te vissuta. Amen



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