Anno B – 2 Domenica di Quaresima Mc. 9, 2-10

Questi è il mio Figlio prediletto: Ascoltatelo!


Atto penitenziale

Apriamo il nostro cuore al pentimento per i peccati commessi. Chiediamo perdono delle nostre colpe, soprattutto per non aver saputo e voluto conoscere ed amare la Parola di Dio e per non averla messa in pratica.

  1. La Quaresima è cominciata da qualche giorno; me ne sono ricordato e ho già fatto qualcosa per la mia conversione?

  2. La parola di Dio è nel Vangelo. Ce n’è uno in casa mia? E se c’è, è pieno di polvere oppure qualche volta lo prendo in mano e lo leggo?

  3. A Messa, quando si legge la Parola di Dio, io ne approfitto per parlare col vicino, per guardare chi c’è in chiesa, per pensare alle cose mie, o cerco di stare attento e capire quanto si legge o il sacerdote mi dice?

  4. Se io non conosco molto il Vangelo, me ne vergogno o non me ne importa proprio niente?

  5. E se conosco un poco il Vangelo, cerco di viverlo, cioè di praticarlo più che posso nella settimana o non ci penso mai?

Gesù sta avviandosi lentamente verso Gerusalemme, e tutti sappiamo che questo non è un viaggio qualsiasi dei tanti che Lui faceva, ma significa, nel Vangelo, avviarsi verso la sommità dell'amore: un amore che si fa sacrificio totale sulla croce. Gesù sapeva che quanti Lo seguivano non avevano idee chiare su di Lui. Non riuscivano a capire quel figlio dell'uomo, di una umiltà che faceva piazza pulita di ogni fantasia di grandezza sulla terra.

* A volte anche certi bravi cristiani danno l’impressione di essere gente che non capisce Gesù ed è piena di paure: paura dell’inferno, del mondo e della vita come è oggi: paura dell’aldilà, delle responsabilità da assumersi, paura del diavolo e paura che Dio non ci ascolti, che ci castighi….Tanti nostri gesti religiosi, preghiere, offerte, candele accese, benedizioni sembrano non tanto come atti di fiducia e coraggio, ma piuttosto gesti fatti per timore, una specie di assicurazione e parafulmini contro il male e le disgrazie che possono capitarci: la stessa richiesta di perdono la facciamo per paura dei castighi di Dio, per l’inferno, invece che per il dispiacere di aver fatto soffrire Dio nostro Padre. Abbiamo paura di rischiare dei guai nell’altro mondo, mentre abbiamo anche paura di dover rinunciare a molte cose di questo mondo, se prendiamo troppo sul serio la religione e la fede…..

Ed ecco che per aiutare i suoi a entrare nel mistero dell'amore, che si compirà sulla croce con la
resurrezione, si mostra, per quello che è, nella trasfigurazione. "Si trasfigurò davanti a loro…….

* Dio Padre stesso conclude questo episodio dicendo:”Questi è il Figlio mio prediletto:ascoltatelo!”

E’ un comando che non prendiamo sul serio, perché la parola di Dio non è ancora al centro della nostra vita, delle scelte e delle preghiere della nostra comunità cristiana. Si fa ancora troppa fatica a mettere la parola di Gesù come ispiratrice e motore della nostra vita quotidiana. Anche in chiesa, tanti preferiscono dire rosari piuttosto che stare attenti al Vangelo, perché è più comodo.

Facciamo fatica ad ascoltare il vangelo, perché sentiamo che ci impegna troppo.

E’ la Parola di Dio che ci porta alla fede e credere vuol dire fidarsi di Dio a occhi chiusi.

Troppo rischioso! C’è pericolo che il Signore ci chieda di sacrificare, non tanto nostro figlio, come ha fatto con Abramo, ma i nostri desideri e capricci più cari, cui siamo tanto attaccati e dai quali non vorremmo mai staccarci.

Dio chiede fiducia in Lui , ma questo è difficile per noi, ci è difficile prendere sul serio ciò che il Signore ci dice e ci chiede. I suoi pensieri non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre vie. Anche per Pietro e gli altri Apostoli il discorso di Gesù che deve soffrire, è un discorso assurdo, inaccettabile. Non riescono a capire come mai il Maestro che caccia i demoni e guarisce gli altri.”debba soffrire e venire ucciso”. Come può Dio permettere questo? Come può Gesù chiedere ai suoi discepoli di “rinnegare se stessi per seguirlo?”

* La trasfigurazione avviene proprio in questo momento di crisi e disorientamento dei discepoli.

