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Anno A – CORPUS DOMINI 2008

CRISTO CI NUTRE CON IL SUO CORPO E IL SUO SANGUE


E’ da alcune domeniche che la liturgia ci presenta i grandi misteri della nostra fede: la Risurrezione, l’Ascensione, la Pentecoste, la SS. Trinità, ed oggi è la volta dell’Eucarestia, il Corpo e Sangue di Cristo.

Gesù ci ha lasciato la sua parola nel vangelo, l’esempio della sua vita, la sua morte e risurrezione, ma sappiamo che purtroppo le sole parole e gli esempi non servono molto a cambiare la nostra vita.

Allora il Padre oggi ci invita tutti alla sua tavola, appunto perché non siamo solo ospiti suoi, ma figli. Sulla terra sì che siamo solo ospiti e di passaggio!

E per amore ci dona il suo stesso Figlio nell’Eucarestia e vuole che lo “mangiamo”, appunto perché è il cibo che ci trasforma e ci dona la vita, diventa noi stessi.

Gesù invece, entrando in noi, prende la nostra umanità così come è e ci trasforma in Lui, diventa Lui la nostra vera Vita e ci aiuta a risorgere come Lui, un po’ per volta, purificandoci dal peccato che trova in noi. Peccato che tanti cristiani non lo vogliono capire e ritengono che l’Eucarestia sia un premio per i buoni oppure una cosa da poco; e così si privano di un bene immenso e devono arrancare troppo, con il pericolo di non riuscirci a diventare migliori e raggiungere la vita eterna!

E quando si è a tavola, il pane viene condiviso con tutti i commensali; per cui proprio nell’Eucarestia ci ritroviamo fratelli e siamo invitati ed aiutati a liberarci da tutto ciò che ci divide tra noi e ci allontana da Dio.

L’Eucaristia, manifestazione della Pasqua, ci rende uniti a Lui, con-corporei e con-sanguinei, «concittadini dei santi e familiari di Dio». Celebrare e mangiare l’Eucaristia è partecipare alla vita per «vivere in eterno».

Da un’omelia del Card. Ratzinger.(Papa Benedetto XVI)

Se vogliamo capire inoltre che cosa significa Corpus Domini, dobbiamo semplicemente guardare alla forma liturgica con cui oggi la Chiesa spiega e celebra solennemente questa festa.

Si tratta , in primo luogo, di ciò che stiamo facendo, questo radunarsi insieme intorno al Signore, lo stare in piedi davanti a Lui, uno accanto all’altro e camminare con Lui.


STARE IN PIEDI DAVANTI AL SIGNORE.

L’Eucarestia non è un fatto privato all’interno di un gruppo di amici, in un club di persone, tra gente che si è scelta e che sta bene insieme, ma è il culto pubblico di tutti coloro che il Signore chiama, senza badare alla loro provenienza. Da sempre quindi in chiesa si sono seduti e si siedono un accanto all’altro il ricco e il povero, lo schiavo e il libero, il filosofo e l’ignorante, la prostituta convertita e il santo.

Al principio della cristianità c’era molta resistenza per questa mescolanza, poi, per fortuna, specialmente con il moltiplicarsi delle parrocchie, ci si trova tutti insieme davanti al Signore, dagli angoli più diversi della città e dei paesi, stiamo insieme a prescindere dai partiti e classi sociali, governanti e governati, operai ed intellettuali.

E’ proprio questo l’essenziale: che noi siamo raccolti dal Signore, che è Lui a condurci l’uno incontro all’altro. Da qui nasce l’invito divino ad accoglierci l’un l’altro, ad incontrarci, a mantenere, anche nella dispersione della vita di ogni giorno questo rapporto di fratelli, radunati dallo stesso Padre, che ci vuole uniti nell’amore.

Radunandoci, il Signore, ci rende capaci di apertura, di accoglierci l’un l’altro, di conoscerci meglio e di amarci, proprio stando di fronte a Lui. In genere noi ci troviamo insieme per i nostri singoli interessi, molte volte gli uni contro gli altri. Oggi invece, come ogni volta che veniamo a Messa, non ci lega un interesse privato, di questo o di quel gruppo., ma l’interesse che Dio ha per ciascuno di noi: di unirci a Lui e tra di noi per la nostra salvezza.

E quanto più stiamo di fronte al Signore, tanto più diventiamo capaci di stare insieme tra di noi, tanto più ci viene donata una forza per comprenderci, riconoscerci come persone, come fratelli e sorelle e poter vivere una vita più umana e divina, in vista della comune salvezza.


CAMMINARE VERSO IL SIGNORE

Oggi in genere si fa la processione con il Santissimo Sacramento. Camminiamo uno accanto all’altro, uno verso l’altro, verso il Signore. E possiamo andare verso il Signore solo se superiamo i nostri pregiudizi, i nostri limiti, i nostri blocchi e chiusure, incontrandoci e camminando insieme.

Se accettiamo di camminare insieme, guardandoci a vicenda, e deponendo ogni pregiudizio vicendevole, ma felici di stare insieme, fidandoci gli uni gli altri, lasciamo che sia il Signore la nostra guida, il nostro Viatico, cioè il Cibo del viaggio, della nostra vita, aprendoci l’uno all’altro e lasciandoci guidare da Lui. La processione del Corpus Domini allora, non è più solo andare verso il Signore, alla celebrazione Eucaristica, ma andare col Signore che è divenuto il nostro pane e proprio in questo modo Lui diventa la nostra strada che dobbiamo seguire per arrivare alla meta, che è sempre Lui.

1 lettura. Il popolo ebreo attraversa il deserto, ma è Dio che lo conduce, come nube e come luce e impara che nel deserto non si vive solo di manna, di pane, ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio e trova proprio in essa la forza nella desolazione, nella mancanza di una patria ancora troppo lontana. Anche noi troviamo la strada solo se ci lasciamo guidare da Colui che è Parola e Pane nell’Eucarestia. Solo camminando col Signore e lasciandoci guidare da Lui possiamo sostenere il duro pellegrinaggio della nostra storia umana.

Tutta la storia umana è un andare avanti, mediante il progresso, ma tale parola è diventata una falsa chimera: Il semplice muoversi, senza sapere dove si vuol andare, non significa progresso: potrebbe trattarsi anche di un correre verso l’abisso, perché non può essere progresso solo un crescere nei beni materiali, specialmente poi se lo slogan più forte è” Consumare per produrre” oppure:”getta e compra”, che è poi la stessa cosa! Certamente, se l’Eucarestia ci indica la strada da percorrere, non ci risolve tutti i problemi umani. Ci dona libertà ed energie proprio perché possiamo noi stessi darci da fare, cercare soluzioni e lottare. Con Lui possiamo più facilmente distinguere la retta via da quella sbagliata. Questo è il compito che ci affida il Signore.


INGINOCCHIARCI DAVANTI AL SIGNORE

Poiché Dio stesso è presente nell’Eucarestia, è giusto e doveroso che richieda adorazione.

Se il Signore si mette a nostra disposizione, accoglierlo non può che significare:inginocchiarci davanti a Lui, ringraziarlo, glorificarlo e adorarlo. Solo se Lui è il Creatore, il fondamento di tutte le cose è libertà che permette a noi di essere liberi dai condizionamenti umani e dal peccato.

Colui che noi adoriamo, non è una potenza lontana da noi, se Gesù si è chinato davanti a noi, per lavarci i piedi. Ed è questo a rendere lieta e libera la nostra adorazione, a riempirla di speranza, poiché noi ci inchiniamo non davanti a uno come noi, che può essere prepotente ed approfittare della nostra debolezza, per i suoi interessi, ma davanti a Colui che si è inchinato davanti a noi, morendo sulla croce, uno che non ci rende schiavi ma che ci trasforma e ci libera nell’amore.

Ecco il senso di questa solennità del Corpo e Sangue del Signore: ricordare a tutti noi che siamo fatti per l'immortalità, per stare con il Signore, ma vi arriveremo soltanto compiendo la volontà di Dio e ciò ci è reso possibile da Cristo che si è fatto nostro cibo e nostra bevanda. Il comunicare, dunque, con il Corpo e Sangue di Cristo vuol dire ricevere Colui che dà la forza di compiere la volontà del Padre per vivere in eterno.

Ma se ti accosti alla mensa con altri intenti, cioè se non sei disposto a fare la volontà di Dio, attento! «Perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1 Cor 11,29).

(Papa Benedetto XVI)

PREGHIERA

Rimani con noi,Signore!

Come i due discepoli del Vangelo,

ti imploriamo, Signore Gesù: rimani con noi!

Tu, divino Viandante, esperto delle nostre strade

e conoscitore del nostro cuore,

non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.

Sostienici nella stanchezza, perdona i nostri peccati,

orienta i nostri passi sulla via del bene.

Benedici i bambini, i giovani, gli anziani,

le famiglie, in particolare i malati.

Benedici i sacerdoti e le persone consacrate

Benedici tutta l’umanità.

Nell’Eucarestia ti sei fatto” farmaco d’immortalità”:

dacci il gusto di una vita piena

che ci faccia camminare su questa terra

come pellegrini fiduciosi e gioiosi,

guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine.

Rimani con noi, Signore! Rimani con noi!

Giovanni Paolo II