E Dio stesso allora li incoraggia e li invita:”Questi è il mio Figlio prediletto:ascoltatelo!”.

Ci vuole coraggio a credere in Gesù. Ma è anche vero che proprio dalla fede sincera nasce il coraggio che ci toglie ogni paura. Sentiamo san Paolo:

2 lettura:” Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, come non ci donerà ogni cosa insieme a Lui?”

E tutti abbiamo tanto bisogno di coraggio per uscire dalla mediocrità ed essere fedeli a Dio, sperando che la trasfigurazione di Gesù ci convinca che Lui solo deve stare al centro della nostra storia di salvezza, perché è solo la sua Parola che ci salva, non le nostre.

* La luce, la bellezza, la verità stanno dalla parte di Gesù, mentre noi siamo al buio e anche nella bruttezza. La bellezza di un uomo è quella originale: la bellezza e la bontà che Dio ha nascosto in ogni uomo perché è sua creatura; ci ha fatti Lui e ci ama.

E questa bellezza in noi è stata rovinata dal peccato. Allora adesso siamo come uno specchio che si è spezzato in mille pezzi: non riflette più tutta intera la persona, ma solo qualche brandello e si è persa la nostra vera figura. Non sa più specchiare la bellezza di Dio; specchia mille altre cose o persone che sono solo più una piccola parte della bellezza iniziale.

Noi siamo chiamati ad essere specchi che riflettono Gesù, dice San Paolo, e se riflettiamo Gesù, è perché lo conosciamo, ascoltiamo la sua Parola, stiamo con Lui, preghiamo, ci nutriamo di Lui, lo imitiamo, diventiamo veri cristiani, cioè discepoli di Cristo.

La nostra civiltà è un martello che cerca di spezzare questa nostra bellezza interiore e noi dobbiamo ricomporre la nostra unità interiore capace di riflettere la luce di Dio in noi, che è poi l’ abitudine di pregare, di essere puri di cuore, di guardare gli altri con amore, e di imitare la purezza di Dio.

* Domandiamoci: Il nostro vivere abituale è come quello di Cristo?

Il Signore è luce, e beati noi se talvolta ci lasciamo abbagliare, beati noi se la sua Parola ci scuote, ci colpisce come freccia di fuoco, diretta proprio a noi si pianta nel cuore e non ci lascia più in pace: Beati noi se ci lasciamo ferire dalla luce e dalla parola di Cristo. Si sta così bene con Dio!

Cerchiamo allora di modellare la nostra vita su quella di Gesù, non solo quando siamo in chiesa, ma a casa, fuori, nelle opere e nei gesti quotidiani, al lavoro, nel riposo, con gli altri.

Abituiamoci a pensare che ciò che non è secondo Gesù, ci fa male, e quindi è peccato che ha bisogno di essere perdonato e allontanato. Sono 2000 anni che Gesù ce lo dice!

La trasfigurazione di Gesù è un forte invito ad operare in noi quella trasfigurazione spirituale in cui consiste la nostra santità, a cui dobbiamo tendere con tutte le forze. Ma la forza decisiva è quella che ci viene donata dal corpo e sangue di Cristo che all'altare riceviamo. E poiché l'Eucaristia è anche il «pegno della gloria futura» anticipazione di quel «banchetto eterno» di cui saremo convitati, il corpo trasfigurato di Gesù aumenta la nostra fede mentre riceviamo Lui nei poverissimi segni del pane e del vino.


PREGHIERA

O Dio creatore del cielo e della terra, non basta salire sul monte a contemplare la bellezza del tuo volto, riflessa nell’armonia della natura. Non basta sapere nemmeno che nel Cristo ti guardi e ritrovi l’immagine di te stesso.

Tu vuoi che camminiamo i difficili sentieri della vita insieme al tuo Figlio prediletto, non tanto per vedere i suoi miracoli, ma per ascoltare la sua parola, giacché Egli è la tua parola fatta carne.

Quando ti sei avvicinato ai padri della nostra fede ti sei presentato sempre con questa parola:”ASCOLTA”. Esattamente come una mamma che stringe la faccia del suo bambino tra le sue mani profumate d’amore e gli dice:”Ascoltami, dammi retta”.

Ascoltare, allora, non vuol dire soltanto udire delle parole, ma soprattutto accogliere nel cuore il desiderio e la volontà di colui che parla.

Troppe volte, o Signore, la tua parola resta prigioniera nelle nostre orecchie e non scende a mettere in movimento i sentimenti positivi del cuore.

Scuoti, Signore, questo nostro torpore e pigrizia, e da semplici ascoltatori, facci diventare operatori ed esecutori innamorati della tua parola. Amen